6. Volete attaccarli? Ma state scherzando?!

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Dopo qualche minuto che Jacob ed Edward erano rientrati in casa, decisi di rientrare anche io.
Tornai in forma umana e mi diressi in cucina, dove stavano tutti gli altri. Jacob stava parlando con Bella in soggiorno. La stava pregando di abortire e aveva anche provato a dirle che, se voleva, poteva avere un figlio con lui. Beh, Bella non l'aveva presa molto bene.
Iniziai a dondolarmi con la sedia; era una cosa che si faceva spesso a scuola ed era divertente vedere i professori sclerare perché non volevano che facessimo questa "cosa pericolosa".
Sentì Jacob che si alzava, probabilmente era seduto a terra.
«Dove vai?» chiese Bella.
«È inutile che resti qui»
«Non andartene»
«Questo non è il mio posto. Devo tornare a casa»
«Perché sei venuto oggi?»
«Per vedere se eri viva davvero. Charlie ha detto che eri malata e non gli ho creduto»
«Tornerai? Prima...» Bella non finì la frase.
«Bella, non me ne starò qui a guardarti morire»
«Hai ragione, hai ragione. È meglio che te ne vada»
Sentì i passi silenziosi di Jacob dirigersi verso la porta.
«Addio. Ti voglio bene, Jake»
«Certo, certo» biasciò nel mentre che usciva tremando dal salotto e scendeva le scale.
Inizialmente non capì perché Jacob era andato via in quel modo, soprattutto perché non avevo praticamente ascoltato la conversazione, ma capì abbastanza velocemente dai suoi pensieri. Bella gli aveva confermato che sarebbe diventata una vampira e che quel "bel bambino" non era un mostro e non la stava uccidendo volontariamente, era solo più forte di lei.
Sbuffai e mi alzai dalla sedia. Nel mentre che passavo nel soggiorno ringhiai a denti stretti «Altro che bambino! Prima o poi la ucciderò io Bella!» lo dissi abbastanza forte perché Bella potesse sentirmi.
Scesi i gradini praticamente volando, fu un miracolo se non rotolai giù, e corsi fuori.
«Jacob!» urlai richiamandolo.
La moto era stata scaraventata a terra e vicino agli alberi c'era un sentiero di vestiti.
Ringhiai e mi trasformai.
Tutti quelli del branco erano già trasformati, aspettavano Jacob temendo che i Cullen lo avessero ucciso.
Paul tornò umano per riferire a Charlie e Rachel che Jake stava bene.
I pensieri di Jacob erano veloci e molto confusi. La sua visuale era contornata da una strana sfumatura rossa, causata dalla potente rabbia. Correva ringhiando e falciando l'aria con le zampe.
Cercai di raggiungerlo ma era partito con un bel anticipo.
Era nauseato. Immagini e parole diverse apparivano nella sua mente, senza seguire un nesso logico. La pancia di Bella chiazzata di lividi; la voce aspra della ragazza: «È forte, tutto qui»; Il volto di Edward divorato dalle fiamme: «La vedo peggiorare e deperire... la vedo soffrire»; Rosalie accovacciata sul corpo esanime di Bella: «A lei non importa niente della sua vita...»
Tutti rimanemmo zitti. I lupi erano senza parole e io mi sentivo abbastanza in soggezione, avevo tenuto nascosta una cosa molto importante.
Jacob superò la strada con un balzo, rischiando di farsi investire da un'auto grigia e si fermò nel bosco. Levò la testa al cielo e ululò, convocando una riunione. Riuscì a raggiungerlo e dovetti ululare a mia volta, per dire che avevo "recepito il messaggio". Poi ci dirigemmo alla vecchia segheria.
Era quasi buio, le nubi velavano il tramonto.
Io, Jacob e Paul arrivammo insieme.
Sam sbucò dalla cima di alcuni tronchi impilati a formare una piramide.
Tutti presero a girarci intorno, solo io, Jacob e Seth rimanemmo fermi al centro.
Sam era furioso, ringhiava e gli si era rizzato il pelo.
Tutti i lupi che vorticavano attorno a noi ci guardavano con le orecchie appiattite ed emettendo dei ringhi rabbiosi e cupi.
Un insieme di pensieri mi vorticò in testa, non distinguevo neanche l'appartenenza di essi. Ero troppo confusa. Cos'avrebbero fatto adesso?
«Com'è possibile?»
«Cosa significa?»
«Cosa sarà?»
«Non è prudente»
«Non è giusto»
«È pericoloso»
«Innaturale!»
«Mostruoso!»
«Un abominio!»
«Non possiamo permetterlo»
«Di questo il patto non parla!»
«Siamo tutti in pericolo»
Non riuscivo a seguirli. Cosa volevano fare?
Le loro menti trasmettevano le immagini peggiori: il volto di Bella, la sua pancia martoriata e il volto tormentato di Edward.
«Anche loro hanno paura»
«Ma non faranno nulla!»
«Proteggere Bella Swan»
«Non possiamo lasciarci influenzare»
«La sicurezza delle nostre famiglie, di tutti noi, è più importante di una vita umana»
«Se non lo uccidono loro, dovremo farlo noi»
«Proteggere la tribù»
«Proteggere le nostre famiglie»
Sembrava un brain-storming, una cosa che di solito è utile, ma in questo momento mi stava solo facendo impazzire.
«Dobbiamo ucciderlo prima che sia troppo tardi»
Ancora un ricordo: le parole di Edward "la cosa cresce in fretta".
Cercai di afferrare le singole voci.
«Non c'è tempo da perdere» disse Jared.
«Sarà guerra» avvertì Embry «Guerra aperta»
«Siamo pronti» insistette Paul.
«Dovremmo sfruttare l'effetto sorpresa» disse Sam.
«Se riusciamo a beccarli divisi, possiamo attaccarli separatamente. In questo modo le nostre possibilità di successo aumenterebbero» disse Jared elaborando la strategia.
«Aspettate» disse Jacob.
«C'è poco tempo» annunciò Sam.
«Ma... cos'avete in mente? Oggi pomeriggio non volevate attaccarli per non infrangere il patto e ora progettate un'imboscata?»
«C'è in ballo qualcosa che il patto non contempla» rispose Sam «È un pericolo per tutti gli umani della zona. Non sappiamo che tipo di creatura hanno generato i Cullen, ma sappiamo che è forte e che cresce in fretta, e tanto basta. In oltre, sarà troppo piccolo per onorare il patto. Ricordi i vampiri neonati contro cui abbiamo combattuto? Selvatici, violenti, incapaci di ragionare o di moderarsi»
«Non lo sappiamo..» tentò di intromettersi Jacob.
«No, non lo sappiamo. Ma non possiamo correre il rischio dell'ignoto, in questo caso. Possiamo permettere ai Cullen di esistere finché avremo l'assoluta certezza che siano affidabili ed innocui» dichiarò Sam.
«Non piace neppure a loro» rispose Jacob.
Sam ci mostrò l'immagine che Jacob aveva ricordato qualche minuto prima: Rosalie acquattata in modo "protettivo" vicino a Bella. «Qualcuno disposto a combattere per quella cosa c'è»
«Ma insomma, è solo un bambino!» urlò Jacob.
«Non lo sarà per molto» mormorò Leah.
«Jake, amico, è un problema grave» disse Quil «Non possiamo fare finta di niente»
«State esagerando» disse Jacob «L'unica ad essere in pericolo è Bella»
«Anche in questo caso è una sua scelta» rispose Sam «Ma stavolta la sua scelta ci coinvolge tutti»
«Non credo» continuò Jacob.
«Non possiamo correre il rischio. Non possiamo permettere che un bevitore di sangue venga a caccia nelle nostre terre» Sam era più che deciso ad attacarli.
«Allora digli di andarsene» disse Seth.
«Mettendo a repentaglio altri? Quando i bevitori di sangue passeranno dalle nostre terre, li distruggeremo, ovunque abbiano in mente di andare a caccia. È il nostro compito proteggere tutti» annunciò il grosso lupo nero.
«È una follia!» sbottò Jacob «Oggi pomeriggio avevi paura di mettere in pericolo il branco»
«Oggi pomeriggio non sapevo che ad essere in pericolo fossero le nostre famiglie»
«Non ci posso credere! Come farete ad uccidere la creatura senza uccidere anche Bella?!»
Non ci fu risposta. Ma seguì un silenzio più che eloquente. Bella sarebbe morta con il... coso che portava in grembo.
Jacob gemette «È essere umano! La nostra protezione non si estende anche a lei?»
«Morirà in ogni caso» pensò Leah «Noi non faremo altro che abbreviarle il tormento»
Jacob scoprì i denti e si avventò sulla lupa dagli occhi di ghiaccio e la pelliccia argentea.
Sam saltò giù dalla pila di tronchi e afferrò Jacob per il fianco, facendolo allontanare.
Jacob emise un guaito di dolore e di rabbia e si girò per morderlo.
«Basta!» ordinò Sam con il doppio timbro dell'Alfa.
Il lupo nero distolse lo sguardo da Jacob e tornò ad appollaiarsi sulla sua pila di tronchi. «Non essere crudele con lei, Leah. Il sacrificio di Bella ha un prezzo e ne siamo tutti consapevoli. Sacrificare una vita umana va contro i nostri principi. Ed è triste dover fare un'eccezione. Stanotte compiremo un'azione per la quale tutti porteremo il lutto»
«Stanotte?» ripeté Seth turbato «Sam, credo che dovremmo parlarne ancora. Dobbiamo almeno consultare gli anziani. Non puoi davvero..»
«Ora come ora non possiamo permetterci di compiacere la tua tolleranza verso i Cullen» lo interruppe Sam «Non abbiamo tempo per discutere. Farai ciò che ti è stato detto, Seth»
Seth chinò le zampe posteriori e abbassò la testa sotto il peso dell'ordine dell'Alfa.
«Ci serve il branco al completo. Jacob, tu sei il più forte e lotterai con noi, stanotte. Capisco quanto sia dura per te, perciò ti occuperai di Emmett e Jasper Cullen, i combattenti migliori... non dovrai avere a che fare con... con gli altri. Al tuo fianco ci saranno Quil ed Embry»
Jacob si sforzò di restare in piedi, anche se l'ordine dell'Alfa lo costringeva a piegarsi al volere di Sam.
Hale... pensai involontariamente. Jasper Hale, non Cullen. I Cullen avevano usato l'originale cognome di Rosalie per mascherare meglio la loro copertura con gli umani: Rosalie e Jasper erano fratelli adottati da Esme che poi aveva sposato Carlisle.
Sam mi guardò e potei capire dal suo sguardo che avrebbe costretto anche me a combattere.
Abbassai le orecchie e distolsi lo sguardo.
Dovevo andarmene e aiutare i Cullen, oppure no? Era questo il problema: chi dovevo tradire? I licantropi o i vampiri?
«Paul, Jared ed io attaccheremo Edward e Rosalie» continuò a dire Sam «Stando alle informazioni che abbiamo avuto da Jacob, penso che saranno loro a proteggere Bella. Nei paraggi ci saranno anche Carlisle, Alice e probabilmente Esme. Brady, Collin, Seth e Leah si concentreranno su di loro. Chiunque avrà la possibilità di attaccare» si bloccò prima di dire il nome di Bella «La, la, creatura, lo farà. La nostra priorità assoluta è questa: distruggere la creatura»
Il branco ringhiò all'unisono, in segno di consenso. La tensione aveva fatto rizzare il pelo a tutti. I movimenti si erano fatti più frenetici e il rumore delle zampe sul terreno salmastro era più acuto, le unghie raschiavano il suolo. I lupi continuavano a girarci attorno con le zanne scoperte e le orecchie appiattite.
Solo io, Seth e Jacob non eravamo così entusiasti della scelta di Sam. Il naso di Seth quasi toccava terra, chino di fronte agli ordini di Sam. Sentivamo tutti quanto soffrisse per quell'imminente atto di slealtà. Quando c'era stata l'alleanza per combattere i neonati, Seth si era affezionato sinceramente ad Edward e lo considerava un amico, non voleva attaccare lui o la sua famiglia. Ma non aveva scelta, doveva obbedire a Sam.
Sam non aveva mai abusato così tanto del suo potere e sapevamo che non gli faceva piacere vedere Seth chino davanti a lui, come uno schiavo al cospetto del padrone, ma pensava seriamente che non ci fossero alternative e che attaccarli fosse la cosa migliore.
E io? Io cosa dovrei fare? Attaccare la mia famiglia? Mi azzardai a chiedere.
Il cerchio di lupi si fermò, guardando Sam sulla pila di tronchi.
«Tu? Beh, tu puoi essere l'unica ad entrare in casa senza essere notata: liberati della creatura» rispose Sam.
Per quanto possa aver voglia di uccidere Bella quando si comporta in modo molto stupido, non posso ucciderla. Non posso fare questo a mio fratello e a Charlie.
«Come, scusa?» chiese Sam.
Hai capito benissimo. Non combatterò contro i Cullen. Né ora né mai. Ucciderò io stessa quella roba, ma quando non sarà più dentro di Bella.
«No. Tu combatterai!» rispose Sam ringhiando e scendendo lentamente dalla pila di tronchi «Combatterai e ti occuperai di Bella»
Usai tutta la mia forza di volontà per non inchinarmi davanti a lui. Non posso! Lo supplicai con lo sguardo. È come se io ti ordinassi di uccidere Emily!
Sam ebbe un fremito alla sola idea di uccidere Emily.
«È diverso. Emily non mette a rischio tutti noi, Bella sì. Tu combatterai, è un ordine!»
Appiattì le orecchie e lo guardai negli occhi, ringhiando. Non potevo farlo. Non potevo ucciderli.
Sam ringhiò più forte, avvicinandosi a me «Ci hai già traditi non dicendoci cosa avevano generato i Cullen. Quindi stanotte combatterai con noi!»
Curvai le spalle sotto il peso di quell'ordine ma non cedetti. Era come se delle catene cercassero di legarmi al suolo. Scossi la testa a destra e a sinistra per cercare di liberarmi.
«Chiara! Ti ordino di combattere! Starai al nostro fianco ed ucciderai Bella Swan, noi ci occuperemo degli altri!»
Non riuscì a resistere più di tanto. Era come combattere contro una forza invisibile che, sfortunatamente, era più forte di me.
La zampa anteriore sinistra scivolò lentamente indietro, scavando un piccolo solco. Il peso del mio corpo si spostò verso le zampe posteriori, lasciando la zampa anteriore destra completamente tesa. Abbassai piano piano la testa verso il suolo.
Sam continuava a ringhiare per accrescere il potere dell'ordine.
Chiusi gli occhi, non riuscendo più a lottare.
Nel mentre che venivo sottomessa all'ordine dell'Alfa, una sorta di flashback mi colpì. Tutte le cose dolci che i Cullen avevano fatto per me e i bei momenti passati con loro.
No, non potevo ucciderli.
Il naso toccò terra e riaprì gli occhi.
Mi tirai su di scatto, rompendo quelle catene invisibili e liberandomi.
Graffiai con i denti il naso di Sam che mi sovrastava e mi misi in posizione d'attacco, ringhiando il più forte possibile, con le orecchie appiattite e le zanne ben in mostra.
Io non combatterò! Questa non è la mia guerra!
Forse era una sorta di voce da alfa, forse no. Sapevo solo che ora dovevo scappare e avvertire i Cullen.
Sam ringhiò «Oh, sì che combatterai! Eccome se combatterai!»
No! Dissi scattando verso destra e correndo dai Cullen. Dovevo avvisarli.
Sam ringhiò frustrato. «Prendetela» ordinò.
Paul, Jared e Leah partirono al mio inseguimento. Mi preoccupava solo Leah: era molto veloce, non avrei potuto rallentare oppure sarei stata presa.
Stava accadendo una cosa strana, sentivo le voci del branco lievemente più distanti. Mi risultava quasi fastidioso ascoltarle, perché dovevo concentrarmi molto per captarle.

Continuai a correre al massimo delle mie possibilità, mi bastava arrivare ad un kilometro dalla casa ed Edward avrebbe scoperto tutto ma, soprattutto, mi bastava entrare nel confine dei Cullen e sarei stata salva.
Avevo il fiato corto e i polmoni stavano per scoppiarmi non avevo mai corso così veloce per una lunga distanza e, soprattutto, non ero mai stata inseguita da tre licantropi.
Leah era abbastanza vicina, se avessi rallentato anche solo di un nano secondo mi sarebbe piombata addosso. Poi Jared e Paul mi avrebbero portata a forza dal branco e mi avrebbero rinchiusa da qualche parte nel mentre che attaccavano i Cullen, ne ero sicura.
Non sapevo con precisione a che distanza fossi dalla casa, ma iniziai a pensare "pericolo: i licantropi vogliono attaccarvi" sperando che Edward mi sentisse.
Fui sicura di essere salva appena varcai con un salto la linea di confine. Ero nel territorio dei vampiri, ora. Inciampai e rotolai a terra, ma mi rialzai subito.
I miei tre inseguitori si fermarono ringhiando e muovendosi vicino alla linea.
Ringhiai a mia volta e poi ripresi a correre verso la villa.
Paul levò la testa al cielo e ululò irritato. Segnalava al branco che non mi avevano presa, anche se lo sapevano già, e mi avvertiva che adesso ero ufficialmente loro nemica. Leah e Jared si unirono a lui e poi tornarono indietro, lo vidi dai loro pensieri.
Corsi a perdifiato a casa. Quando arrivai Edward sapeva già tutto, anche della "riunione", grazie ai miei pensieri.
Lo vidi saltare giù dal balcone, al quale si accedeva tramite il salotto, e raggiungermi.
«Come possono farlo?!» mi chiese.
Mi fermai ansimando, con i polmoni che bruciavano.
Non lo so. Però lo faranno. Forse non stanotte, non hanno più l'effetto sorpresa e Sam non farà mai qualcosa di così avventato, non vorrebbe mai perdere un membro del branco.
Lui annuì pensieroso «Cosa possiamo fare per evitare che ci attacchino?»
Nulla. Probabilmente scappare. Magari a Denali, dei vampiri in più potrebbero spaventarli abbastanza.
«Non possiamo spostare Bella... e neanche mettere a rischio la vita di Tanya e gli altri. Per ora sentiamo cosa intendono fare. Tu puoi ancora sentirli, vero?»
Annuì e lo seguì in casa.

Intanto Jacob aveva iniziato a tentennare. Quei vampiri erano più umani degli umani stessi, soprattutto Carlisle ed Esme. Non era giusto ucciderli.
E, soprattutto, uccidere Bella, per lui, equivaleva ad uccidere se stesso, un suicidio.
«Devi collaborare, Jacob» ordinò Sam «La tribù viene prima di tutto»
«Mi sbagliavo, Sam» rispose Jake.
«Le tue motivazioni erano sbagliate. Ma ora abbiamo un dovere da compiere»
«No»
Sam ringhiò «. Non ci sono scappatoie. Tu, Jacob Black, combatterai al nostro fianco contro i Cullen. Insieme a Quil ed Embry ti occuperai di Jasper ed Emmett. Il tuo compito è proteggere la tribù. È per questo che esisti. E compirai il tuo dovere»
Jacob cercò di fare resistenza ma non ci riuscì. Le sue spalle si curvarono sotto il peso dell'ordine, le zampe anteriori cedettero e quella sinistra andò un po' più indietro.
Ringhiai frustrata, speravo che almeno Jacob riuscisse a battere Sam. Se ci ero riuscita io poteva farlo pure lui. Temevo che mi sarei trovata a combattere contro Seth e Jacob.
Seth non avrebbe mai voluto attaccare i Cullen, ma se neanche Jacob, il legittimo Alfa, riusciva ad opporsi a Sam, Seth non ce l'avrebbe mai fatta ad andarsene.
Il licantropo rossiccio abbassò la testa e si ritrovò inchinato dinnanzi a Sam.
Dall'ordine dell'Alfa non si scappava.
Come aveva detto Embry: era guerra, guerra aperta.

I Cullen e i Quileutes 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora