21. Benvenuta, Renesmee

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Entrammo nel salotto.
"Va bene" pensò Jacob rivolgendosi ad Edward "Fate pure. Salvatela. Come erede di Ephraim ti do il mio permesso, la mia parola, che questo non violerà il nostro patto. Gli altri dovranno prendersela con me. Hai ragione: non posso negare che ho tutto il diritto di acconsentire"
Sorrisi. Grande, Jake, scelta saggia. Gli dissi mentalmente anche se continuavo a credere che Bella sarebbe morta.
«Ti ringrazio» rispose Edward guardando Jacob dritto negli occhi. Parlò a voce troppo bassa perché l'udito umano di Bella potesse sentirlo, però gli altri vampiri, capendo cos'era successo, si girarono a guardarli meravigliati.
«Rose» disse Bella cambiando espressione.
Mi sedetti nella poltrona senza badare all'umana.
«Ancora?» chiese la vampira soffocando una risata.
«Credo di aver bevuto sette litri in un'ora» rispose lei.
Sto per vomitare... pensai disgustata. Anch'io, a volte, bevevo sangue, ma era sangue animale, lei beveva sangue umano! E, la cosa che mi disgustava di più, era che lei era umana, non una vampira!
Edward e Jacob si spostarono, nel mentre che Rosalie sollevava Bella per portarla in bagno.
«Posso camminare?» chiese Bella «Sento le gambe indolenzite»
«Sei sicura?» chiese Edward.
«Rose mi prenderà se inciampo. Cosa molto probabile, dato che neanche riesco a vedermi i piedi»
Rosalie mise in piedi Bella, con attenzione, sorreggendola per le spalle. Bella stirò le braccia di fronte a sé, facendo una piccola smorfia.
«Ah, ora sto meglio» sospirò «Mamma mia, sono enorme» dopo un attimo continuò «Ancora un giorno» disse tamburellando sul pancione.
Feci una smorfia. Ancora un giorno prima della distruzione di questa famiglia.
«Tutto bene, allora. Ops... oh, no!» disse Bella. Il bicchierino, che aveva lasciato sul divano, cadde e il sangue scuro si riversò sul tessuto color panna.
Strinsi i denti, trattenni il fiato e mi voltai a guardare i vampiri. Sembrava che, in questo momento, avessero decisamente molto più controllo di me.
Automaticamente, nonostante altre tre mani l'avessero preceduta, Bella si chinò, cercando di prendere il bicchiere.
Dal centro del suo corpo venne un rumore inaudito, come uno strappo smorzato!
«Ah!» sussultò.
Poi perse tutte le forze e cadde a terra, Rosalie l'afferrò, preceduta da Edward. Nessuno stava badando al caos sul divano.
«Bella?» la chiamò Edward e, poco dopo, spuntò sul suo viso un'espressione di panico.
Mezzo secondo dopo, Bella urlò. Non fu un urlo, ma un grido di agonia che mi fece gelare il sangue nelle vene. Il suono terminò con un gorgoglio e le si rivoltarono gli occhi. Il suo corpo si contrasse, inarcandosi fra le braccia dei due vampiri; poi Bella vomitò un bel po' di sangue.
In tutto ciò io ero rimasta impietrita sulla poltrona. Non ci stavo capendo nulla! Mi sembrava la scena di un film dell'orrore, ma sapevo che a Bella stava succedendo qualcosa di grave. Cosa le stava facendo quella creatura? In più, c'era moltissimo sangue e mi era difficilissimo concentrarmi per non uccidere qualcuno.
La creatura dentro di lei iniziò a muoversi, rompendo alcune ossa dell'umana.
Rosalie ed Edward rimasero impietriti per pochissimi secondi, poi scattarono. La vampira prese in braccio Bella e salì di sopra, seguita dal vampiro.
Jacob schizzò dietro di loro e, per non so quale motivo, li seguì anch'io.
«La morfina!» gridò Edward a Rosalie.
«Alice, chiama Carlisle!» strillò lei.
Entrammo nello studio di Carlisle che, già da qualche giorno prima, sembrava mutato in una stanza d'ospedale. Bella era su un tavolo operatorio e una luce forte e bianca illuminava la camera.
Rosalie le tolse i vestiti di dosso ed Edward le iniettò qualcosa nel braccio con una siringa, probabilmente era la morfina.
Rabbrividì, avevo il terrore degli aghi; che cosa stupida per un licantropo-vampiro...
«Che succede, Edward?» chiese Rosalie.
Menomale che sono laureati entrambi in medicina... pensai.
«Il bambino sta soffocando!» rispose il vampiro.
«La placenta deve essersi staccata» constatò Rosalie.
«Fatelo uscire!» urlò Bella «NON RESPIRA! Fatelo uscire SUBITO!»
«La morfina..» iniziò a dire Edward.
«NO, ADESSO!» rispose lei. Poi vomitò altro sangue, fermando la sua reazione isterica.
Strinsi i denti e chiusi gli occhi. Quello era sangue, tanto sangue. In più, non avevo ancora capito perché stesse vomitando, dopotutto la placenta e il bambino non avrebbero dovuto interessare lo stomaco.
Alice schizzò nella stanza, dando un piccolo auricolare blu a Rosalie, poi uscì in fretta.
La vampira bionda parlava freneticamente al telefono, probabilmente con Carlisle.
Un'ombra rosso scuro era comparsa sotto la pelle della pancia dell'umana, ingrossata per via della gravidanza.
Rosalie prese un bisturi.
«Aspetta che entri in circolo la morfina!» le disse Edward.
«Non c'è tempo» sibilò Rosalie «Il bambino sta morendo!»
Al diavolo il bambino, così ammazza lei. Pensai ancora sconvolta e confusa.
Rosalie posò una mano sulla pancia di Bella e un rosso vivido sgorgò da dove aveva perforato la pelle con la lama.
Bella sobbalzò, stranamente senza gridare.
Mi voltai, appiccicandomi alla parete opposta rispetto a dove si stava svolgendo la scena. Cercai di fare il minor numero di piccoli respiri.
Non sapevo neanch'io perché continuavo a rimanere lì, sfidando il mio autocontrollo. Forse non mi fidavo della capacità dei due vampiri presenti di controllarsi, c'era pur sempre una grande quantità di sangue dolce, caldo, invitante...
No, Chiara, no! Dissi a me stessa. Rischiavo seriamente di attaccare Bella per soddisfare la mia sete.
Rosalie perse la concentrazione. La sentì ringhiare.
«No, Rose!» ruggì Edward.
Mi voltai per poter attaccare la vampira bionda, dopotutto era mio compito di licantropo.
Jacob, senza neanche trasformarsi, si lanciò su di lei. Con un salto superò il tavolino da sala operatoria. Riuscì a spingerla verso la porta. Con la mano destra le chiuse le vie respiratorie e le tirò un calcio sullo stomaco, facendola volare contro la porta -la quale, adesso, aveva uno stipite piegato-. Poi arrivò Alice che la trascinò giù in salotto. Stranamente Rosalie non aveva opposto resistenza, probabilmente voleva che vincessimo noi. Voleva salvare Bella. Beh, non Bella ma la creatura.
«Alice, portala fuori di qui!» gridò Edward alla vampira che, ormai, stava già scendendo le scale «Portala da Jasper e tienila lì!»
Jacob si tolse il bisturi dal braccio sinistro. La lama gli si era conficcata durante la breve lotta.
Decisi di uscire anch'io. Sapevo che Edward riusciva a controllarsi e, se fosse servito, ci sarebbe stato Jake ad evitare che Edward uccidesse Bella perdendo il controllo.
«No, Chiara. Aspetta» mi richiamò il vampiro.
Mi voltai a guardarlo negli occhi, evitando di posare lo sguardo sul sangue sui suoi vestiti, sulle sue mani, sul pavimento e sul corpo di Bella.
«Mi servi qui» mi spiegò.
Lo fissai terrorizzata. Le mie conoscenze di medicina erano pari a quelle che avevo in fisica nucleare. Ossia, praticamente nulle. In più, sapevo che non mi sarei riuscita a controllare, avrei solo complicato le cose.
«Non mi serve che mi aiuti a tirare fuori il bambino, so farlo anche da solo» disse «Blocca la porta, nessuno deve entrare»
Sospirai «Ok...» avrei cercato di non guardare troppo la scena da film dell'orrore.
Mi trasformai, così sarebbe stato più facile mantenere il controllo, e mi sedetti davanti alla porta.
«Jacob, ho bisogno anche di te» disse Edward e il licantropo si avvicinò a lui.
Ormai era una corsa contro il tempo. Il... bambino, creatura, mostro -quello che era- stava soffocando e Bella, un po' per la morfina, un po' per il sangue perso, stava perdendo conoscenza.
«Respirazione artificiale?» grugnì Edward, rapido ed esigente.
«Sì!» rispose Jacob, guardandolo per un attimo con insicurezza. Temeva che reagisse come Rosalie.
«Falla respirare! Devo tirarlo fuori prima che..»
Si sentì un altri schianto provenire dal corpo di Bella, questo fece fermare Edward che fissò abbastanza terrorizzato il corpo della moglie.
Bella non urlò neanche, probabilmente era già mezza anestetizzata, oppure... aveva perso la sensibilità. Infatti, le gambe, che prima erano piegate, si erano afflosciate in modo innaturale.
«La spina dorsale» ansimò Edward in preda all'orrore.
«Tiralo fuori!» ringhiò Jacob lanciandogli il bisturi addosso «Ormai non sente niente!» poi si chinò su Bella, iniziando a fare la classica respirazione bocca a bocca.
Sentivo il battito cardiaco della ragazza; era molto irregolare. Non sapevo quasi nulla di medicina e non volevo essere troppo tragica, ma credevo che non ce l'avrebbe fatta.
"Avanti" iniziò a pensare Jacob "L'hai promesso. Continua a far battere il tuo cuore"
Intanto Edward completò con il bisturi l'apertura che aveva iniziato ad incidere Rosalie, generando un rumore umido e leggero. Colò altro sangue sul pavimento.
Distolsi lo sguardo.
Poi un rumore inaspettato e terrorizzante mi fece sobbalzare. Sembrava il suono che produceva il metallo quando veniva ridotto a pezzi. Mi venne subito in mente la battaglia contro i neonati, la radura era piena di quel rumore nel mentre che i vampiri venivano fatti a pezzi, ora dai licantropi, ora dai Cullen. Mi voltai a guardare Edward. Il viso era premuto contro il taglio aperto. Inizialmente non capì cosa stesse facendo, poi mi ricordai che Carlisle aveva detto che la placenta era resistente quanto la pelle dei vampiri.
Ricomposi il puzzle di informazioni, arrivando a capire cosa stesse facendo. Denti di vampiro. Lo strumento infallibile, insieme a zanne e artigli dei licantropi, per tagliare la pelle di vampiro.
Tremai terrorizzata dalla visione.
Bella tossì e, dai pensieri di Jacob, appresi che strizzò anche gli occhi, i quali roteavano alla cieca.
«Resta con me, Bella!» le gridò il licantropo «Mi senti? Resta qui! Non voglio che mi lasci. Fai battere il tuo cuore!»
Edward tirò fuori un bambino coperto di sangue.
Rabbrividì.
«Renesmee» sussurrò lui.
Ok, una bambina. Pensai correggendo la mia prima affermazione.
«Fammi..» gracidò la ragazza in un sussurro spezzato «Dammela»
Edward si avvicinò a Bella, porgendole la bambina.
L'umana mugolò un gemito strano, debole. «Renes... mee. Sei... bellissima» poi singhiozzò di dolore.
La cosa, Renesmee, l'aveva morsa.
Edward strappò subito la creatura dalle braccia esanimi di Bella. «No, Renesmee» mormorò, come se volesse insegnarle le buone maniere.
Dai pensieri di Jake vidi Bella chiudere gli occhi. Non mi sembrava una buona cosa.
Con un ultimo tonfo sordo, il suo cuore vacillò e tacque. No, non era assolutamente una buona cosa.
Perse circa mezzo battito, poi le mani di Jacob iniziarono subito a comprimere il petto. Contava a mente, cercando di dare un ritmo regolare al cuore fermo della ragazza. "Uno. Due. Tre. Quattro". Si staccò un attimo e prese a soffiare una boccata d'aria nella sua bocca.
Il silenzio era rotto solo dal rumore del cuore di Jacob, dal rumore del mio cuore e dal rumore di quello di Bella, un gorgoglio sforzato. Oltre a questo c'era anche un palpitare troppo veloce, troppo leggero, che non riuscivo a localizzare, era come il rumore delle ali di un piccolo uccellino.
«Cosa aspetti?!» urlò Jacob ad Edward, senza smettere di soffiare aria e di fare il massaggio cardiaco.
«Prendi la bambina» rispose Edward impaziente.
«Buttala dalla finestra» disse Jacob senza distogliere lo sguardo da Bella.
«Chiara?» mi chiese Edward ansioso.
La uccido se me la dai. È coperta di sangue. Risposi terrorizzata, non sapevo assolutamente se sarei stata in grado di controllarmi.
Edward mi aveva distratta e, così, Rosalie riuscì ad entrare nella stanza.
«Datela a me» disse.
Io, Edward e Jacob ringhiammo all'unisono.
Mi preparai a saltare addosso alla vampira.
Jacob continuò a fare il massaggio cardiaco a Bella.
«È tutto sotto controllo» promise Rosalie «Dammi la bambina, Edward. Me ne prendo cura io finché Bella...»
Il vampiro consegnò la creatura alla vampira che uscì fuori dalla stanza.
La strana pulsazione accelerata si allontanò. Realizzai che era la cosa ad emetterla, aveva un cuore che batteva, come un'umana.
Mi stavo confondendo sempre di più.
Intanto Edward si avvicinò al licantropo. «Togli le mani, Jacob» gli ordinò.
Jake, non smettendo di fare quello che stava facendo, alzò lo sguardo su Edward e vide ciò che teneva in mano e che mi aveva fatto gelare il sangue nelle vene: una siringa argentata, forse d'acciaio.
«Cos'è?» chiese Jacob.
La mano del vampiro spinse via quelle del licantropo. Ci fu un leggero scrocchio: con un colpo gli aveva rotto il mignolo. Nello stesso istante, conficcò l'ago nel cuore di Bella e premette lo stantuffo.
Per un attimo mi girò la testa. Lui le aveva appena iniettato qualcosa nel cuore con una siringa! Ho già detto che odiavo gli aghi?
«Il mio veleno» rispose il vampiro, in ritardo di pochi minuti rispetto alla domanda di Jacob.
Il cuore della ragazza sussultò, come se avessero usato un defibrillatore.
«Non lasciare che si fermi» ordinò Edward a Jacob. La sua voce era fredda, ostile e meccanica, come quella di un automa.
Jacob ricominciò a premere sul cuore di Bella.
Edward iniziò a fare qualcosa che mi lasciò confusa. Sembrava che la stesse baciando: strofinò gentilmente le labbra contro la gola di Bella, i polsi, la piega all'interno del gomito. Capì cosa stava facendo solo quando sentì il rumore della pelle che si strappava mentre i denti di lui la mordevano senza sosta, immettendo più veleno possibile per provare a salvarla.
Mi avvicinai lentamente, curiosa.
Vidi la sua lingua esangue muoversi rapidamente lungo le ferite aperte e sentì l'iniziale rabbia di Jacob a quella vista. Poi il licantropo si calmò, capendo insieme a me l'intenzione del vampiro. Dove la lingua aveva cosparso il veleno, le ferite si erano richiuse, trattenendo così il siero ed il sangue all'interno del corpo.
Jacob le soffiò altra aria in bocca, ma non c'era più niente. L'unica reazione era il gonfiarsi inerte del suo petto, come un palloncino. Continuò a premere sul cuore, contando, mentre Edward, come un forsennato, si dava da fare per rimetterla in sesto.
Jacob pensò che ormai era inutile, Humpty Dumpty caduto dal muro era decisamente in condizioni migliori.
Non c'era più niente oltre a noi tre.
Loro due stavano cercando di far rivivere un cadavere.
Quel cadavere spezzato, dissanguato, martoriato era tutto ciò che rimaneva della ragazza che avevano amato. Non potevano rimetterla insieme.
In questo momento, i pensieri di Jacob erano molto simili ai miei in fatto di tragedia.
Jake sapeva che era troppo tardi, che era morta. Ne era sicuro perché la sua attrazione era sparita. Non sentiva più alcuna ragione per rimanere lì, accanto a lei. Lei non c'era più. Per lui quel corpo non esercitava più alcuna attrazione, il bisogno irragionevole di starle accanto era svanito. Anzi, si era spostato. Era oltre le scale, sicuramente era la brama di scappare e non tornare mai più in quel posto.
No, Jake, non andare... gli dissi ma non intendeva ascoltarmi, non in quel momento.
«E allora vattene!» sbottò Edward spingendo via le sue mani e cercando invano di far battere il cuore di Bella.
Jacob si raddrizzò le tre dita che gli aveva rotto.
Edward premette velocemente sul cuore morto della ragazza.
«Non è morta!» ringhiò il vampiro a me e Jacob «Si riprenderà»
Jake si avviò lentamente verso la porta, quasi non riusciva a camminare, l'oceano di dolore lo aveva travolto. Salvare Bella era stata la sua battaglia per tanto tempo e, ora, aveva fallito. Lei aveva deciso di farsi fare a pezzi, di sacrificarsi, per dare alla luce la figlia di Edward e, ora, era morta. Era tutto finito.
Jacob arrancò lungo le scale, lasciandomi sola con Edward e Bella, deceduta.
«Non è morta!» ringhiò ancora il vampiro «Non. È. Morta!»
Ecco, eravamo arrivati alla fine. Jacob sarebbe scappato per non tornare mai più, Edward sarebbe andato a Volterra per farsi uccidere e non tornare mai più, Charlie e Renée sarebbero stati distrutti dalla morte della figlia e, forse, noi ci saremmo trasferiti per non tornare più. Se ce ne fossimo andati avrei dovuto lasciare Andrea, sperando che trovasse una ragazza con una natura e una famiglia meno pericolosa.
«Tutto questo non succederà! Non è morta, ci va solo un attimo!» disse Edward, senza smettere di premere sul cuore dell'umana e continuando a soffiare aria per provare, sempre più invano, a farla vivere.
Lo guardai e abbassai le orecchie, rattristata. Perché non capiva che era morta? Perché non lasciava perdere?
«Non è morta. Non è morta...» continuò a mormorare Edward, come un CD che si era bloccato.
La speranza era l'ultima a morire, lo sapevo anche io, però mi sembrava che ormai fosse passato troppo tempo senza che il cuore della ragazza battesse. Era tardi per farla vivere, troppo tardi.
Levai la testa al cielo, chiudendo gli occhi ed ululai. Era un ululato lugubre e triste.
«Non è morta!» ripetè per la trillionesima volta il vampiro, infastidito dal mio ululato funerario.
Fa come vuoi... risposi lasciandolo solo con la ragazza esanime. Non sapevo se per Bella c'erano ancora delle speranze o se era Edward che credeva fervidamente in qualcosa di irrealizzabile. Sapevo solo che il veleno dei vampiri non poteva riportare in vita un morto.

Trovai Jacob seduto fuori, con le ginocchia strette al petto, che piangeva. Non lo avevo mai visto piangere in tutta la mia vita.
Vidi sbucare Seth e Leah dal bosco intorno alla casa, avevano sentito il mio ululato funerario e avevano capito che Bella non ce l'aveva fatta.
Mi avvicinai a Jacob che, colto da una furia improvvisa, si alzò, mi scansò e rientrò nella casa.
Voleva solo una cosa, vendicare Bella facendola pagare ad Edward che, in questo momento, chiamava "mostro". Non voleva uccidere lui, sarebbe stato troppo semplice. Voleva farlo soffrire di più, facendolo vivere con due lutti al posto di uno.
Voleva uccidere la bambina.

§§§§§§Nota dell'autrice§§§§§§
Salve, gente! Per chi non lo sapesse, Humpty Dumpty è il personaggio di una filastrocca di Mamma Oca.
Mamma Oca (in inglese "Mother Goose", in francese "Ma Mère l'Oye" e in tedesco "Mutter Gans"), in letteratura, e in particolare nella letteratura per bambini, è un personaggio archetipico, un'oca antropomorfizzata nel ruolo di anziana signora di campagna, che racconta fiabe o recita filastrocche.
Poi lo scrittore di "Alice nel paese delle meraviglie" ha inserito nella storia il personaggio di Humpty Dumpty (precisamente nel libro di "Alice attraverso lo specchio").
Humpty Dumpty (chiamato anche Unto Dunto) è un'uovo che nella filastrocca/indovinello cade da un muro rompendosi (anche se io non ho ancora capito perché cade).
In inglese la filastrocca dice così:

Humpty Dumpty sat on a wall.
Humpty Dumpty had a great fall.
All the king's horses and all the king's mens
Couldn't put Humpty together again.

In italiano ci sono tre traduzioni molto famose:

Humpty Dumpty sedeva su un muro.
Humpty Dumpty fece una bella caduta.
E tutti i cavalli e tutti gli uomini del Re
Non poterono mettere Humpty di nuovo insieme.

oppure:

Humpty Dumpty sul muro sedeva.
Humpty Dumpty dal muro cadeva.
Tutti i cavalli e i soldati del Re,
non riusciranno a rimetterlo in pié.
(Questa mi ricordo che, da piccola, me la canticchiava mia nonna e mi piaceva un sacco XD)

Oppure c'è ancora:

Humpty Dumpty sedeva sul muro.
Humpty Dumpty cascò sul duro.
Tutti i fanti che accorsero tosto
Non seppero alzarlo e rimetterlo a posto.

Comunque, ho parlato di Humpty Dumpty perché anche nel libro di "Breaking Dawn" Jacob lo cita nello stesso momento di dove l'ho inserito io e mi piaceva il paragone che ha fatto la Meyer, utilizzando il famoso uovo.

Comunque, ho parlato di Humpty Dumpty perché anche nel libro di "Breaking Dawn" Jacob lo cita nello stesso momento di dove l'ho inserito io e mi piaceva il paragone che ha fatto la Meyer, utilizzando il famoso uovo

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P.S. so che il capitolo può risultare macabro (molto più macabro del film), ma mi sono attenuta alla descrizione della Meyer... 😅

I Cullen e i Quileutes 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora