Capitolo 40

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Il colpo mi sfiora la spalla,e va dritto al cuore di Susan,che giace a terra morta sul colpo.
Non riesco a fermare le lacrime che continuano a scendere senza sosta. Lo so che lei avrebbe voluto farmi questo a me,ma io non sono come lei,sono diversa,e mi piace sentirmi così,sono uscita dalla massa e non voglio rientrarci.
Dopo vari minuti arrivano i carabinieri probabilmente chiamati dai miei vicini, smanettano vicino la camera di sorveglianza e ammanettano mia madre pregandomi di salire in macchina con loro.

"Io non volevo perderti di nuovo,e sapevo che lei non ti avrebbe mai lasciata in pace,ti avrebbe rovinato la vita o te l'avrebbe tolta."

Le parole di mia madre qualche minuto prima mi rimbombano in mente,e mi addormento in macchina dei poliziotti.

"Signorina scenda."

"Scenda signorina"

Mi sveglio e in fretta scendo dall'auto andando verso un'aula chiusa con un banco grande al centro. Cominciano con le solite domande,e mia mamma dice tutta la verità, anche la telecamera di sorveglianza parla,quindi non possono far altro che crederci avendo tutte le prove avanti a loro.
Voglio Edward.
Perché non risponde?
Mi distraggo dal poliziotto per pensare a lui, è una dipendenza.
Non so se gli hanno fatto del male.
Oppure se ha rotto il telefono.
Se lo ha perso.
Oppure è arrabbiato con me per qualche strano motivo.
So solo che non c'è con me.

"Io adesso devo andare,mi avete fatto tutte le domande ?"

"Si prego può andare,inizieremo un processo per sua madre"

Annuisco e mia madre interviene

"No,lei non deve saperne niente di tutta questa storia,deve continuare a non venirmi a trovare,starei solo peggio,quindi addio figlia mia"

Sembra da codardi,ma speravo lo dicesse,voglio vivere la mia vita da ragazza normale e dimenticarmi di tutta questa storia, perché io sono quel tipo di persona che perdona facilmente,ma non dimentica,e per adesso non vuole lei,e non voglio nemmeno io,va bene così.
Esco da quella stanza,un poliziotto mi riaccompagna a casa,ed Edward non c'è ancora.
Lo richiamo...
Primo squillo...
Secondo squillo...
Terzo...
Quarto...
Quinto...
Poi una voce risponde,ma attacco rendendomi conto che era la segreteria.
Stanno in casa dei poliziotti che hanno coperto con un telo bianco il volto di Susan e la stanno portando via.
Il pavimento è ancora coperto di sangue.
Sento ancora il brivido,del rumore di una pistola.
Sento ancora il brivido di tutti i piccioni in volo per il rumore di una pistola.
Sento ancora il brivido del sangue che scendeva dal petto di una ragazza.
Vedo quella pistola avanti a me,vicino la cinta di un poliziotto,la stessa che può uccidere e ucciderti.
Ti da potere.
Decisione.
Paura.
Vorrei prenderla e sparare ai demoni che mi inquietano.

Era solo sessoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora