23. Vi pare il momento giusto per attaccarci?!

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Uscimmo fuori, preferì rimanere in forma umana, forse non si sarebbe arrivati ad uno scontro.
Il branco di Sam uscì dal folto del bosco.
«Siamo in pochi...» constatò Jasper.
«Troppo pochi» aggiunse Alice.
«Non toccheranno la mia famiglia!» disse Edward deciso.
«Lasciate almeno che ci parli io, provo a fermarli» dissi facendo un passo avanti.
Sam si fermò a due metri di distanza da me. "Chiara, noto con piacere che non ti hanno mangiata... unisciti a noi, combattiamoli. Hanno infranto il patto uccidendo Bella"
Come cavolo fanno a saperlo?! Mi chiesi.
In più ero confusa: perché riuscivo a sentire solo quello che Sam voleva dirmi? Era un po' come quando lui e Jacob parlavano, riuscivano a sentire solo ciò che volevano dire, però io avrei dovuto riuscire a leggergli i pensieri come riusciva a farlo Edward.
"Sarà una protezione istintiva" pensò Edward sentendo i miei pensieri.
"Allora? Da che parte stai?" Mi incalzò Sam.
«No, Sam. Aspetta. Lascia che ti spieghi. Bella non è morta» dissi.
"Ah, sì? E dov'è? Io... non la vedo e non la sento"
Non potevo assolutamente dirgli che stava diventando un vampiro, avremmo discusso per quello.
«È in casa con Renesmee, loro figlia»
In parte era vero.
"Uh, una femminuccia, peccato che non abbiamo niente di rosa da regalarle... spostati. Non uccideremo anche te"
«Jacob ha avuto l'imprinting con Renesmee. Non potete ucciderla» era la nostra Legge Suprema.
«Cosa?!» ringhiò Edward.
Sam scoppiò a ridere, pensando che stessi mentendo.
Per una volta, solo una, Edward non poteva rimanere zitto?!
", certo. L'imprinting tra un licantropo e un mostro?" chiese Sam in modo retorico "Inventati una storia migliore"
«Anche noi siamo dei mostri» intervenni «Poi, questo è il nostro territorio quindi andatevene» cercai di mantenere un tono autoritario «Nostro territorio, nostre regole!» Aggiunsi ringhiando e tremando lievemente.
"Il patto è stato infranto, se non lo avete ancora capito. Questa è terra di nessuno. Visto che il vostro Alfa non c'è non intendiamo contrattare. Di sicuro Jacob se la sarà data a gambe"
«Bada a come parli, Jacob è più Alfa di quanto lo sia tu!»
Detto questo mi trasformai.
Jacob non c'è, questo è vero, è dentro con Renesmee. Non essendoci lui sono io l'Alfa.
Ero pur sempre la lupa in seconda, stando a quanto avevo appreso da alcuni pensieri insepressi di Jake.
Sam scosse la testa e abbaiò un ordine.
Conoscevo quel suono, era il comando d'attacco.
Mi preparai a veder saltare Sam, com'era solito fare, invece saltò prima Paul che mi atterrò.
Mi liberai addentandogli la zampa e scoppiò il caos.
Edward bloccò Sam e così fece Jasper con Jared. Il quale riuscì a buttare a terra Jasper che, con un calcio, se lo tolse di dosso.
Intanto Paul cercava di intrappolarmi, ma io ero troppo veloce per lui. Agilmente gli saltai addosso e gli addentai un orecchio, facendolo guaire.
Alice schivò un attacco di Jared saltando, ma venne bloccata da Embry. Senza le sue visioni era meno brava del solito in battaglia, non era più invincibile.
I rumori attorno a noi erano un insieme di grida, ringhi, ruggiti e guaiti.
Sentivo solo i pensieri dei Cullen. Da un lato era positivo: non avevo molte distrazioni; dall'altro era negativo: non potevo anticipare le mosse dei miei avversari.
Sam riuscì ad atterrare Edward.
Il vampiro provò ad alzarsi, ma il licantropo era più forte.
Cercai di andare ad aiutare la mia famiglia.
Saltai giù dalla schiena di Paul, ma Brady mi saltò addosso mordendomi la spalla.
Guaì cercando di morderlo a mia volta. Alla fine, riuscì a liberarmi abbastanza facilmente. Collin e Brady erano i meno bravi a combattere, non erano un grande problema.
Corsi in aiuto degli altri ma mi bloccai. Paul ed Embry mi avevano circondata. Ringhiai e cercai di scappare.
Sam, intanto, si apprestava ad uccidere Edward. Lo aveva bloccato a terra, tenendolo ancorato al suolo con l'enorme zampa nera piantata sul petto del vampiro.
In un lampo, Carlisle ed Esme, sbucati da non so dove, buttarono a terra il licantropo.
Mi distrassi con il loro arrivo e Paul mi spiaccicò contro il muro della casa, mi aveva bloccata. Mi aveva morso più o meno alla scapola.
Ero finita.
Sapevo cosa voleva fare, entro poco tempo mi avrebbe lasciata per afferrarmi con i denti dal collo e squartarmi la giugulare. Aspettava solo che il dolore fosse insopportabile, mi aveva morso in un punto ben preciso, ogni millisecondo che passava il dolore aumentava, non mi sentivo più la zampa tanto era forte.
Quella situazione mi ricordò la presa ferrea di Victoria. Mi aveva afferrata nello stesso punto quando avevo cercato, stupidamente, di salvare Andrea senza trasformarmi.
Se Paul avesse aspettato il tempo giusto, sarei rimasta per un attimo paralizzata dal dolore.
Cercai di non guaire solo per non dargliela vinta tanto facilmente.
Vidi Sam rialzarsi e preparasi ad attaccare Carlisle. Jasper, ingegnosamente, corse verso di lui, inseguito da Quil. All'ultimo momento, quando Quil saltò in aria per afferrarlo, si abbassò e i due lupi si scontrarono.
Emmett andò in soccorso di Alice, calciando Collin e tirando un pugno a Jared. Poi, venne da me quando, ormai, mi ero data per vinta.
Il vampiro scaraventò a terra Paul ed io mi accasciai al suolo, aspettando che il dolore passasse. Era il tallone d'Achille mio e dei licantropi quel punto vicino alla scapola.
Sentì arrivare Leah e Seth che si erano appena trasformati.
Mi rialzai e avvistai Carlisle intrappolato da Collin e Brady.
Ringhiai frustrata, cercavano sempre di attaccare in coppia.
Saltai addosso a Collin arpionandomi con gli artigli alla sua schiena.
Il licantropo si girò, cercando di mordermi, ma io ero in un punto strategico. Cercò per un po' di scrollarmi di dosso, invano. Lo morsi, cercando di non farmi sbalzare via, lui guaì di dolore e si buttò a terra di schiena. Dovetti staccarmi da lui per evitare di essere spiaccicata.
In tutto ciò, Sam era riuscito ad avvicinarsi a me e cercò di mordermi, ma io schivai il colpo.
Poi, sentì un urlo, Alice era stata bloccata a terra da Jared.
Merda. Pensai e corsi verso di lei.
Collin mi bloccò la strada, gli ringhiai e gli saltai al collo, mordendolo molto vicino alla giugulare. Lui cadde a terra sanguinante, non sarebbe assolutamente morto dissanguato, sarebbe stato solo molto debole e, sicuramente, spaventato.
Leah, con un ringhio, si avventò su Jared. I due lupi giganti rotolarono cercando di azzannarsi e tirandosi zampate a non finire.
Seth si decise ad aiutarci e andò in soccorso di Jasper che stava lottando contro Quil ed Embry.
Intravidi Emmett salire su un albero dove Paul non poteva arrivare e da lì, stenderlo con un pugno, poi andò ad aiutare Leah.
Brady mi raggiunse e io mi ritrasformai per arrampicarmi più facilmente su di un albero vicino a me. Sfortunatamente non fui molto veloce e mi azzannò il polpaccio.
Urlai e imprecai dal dolore, cercando di mantenere la presa su di un ramo salda. Con la gamba destra gli tirai un calcio sul muso, liberandomi.
Salì di due rami e poi mi fermai. Mi guardai la gamba, perdevo molto sangue, la ferita, questa volta, era profonda. Era la stessa gamba dove Jared, poche ore prima, mi aveva graffiato la coscia.
Guardai verso il basso e vidi che i Cullen si stavano compattando, dovevo raggiungerli.
Senza badare al sangue e al dolore lancinante mi alzai.
Camminai di ramo in ramo, agile quanto un felino, e vidi Sam che aveva intrappolato Esme.
Non potevo assolutamente permettere che la uccidesse!
Con un ringhio saltai giù dal ramo, ancora in forma umana. Atterrai sulla sua schiena e gli tirai le orecchie, una cosa molto dolorosa.
Il lupo nero e gigante s'impennò e cercò di disarcionarmi. Saltava e girava senza seguire uno schema preciso. Si muoveva talmente in fretta e con tanta forza che dovetti affondare le mani nella sua pelliccia e stringere le ginocchia attorno al suo corpo massiccio. Spirit era niente al confronto.
Sam iniziò a girare indietro la testa per provare a mordermi. Per mia fortuna, ero abbastanza lontana dalle sue zanne accuminate.
Ad un certo punto, senza preavviso, scattò in avanti saltando come una capretta di montagna e poi inchiodò.
Rischiai quasi di cadere: persi la presa e scivolai in avanti, sbattendo con il viso contro la sua testa.
Poi si alzò sulle due zampe posteriori, facendomi quasi cadere indietro.
Di colpo si buttò in avanti e cadde volontariamente di schiena.
Prima di essere spiaccicata dal suo corpo mollai la presa e venni sbalzata via.
Caddi a terra, sbattendo il fianco sinistro sul terreno. Gemetti di dolore quando sentì lo schianto del mio corpo sull'erba umida e sentì le costole rompersi, una ad una.
Scivolai sul terreno, scavando un lieve solco. Quando mi fermai, provai a muovermi, contorcendomi dal dolore e facendolo peggiorare ulteriormente.
Il licantropo nero come la pece si rialzò ringhiando e mi si avvicinò.
"È finita. Sei bloccata" pensò.
Si avvicinò di più, pronto a mordermi.
Feci cenno di no con la testa «Non ancora» dissi in un ringhio.
Avevo un piano B.
Sam non capì e mi guardò confuso.
Senza esitare gli tirai un calcio sul naso. Lui spostò di lato il muso, grugnendo per il colpo inaspettato.
Rotolai sotto le sue zampe, imprecando per il dolore alle costole, mi trasformai facendo peggiorare il dolore lancinante e mi avvicinai agli altri.
Non riuscivo a poggiare la zampa destra che continuava a sanguinare e ogni respiro e movimento era una tortura, ma non era importante in questo momento.
Eravamo bloccati.
Loro erano troppi.
«Ora basta!» urlò Jacob con tono autoritario, parandosi fra noi e il branco di Sam «È tutto finito!» dichiarò.
Sam provò a scansarlo per attaccarci, ma Jake si spostò davanti a lui.
«Se uccidete lei, uccidete me!» dichiarò Jacob.
Sam ruggì e gli si avventò contro.
Jacob saltò indietro, ma il grosso lupo lo colpì comunque facendolo sbattere contro la ringhiera della casa.
Jake si trasformò al volo. I suoi vestiti scoppiarono con un grande fragore e il lupo dalla pelliccia fulva si stagliò di nuovo dinnanzi al lupo dalla pelliccia nera.
I lupi di Sam ringhiarono turbati.
Jacob, in tono autoritario, spiegò a Sam tutto quello che gli era accaduto.
Io, Leah e Seth ascoltavamo con la massima attenzione ma, sfortunatamente, potevamo sentire solo ciò che Sam rispondeva a Jacob. Se il licantropo nemico avesse comandato agli altri di attaccarci non lo avremmo potuto sapere in anticipo.
Sam, sentendo ciò che Jacob aveva da dirgli, ringhiò e tirò indietro le orecchie, frustrato dalla situazione.
«Jacob ha avuto l'imprinting» dichiarò Edward per spiegare ai vampiri cosa stava succedendo. Non sembrava molto felice che sua figlia avesse scatenato quella reazione nel licantropo.
Tutti i vampiri sgranarono gli occhi, colpiti dalla notizia.
Leah ringhiò disgustata nel mentre che ascoltava le parole che Jacob rivolgeva a Sam.
Seth, invece, sembrava abbastanza contento.
Lanciai una breve occhiata ad Edward e poi ripresi a guardare i due Alfa.
Notai subito che Jacob, pur essendo più giovane, era più alto di Sam e sorrisi. Questo dimostrava che il nostro era un vero Alfa. Si vedeva lontano un miglio che era più alto, forte e muscoloso rispetto a Sam.
Sam scosse la testa, contrariato dalla storia di Jacob e ringhiò più forte.
Jake, avvicinandosi a lui, alzò la tonalità del ringhiò, ripiegando all'indietro le orecchie.
Sam abbassò lievemente il capo e accettò i fatti: Jacob aveva avuto l'imprinting con Renesmee. Non potevano ucciderla.
«Renesmee è salva» disse Edward, sentendo i pensieri dei due licantropi, era decisamente più sollevato «Non possono ucciderla se un lupo, con lei, ha avuto l'imprinting» spiegò agli altri.
Intanto Sam fece un profondo respiro e arretrò.
Il grosso lupo guardò con rispetto Jacob e noialtri. Non ci avrebbero attaccati, non potevano.
«Fa parte della loro Legge Suprema» continuò a spiegare Edward.
Sam, ancora arrabbiato per non aver ucciso i vampiri, arretrò di più, si girò e abbaiò un ordine.
Si ritiravano.
Avevamo vinto.
Renesmee era salva.
Gli altri lupi, contrariati, seguirono il capo e, in breve tempo, si dispersero silenziosamente nell'oscurità dalla quale erano venuti.
Silenziosi erano arrivati, silenziosi se n'erano andati.
Jacob si voltò a guardare Edward.
Il vampiro annuì lievemente, in segno di rispetto e di ringraziamento e così fece il licantropo.
Scodinzolai guardando il licantropo dalla pelliccia rossiccia. Lui si voltò a guardarmi, fiero della sua decisione.
Provai a camminare verso la casa, zoppicando e guaendo per il dolore alla zampa e alle costole.
Jacob si avvicinò a me e mi prese per la collottola, portandomi in casa.
Jake, cosa stai facendo?! Mi lamentai.
"Ti porto in casa"
Perché?! Non sono una cucciola! Provai a dimenarmi ma mi fermai, guaendo dal dolore.
"So cosa vuol dire avere delle costole rotte. Sta ferma e buona" disse entrando in casa, passando dalla porta che Carlisle gli stava tenendo aperta.
Romperai tutto, sei enorme in forma di lupo.
Jacob ridacchiò. "Non è importante, questi succhiasangue sono millionari, potranno ricomprare qualsiasi cosa".
Il licantropo seguì Carlisle che ci guidò nel salone al primo piano. Sicuramente non voleva andare nel suo studio perché c'era Bella.
Jacob mi adagiò cautamente sul divano, poi si allontanò.
«Ehi, Jake!» lo chiamò Emmett.
Il lupo si voltò a guardarlo ed il vampiro gli lanciò una sacca di vestiti.
Il licantropo lo prese al volo. "Grazie, succhiasangue"
«Ti ringrazia» disse Edward ad Emmett. Il suo tono di voce era cupo: era ancora preoccupato per Bella. Lo osservai attentamente: era ridotto davvero male. I capelli erano disordinati e la camicia blu era in parte aperta e zuppa di sangue. Oltre a questo presentava delle macchie di sangue sul corpo: sulle mani, attorno alla bocca e sul petto, lasciato scoperto dalla camicia.
«Carlisle, è normale che il cuore di Bella non abbia ancora ripreso a battere?» chiese Edward agitatissimo.
«Non lo so, Edward» rispose lui facendomi una veloce radiografia alle costole che mi ero rotta. Era strano avere un dottore come padre che aveva tutti gli strumenti medici a casa.
«Come fai a non saperlo?!» gli chiese Edward irritato.
«Non ho mai trasformato qualcuno dopo avergli iniettato della morfina e, soprattutto, non ho mai trasformato qualcuno che era nelle stesse condizioni di Bella. Non so cosa possa succedere»
«Giusto, scusa, hai ragione...» mormorò Edward.
«Tranquillo, non importa. Finisco con Chiara e andiamo a vedere come sta»
Carlisle disse che, fortunatamente per me, nessun frammento delle tre costole rotte era penetrato negli organi e mi fasciò la parte lesionata. Ancora dolorante mi rimisi con cautela la maglia che avevo tolto per permettere la fasciatura e mi sdragliai sul divano.
«Entro domani le costole dovrebbero essere guarite del tutto» mi disse Carlisle «Mi raccomando: niente movimenti bruschi o rischierai di peggiorare tutto»
Annuì e lui si diresse, insieme ad Edward, al piano superiore.
In quel momento Jacob entrò nella stanza.
Un rumore inatteso e veloce ci sorprese: era il palpitare frenetico e veloce di un cuore in trasformazione.

I Cullen e i Quileutes 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora