Capitolo 34

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-Sono venuta a trovare mia madre, hai qualche problema?

So che in fondo lui ha ragione,ma se mi arrabbio, per fare calmare me,si calma anche lui,almeno di solito,  perché adesso più io urlo,più lui urla appresso a me e non so come gestire la situazione.

-Pensa a te stessa ogni tanto,se tu non avessi avuto coraggio per affrontarla a quest'ora saresti morta,io sarei dovuto venire a trovarti in un cimitero,e tu ? Vai da lei? Dopo tutto quello che ti ha fatto,come fai a farcela,e lei come fa a guardarti negli occhi? Si sta ricordando di te solo perché lei ha bisogno di aiuto , è sola . Tu invece no, hai me,tuo padre,tutta la scuola che pagherebbe per essere amica di "Karen Starter"

All'inizio il suo tono era molto duro,quasi che stavo per piangere,poi nell'ultima frase, guardando le mie scarpe come per concentrarsi meglio,ha riso,mi ha guardata negli occhi con attenzione, e non sono riuscita a sostenerli per più di un secondo. Erano chiari e privi di ombre, puliti come il cielo alle sue spalle e io mi ci sono trovata dentro spaesata, come se fossi rimasta nuda in una gigantesca stanza vuota.
Me lo sentivo quasi distante,come se non mi appartenesse più,lui appena incrociò i miei occhi si tolse il sorriso dalla bocca,come per dire "non ti meriti il mio sorriso".Sapevo di aver sbagliato, ma ho reagito d'istinto, ho fatto quello che desideravo facessi per me stessa. Non ho pensato al passato,ai dolori,a Edward,a papà e non ho nemmeno pensato di andare per compiacere mia madre. Sono andata per me stessa. So che la mia vita è breve,e lei è mia madre,non voglio morire sapendo che sta marcendo lì dentro senza vedere mai nessuno, mi avrebbe distrutta ancora di più e dopo già tutto questo dolore non potrei sopportarne altro.
Durante il viaggio in macchina Edward non osa dire parola, il silenzio è l'arma migliore per giurare vendetta,e lui sta sparando benissimo centrandomi in pieno. Non fa niente però,non mi interessa se non parla,mi basta averlo accanto, mi basta vedere che mi guarda ogni tanto con la coda dell'occhio per vedere se sto bene.
A un certo punto si ferma di botto in strada,mi asciugo le lacrime,non mi ero nemmeno accorta che stessi piangendo.

-Perché piangi adesso?

-Ti prego Edward metti in moto la macchina e partiamo

Lui senza dire nulla,parte,ma io non volevo partisse veramente, speravo che mi dicesse "Dai dimmelo" o che almeno andasse più a fondo, invece nulla, semplicemente è partito non curandosi di me. Questa cosa non l'ha mai fatta e mi lascia pietrificata,come se mi avesse dato una coltellata al petto.
Si ferma per la seconda volta,stavolta senza un motivo perché non stavo piangendo,almeno finché lo vedo arrivare verso di me con un mazzo di rose rosse in mano,e nonostante me le  porga con noncuranza già i miei occhi si fecero lucidi

-Non sono per te è inutile che piangi,devi solo mantenerle per il tragitto

Vorrei strozzarlo,proprio ora,vorrei odiarlo ma poi finirei per amarlo ancora di più,e poi,non potrei mai odiare la persona che mi ha salvato. In questo momento mi sento presa in giro anche se in fondo sto ridendo di me stessa per la grande figura di merda che ho fatto. Ormai mi sono talmente abituata agli sbalzi d'umore di Edward che ho imparato a sopportarli e a conviverci. Dovrei essere arrabbiata con lui,e lo sono,dovrei anche starmene zitta,ma non ci riesco e la curiosità mi fa parlare

-Se non sono per me,allora,per chi sono?

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