Capitolo 32

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Io devo cambiare quello che potrà succedere,non voglio che vada a finire come nel sogno e riprovare la stessa sensazione,perché so che mio fratello non arriverà,e probabilmente non ci sarà nessuno a salvarmi. Non apro ma le parlo da dietro la porta

-Chi è?

-Tua madre

La sua voce non è come sempre,ma non è nemmeno com'era nel sogno,adesso non è aggressiva ma quasi...triste,come se avesse appena finito di piangere.

-Cosa vuoi?Ti avevo detto di non farti più vedere

-Volevo solo sapere quanto ti resta

Io già ho capito cosa intende,ha saputo della mia malattia e della mia vita estremamente in pericolo,ma non perché lo sa voglio che faccia parte dei miei problemi

-Questo non ti riguarda,ti dico solo che ci rivedremo in Chiesa,ti vedrò avanti la mia bara inginocchiata e con le occhiaie per non aver dormito tutta la notte e piangerai rimpiangendo di aver tradito la tua unica figlia che ti era rimasta- mi viene da piangere ma cerco di non mostrare cedimento e continuo a parlare nonostante la mia voce tremi- mi vedrai dimagrita,senza capelli,con gli occhi chiusi incapaci di riaprirsi perché ormai spenti. Sai mamma, è proprio punto ...tu l'hai letta la lettera no? Beh io in tutto quello ci spero ancora. Spero ancora che griderai dal dolore quando capirai di avermi perso per sempre e non poter far più niente. Spero ancora che tu urlerai e sentirai in ogni singola vibrazione il mio eco di aiuto che ti ho sempre inviato e tu non hai mai ascoltato. Spero che prima di morire griderai ancora una volta il mio nome,per farti accogliere da me,e lì mi amerò talmente tanto da non accoglierti e da mandarti via.

Non sento nessuna risposta e vedo dallo spioncino,lei non c'è più,mi sale un brivido ripensando al sogno. Vado in cucina con l'intento di chiamare Edward ma sento un rumore di vetri ,come se qualcuno avesse preso un vaso di cristallo e l'avesse buttato a terra con 10 metri di altezza. Mi volto verso il salone,ma è come se non facessi in tempo e qualcosa mi afferra forte la gola. Apro gli occhi,lei non stringe ancora. E no. Non andrà come nel sogno,adesso mio fratello non ci sarà per difendermi e non posso morire. Non così. Ho ancora tanto da combattere. La afferro anch'io per la gola con entrambe le mani e gli do un calcio in mezzo le gambe,e lì lei molla la presa dalla mia gola per urlare il suo dolore . Cambiamo posizione,adesso io sono sopra di lei con entrambe le gambe inginocchiate sulla sua pancia e le mani vicino la sua gola. Lei le prova tutte per farmi levare, perfino provare a farmi il solletico sui fianchi che io soffro tantissimo,ma il solletico è una forma di paura che l'altro ci possa fare del male,e in questo momento non ho paura di nessuno.
Sento le chiavi girare nella serratura, sarà sicuramente Edward e in questo momento non so se mollare la presa e far finta che la mamma sta per uccidermi come prima o lasciare tutto così. Non ho abbastanza tempo per decidere perché Edward entra e rimane scandalizzato lasciando cadere la busta della spesa per terra di botto. Si precipita verso di me con voce mista di paura e rabbia.

-Karen cosa cazzo hai fatto! L'hai uccisa!

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