Tiro su il cappuccio del mio giubbotto, infilo le mani in tasca, mi stringo nelle spalle e a passo lento mi dirigo verso casa.
Quello che è successo stamattina a scuola dovrebbe farmi riflettere, darmi un pugno morale e mollare tutto.
Ho provato a spiegare ad Ignazio le ragioni del mio comportamento, ma ovviamente lui non ha voluto sentire mezza parola; mi ha buttato addosso solo fango dicendomi che mi merito tutto quello che mi sta succedendo e che è solo colpa mia.
Il problema è che ha ragione e mi faccio schifo da solo, mi disprezzo per quello che sto diventando.
Immerso nei miei pensieri raggiungo il portone di casa, tiro fuori le chiavi, apro e poi raggiungo il secondo piano dove si trova il mio appartamento.
Sento un'aria tesa ancora prima di entrare; faccio scattare lentamente la chiave nella serratura e apro: silenzio. Appoggio lo zaino accanto alla poltrona quando sento una porta sbattere e a seguire le urla dei miei genitori.
Ennesima litigata, ennesima sofferenza, ennesimo cedimento della nostra famiglia.
Da quando mio padre lavora per questa nuova società tutto sta andando a rotoli; non capisco i motivi delle loro litigate. Mia mamma dovrebbe essere fiera di tutto quello che mio padre fa per noi visto che lei non lavora, eppure deve esserci qualcos'altro dietro.
<< Cioè fammi capire, tu mi stai dicendo che non verrai con noi a Roseto per le vacanze di Natale?>> sbarro gli occhi alla domanda di mia madre e mi avvicino di più alla cucina per ascoltare meglio quello che si dicono.
<< No non ho detto questo. Ho semplicemente detto che vi raggiungo qualche giorno dopo. Invece di venire su con voi il 22 arrivo il 24 in mattinata >> prova a spiegare calmo mio padre.
<< Pensi solo a queste promozioni che ti danno più soldi. Il denaro non è tutto nella vita! >>
<< Beh, peccato che fanno comodo anche a te. Se vuoi smetto poi vediamo come facciamo ad andare avanti visto che tu non lavori >> io davvero non credo alle mie orecchie. I miei genitori discutono per queste cose? Perche non possono pensare a cose più serie? Perchè non possono pensare un po' di più a me e a mio fratello e a fare genitori?
Mi fanno stare male queste cose, mi da fastidio vedere mia mamma e mio papà in perenne conflitto.
Senza dire niente passo davanti alla porta di cucina per dirigermi in camera mia, ma la voce di mia madre che pronuncia il mio nome mi fa fermare e fare qualche passo indietro.
<< Cosa c'è? >> chiedo cercando di mantenere il tono di voce più pacato possibile.
<< É pronta la pasta. Vieni che te ne metto un po' nel piatto >> scrollo la testa in segno di negazione.
<< Non ho fame >> riprendo la giacca ed esco di casa. Sento la porta aprirsi e mia madre uscire sul pianerottolo.
<< Gianluca si può sapere dove stai andando? >>
<< A farmi un giro ci vediamo dopo >> non le do il tempo di replicare che già ho chiuso il portone del palazzo.
Inizio a camminare senza una meta precisa fino a che, qualche minuto dopo, non mi ritrovo davanti casa di Beatrice. Nonostante tutto la mia mente e il mio cuore mi portano sempre a lei. Suono senza pensarci due volte e appena mi appare davanti mi avvento sulle sue labbra mentre mi levo la giacca che lascio cadere per terra. La sento sorridere.
La prendo per mano e la porto in camera dove poi ci lasciamo cadere sul letto.
Inizia a mordicchiarmi il lobo, a leccare il mio collo e mille brividi si diffondono lungo la spina dorsale. Mi solleva la maglietta e inizia a stuzzicare i miei capezzoli mentre si muove sopra la mia intimità, già fin troppa costretta nei pantaloni.
Ansimo per tutto il piacere che mi sta dando.
<< Dio Beatrice, mi farai impazzire così >> tento di toglierle la maglia da indosso ma lei mi ferma ridendo.
<< Calma Ginoble, non c'è fretta >> sapesse che voglia che ho di unire i nostri corpi insieme, di sentirla mia ancora una volta.
Continuiamo a stuzzicarci a vicenda, a spogliarci con gli occhi e ad assaporarci con le bocce fino a che non ci ritroviamo solo in intimo.
La faccio aderire con la schiena al materasso e poi le sfilo gli slip. Avvicino il mio viso alla sua intimità procurandole piacere prima con la lingua e poi con le dita. Affonda le sue mani tra i miei capelli tirandomeli mentre geme e ansima.
Poco dopo fa la stessa cosa con me, si diverte a giocare con il mio membro fino a che non esplodo di piacere.
<< Sai che io non ne ho mai abbastanza >> si corica sopra di me e si struscia facendomi eccitare per una seconda volta.
<< Nemmeno io ne ho mai abbastanza di te >> capovolto le posizioni, mi sistemo in mezzo alle sue gambe e con decisione e delicatezza entro dentro di lei.
Presto i nostri corpi uniti si iniziano a muovere insieme a ritmo sostenuto fino a che non si abbandonano al piacere.
Mi lascio cadere sfinito sul letto con lo sguardo rivolto al soffitto, aspettando che il battito cardiaco e il fiato ritornino regolari.
<< Wow, sei una bomba Ginoble >> sorrido soddisfatto di questa sua affermazione. Mi alzo, mi rivesto e mi appresto a raggiungere la mia giacca da dove posso prendere il pacchetto di sigarette.
<< Vuoi? >> le chiedo passandole il pacchetto. Annuisce e poi io raggiungo il terrazzo dove fumo ripensando a quanto successo poco fa.
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Amabilmente odiosa
RomansSe pensate che la protagonista della storia possa essere la classica ragazza presa di mira, magari anche bruttina e che arriva il bellissimo ragazzo a salvarla innamorandosi di lei, vi sbagliate! Una storia dove i ruoli saranno ribaltati. Lei: Beat...
