Capitolo 2

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-Pronto-dico io imbarazzata e infastidita da tutta questa situazione,speravo dentro di me di non aver sentito bene o almeno che avessi sbagliato a riconoscerla.
Non può essere tornata,non ora che andava tutto bene.

-Con chi ho il piacere di parlare?-dico con voce irritante,l'avevo riconosciuta ma non volevo ancora crederci.Non volevo;non potevo.

-Ma così si accoglie la tua sorellina?Avevo promesso di riprendermelo e io mantengo sempre le mie promesse.

-Sei una troia!-Dico con le lacrime che minacciano di uscire-Mi fai schifo,e sai qual'è la cosa peggiore di tutta questa storia?Che avevi avvertito che mi avresti rovinata e io non ho ascoltato nessuno.

Riattacco subito per non far sentire la mia voce tremante,saluto velocemente Monika e le faccio un cenno con la testa in modo che non mi segua,le spiegherò tutto domani.

Entro a casa,mi accorgo che non c'è nessuno,ma adesso questo è l'ultimo dei miei problemi,mi chiudo la porta alle spalle strusciandoci la schiena sopra fino a  toccare il pavimento,non può essere successo,ma cosa cazzo ci faceva con lei?
Mi metto le cuffie con riproduzione casuale, e ovviamente la musica non sbaglia mai infatti parte "A thousand years" di Christina Perri,la canzone che  Jonathan mise come sottofondo la prima volta che facemmo l'amore.Ricordo ancora tutto,soprattutto le sensazioni che solo lui poteva farmi provare,ricordo ancora il rumore del mare che si infrangeva contro gli scogli,le sue mani che seppur fredde amavo quando sfioravano la mia pelle dandomi ancora più piacere,staccavamo le nostre labbra solo per confessarci ancora un volta il nostro amore,come se non ne avessimo mai abbastanza.
Mi addormento sulle note di questa canzone e mi sembra ancora tutto impossibile.
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-Karen svegliati o farai tardi sul serio stamattina! Sono le 7:30!

Salto subito giù dal letto e per un attimo cerco di denticare tutto ciò che è successo "è stato un brutto sogno"cercavo di ripetermi tra me e me. Ma non era così. Dovevo ammetterlo a me stessa prima o poi e affrontare la situazione.
Mamma mi accompagna a scuola e mi sento spaesata non essendo accolta dalle uniche braccia che mi facevano sentire al caldo, protetta,ma preferisco stare da sola che essere incoscientemente in tre . Lo noto avvicinarsi,vorrei scappare ma le mie gambe non me lo permettono,sembrano incollate al pavimento.

-Ciao-dice come se non fosse successo nulla allargando le braccia. Tutta la rabbia che avevo  dentro di me esplode,ero stanca di soffrire,se sono stata felice con lui che è una persona di merda,quanto sarò felice con la persona giusta?

- Ma che  cazzo stai facendo?Prima stai con Susan e poi con me? Probabilmente un giorno ti avrei perdonato,per tutto l'amore che provo per te, se fosse successo con un'altra ragazza ma lei proprio non ce la faccio,mi sento ridicola solo ad averci sperato,ci sono giorni in cui mi fai morire un pó di più e oggi è uno di quelli.
Giuro che ti prenderei a schiaffi se avessi il coraggio di farti del male.

Lui non osa dire una parola e in fretta me ne vado.
Non so quanto tempo dovrà passare.So solo che avrò la mia vendetta,tempo al tempo.

Era solo sessoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora