17. Sta a te scegliere, Jake

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Chiara's pov
Rientrai in casa accompagnata da Jasper.
Sentì il rombo del motore della moto che si allontanava e mi stupì di ciò: ero davvero riuscita a convincere Andrea ad andare via?
Salì al piano superiore nel mentre che sentivo Emmett entrare in casa.
Edward si girò di scatto verso di noi e si apprestò a scendere le scale.
«Dove stai andando?» chiese Carlisle.
«Questa è la volta buona che ammazzo Leah» rispose passandomi vicino.
Lo fermai «No, aspetta, non serve»
«Io direi di sì. Deve imparare cosa significa "rispetto". Prima aggredisce Bella, poi te. Questo è troppo»
«No, Edward, non serve» ripetei preoccupata per la sua incolumità, Leah poteva essere pericolosa.
Edward mi ignorò e andò verso le scale ma Jasper lo fermò «Meglio di no» disse calmandolo con il suo potere.
«Dai, guardiamo questo taglio» mi disse Carlisle cambiando parzialmente argomento. Io e lui salimmo al piano superiore, nel suo studio.
Intanto Edward, ascoltando i nostri consigli, era tornato a sedersi sul divano vicino a Bella.
Entrai nello studio di Carlisle e mi sedetti su di una sedia vicino alla vecchia scrivania.
La stanza era cambiata moltissimo, tutto era stato attrezzato per il pericoloso parto di Bella. Sembrava una stanza d'ospedale all'interno di una biblioteca.
Carlisle si sedette vicino a me e pulì il morso di Leah con una garza imbevuta in un qualche liquido disinfettante. Fortunatamente non bruciò più di tanto perché il taglio si era già praticamente richiuso.
«Ti fa male se faccio così?» chiese iniziando a toccarmi il braccio in diversi punti applicandovi diverse pressioni.
Ogni volta la mia risposta era negativa.
«Perfetto. Non è nulla di grave» disse Carlisle.
Tornai in salotto dagli altri e, poco dopo, sentimmo arrivare Jacob con la macchina di Edward.
Edward decise di andare nel garage per aspettare Jacob e parlargli di Leah e Bella. Lo seguì, non mi fidavo delle sue decisioni avventate.
Entrammo nel garage poco prima di Jacob.
Il licantropo scese dall'auto, stupito di trovarci lì.
«Una cosa, Jacob» disse Edward.
Jake gli lanciò le chiavi «Grazie per avermela prestata» disse acido «Adesso cosa vuoi?»
«Prima di tutto: so quanto ti pesa imporre la tua autorità al branco, ma...»
Strabuzzò gli occhi, non si aspettava un discorso del genere «Che?» chiese.
«Se tu non vuoi, o non puoi, controllare Leah, io..»
«Leah?» lo interruppe a denti stretti «Cos'è successo?»
L'espressione di Edward era dura «È venuta a controllare perché te ne fossi andato così di punto in bianco. Ho provato a spiegarglielo. Credo di non esserci riuscito molto bene»
«Cosa ha fatto?»
«È tornata umana e..»
«Sul serio?» lo interruppe di nuovo, questa volta era scioccato.
«Voleva... parlare con Bella»
«Con Bella?»
Edward ora sibilava «Non permetterò che qualcuno la disturbi ancora in questo modo. Non m'interessa se Leah si sente in diritto di farlo! Non l'ho toccata, ovviamente, ma se succede di nuovo la butto fuori. La lancio dall'altra parte del fiume»
«Datti una calmata. Cosa ha detto?» chiese Jacob confuso.
Edward respirò a fondo e si calmò «Leah è stata brutale, senza motivo. Non fingerò di aver capito perché Bella non sia capace di lasciarti andare, ma sono certo che non si comporta così per farti del male. Sapere quanto dolore infligge a te e a me, chiedendoti di starle accanto, è per lei una sofferenza enorme. E non c'era bisogno che Leah si esprimesse in quel modo. Bella ha pianto a lungo»
«Alt. Leah stava sgridando Bella per me
Edward annuì «Sei stato chiamato in causa con una certa veemenza»
«Non le ho chiesto io di farlo»
«Lo so»
Jacob alzò gli occhi al cielo. "Certo, lui sa sempre tutto" pensò. «Non posso garantirti che terrò Leah sotto controllo, perché non lo farò. Ma le parlerò, ok? E non credo che la cosa si ripeterà. Leah non è una che si trattiene: probabilmente si è tolta il peso ed è finita lì»
«Lo spero proprio»
«Ad ogni modo, voglio parlarne anche con Bella. Non deve starci male. Questa cosa riguarda solo me»
«Gliel'ho già detto»
«Era ovvio. Sta bene?»
«Dorme. C'è Rose con lei»
Sia io che Jacob rimanemmo disgustati dalle sue parole: Rosalie, colei che voleva solo ottenere un "grazioso bambino" senza preoccuparsi della morte di Bella, era diventata "Rose". Non avevo mai sentito Edward chiamare Rosalie "Rose" e, se lo aveva fatto, era stato in rarissimi casi.
Edward ignorò i nostri pensieri e rispose alla domanda di Jacob «Bella sta meglio, in un certo senso. A parte la scenata di Leah e il senso di colpa che ha scatenato»
"Sta meglio perché il succhiasangue qua davanti ha sentito il mostro" pensò Jacob.
«Non è solo questo» mormorò lui «Ora che posso sentire i pensieri del bambino, mi è chiaro che anche lui, o lei, ha sviluppato capacità mentali straordinarie. Riesce a capirci, in qualche modo»
Jacob restò a bocca aperta «Dici sul serio?»
«Sì. Ora sembra avere una vaga percezione di che cosa fa del male a Bella. Sta cercando di evitarlo, per quanto è possibile. Lui... le vuole già bene»
Lo guardai e scossi la testa. Avevamo perso Edward, la creatura aveva preso con sé anche lui.
Anche Jacob aveva capito che cosa aveva fatto intenerire il vampiro: il mostro lo aveva convinto con il suo amore. E lui non poteva odiare una cosa che provava amore per Bella. Appunto per questo motivo non odiava del tutto Jacob. Ma c'era una grossa differenza: Jacob non stava uccidendo Bella.
Edward proseguì fingendo di non averci sentito. «Temo che stia crescendo ancora più in fretta di ogni nostra previsione... Carlisle deve andare subito a prendere del sangue, per eventuali emergenze. In più, l'appetito del bambino e, di conseguenza, di Bella aumenta ma credo che non sarà necessario moltissimo sangue in più»
«In che senso non sarà necessario? Hai detto che gliene serve di più»
Edward rispose cauto, concentrandosi sulla reazione di Jacob «Sto cercando di convincere Carlisle a far nascere il bambino appena torna»
«Cosa?!» chiese Jacob.
Anch'io ero stupita. Ecco perché Edward non vedeva l'ora che Carlisle andasse a caccia.
«Sembra che il bambino stia cercando di evitare i movimenti bruschi» iniziò a spiegare Edward «Ma è difficile, grosso com'è. Aspettare sarebbe una follia, è evidentemente cresciuto più di quanto Carlisle si aspettasse e Bella è troppo debole perché si possa rimandare»
Per Jacob fu un colpo. Sapeva che Bella non sarebbe rimasta umana dopo il parto e sapeva che poteva non farcela. Non poteva sopportarlo.
Edward aspettò in silenzio che si riprendesse.
«Sei sicuro che ce la farà?» mormorò il licantropo.
«Sì. Questa è l'altra cosa di cui volevo parlarti» aspettò un attimo e poi proseguì «Sì» ripetè «Aspettare, come abbiamo fatto, che il bambino fosse pronto è stato folle e pericoloso. Ogni momento avrebbe potuto esserle fatale. Ma se prendiamo l'iniziativa, se agiamo in fretta, non vedo perché non dovrebbe andare tutto bene. Poter leggere nella mente del bambino ci è di grande aiuto. Per fortuna Bella e Rose sono d'accordo con me. Ora che le ho convinte che procedere è la scelta più sicura per il piccolo, non c'è niente che non possa funzionare»
«Quando rientrerebbe Carlisle?» chiese Jacob con un filo di voce.
«Se partono entro oggi, domani a mezzogiorno»
Le ginocchia di Jacob cedettero, per evitare di cadere si appoggiò all'auto. Edward si sporse come per aiutarlo, poi ci ripensò e abbassò le braccia.
Abbassai lo sguardo, sapendo che Jacob non sarebbe stato più lo stesso dopo la morte di Bella.
«Mi dispiace» sussurrò Edward rivolto al licantropo «Mi dispiace davvero per il dolore che tutto questo ti causa, Jacob. Anche se mi odi, devo ammettere che io non provo la stessa cosa per te. Ormai sei quasi... un fratello, sotto molti aspetti. Come minimo, un compagno d'armi. Non puoi capire quanto mi rincresce che tu soffra. Ma Bella sopravvivrà. E so che questo ti interessa più di ogni altra cosa» Edward aspettò un attimo e poi riprese il discorso «Destesto chiedertelo proprio ora che hai già tante cose a cui pensare, ma ormai siamo agli sgoccioli. Devo chiederti una cosa, in ginocchio se necessario»
«Non mi è rimasto più niente» rispose Jacob con voce strozzata.
Edward tese di nuovo la mano, quasi a posarla sulla sua spalla, poi, come prima, la abbassò e sospirò. «So quanto hai già dato» disse con calma «Ma c'è una cosa che tu, e soltanto tu, puoi fare. Te lo chiedo in qualità di vero alfa, Jacob. Te lo chiedo in qualità di erede di Ephraim»
Jacob non rispose.
«Voglio che tu conceda una deroga al patto che avevamo stretto con Ephraim. Ti chiedo di tollerare un'eccezione: dammi il permesso di salvarle la vita. Sai che lo farei comunque, ma non vorrei infrangere il patto finché esiste un modo per evitarlo. Non ci era mai passato per la mente di tornare sui nostri passi e non lo faremo a cuor leggero. Chiedo la tua comprensione, Jacob, perché tu conosci le nostre ragioni alla perfezione. Voglio che l'alleanza fra le nostre famiglie sopravviva anche quando tutto questo sarà finito»
Jacob non riusciva ancora a parlare. "Sam" pensò "È di Sam che hai bisogno".
«No. L'autorità di Sam è fittizia. Appartiene a te. Non gliela porterai mai via, ma nessuno ha più diritto di te a esprimere il consenso a ciò che sto chiedendo»
«La decisione non spetta a me» disse con voce strozzata.
«Invece sì, Jacob, lo sai. La tua parola e la tua volontà possono condannarci o assolverci. Solo tu puoi concedermelo»
«N.. non riesco a pensarci. Non lo so»
«Non abbiamo molto tempo»
«Non so. Fammici pensare. Dammi un minuto, ok?»
Era molto confuso e aveva tutte le ragioni per esserlo. I pochi giorni di vita di Bella erano diventati poche ore. Io sarei stata anche peggio se fosse successo qualcosa del genere ad Andrea.
«Sì» rispose Edward.
In più Jacob non sapeva neanche cosa rispondere perché non si sentiva assolutamente in dovere di cambiare il patto fatto da Ephraim. Secondo lui solo Sam e il consiglio degli anziani del villaggio avrebbe potuto farlo.
«Jake» lo chiamai e lui si voltò a guardarmi «Guarda che tu puoi cambiare il patto di Ephraim. Una volta lo hai detto tu stesso: l'Alfa del branco diventa praticamente il capo del villaggio. Di sicuro tu hai più sangue Alfa di Sam»
Jacob guardò Edward «Te la sei portata dietro per convincermi ad accettare?»
«Assolutamente no» rispose lui «Mi ha seguito da sola. Potrebbe volerti parlare dell'aggressione che ha subito da parte di Leah»
«Cosa ti ha fatto Leah?!» mi chiese allarmato.
«Nulla, mi ha solo attaccata. L'ho seguito soltanto per sentire cosa vi dicevate» risposi.
«Dopo parleremo meglio di quello che ha fatto» mi disse Jacob poi si rivolse ad Edward «Adesso, se gli altri sono d'accordo, avrei qualche idea per far andare Carlisle e company a caccia»
«Certamente» rispose Edward.

Ci spostammo verso la casa.
Ad un tratto Seth spuntò dalla felci alla base degli alberi e corse verso di noi.
«Ehi, moccioso» mugugnò Jacob e gli diede un pugnetto sulla spalla.
Il lupo piegò di lato la testa.
«Tutto tranquillo» mentì Jacob «Ti dirò dopo. Scusa per essermene andato così»
Seth sorrise mostrando i denti.
«Ehi, di' a tua sorella di non impicciarsi più, ok? Ha già dato»
Lui annuì sentendo le parole di Jacob.
Jake gli diede una spintarella «Torna al lavoro. Un minuto e ti spiego»
Seth restituì la spinta e corse nel bosco.
«Ha una delle menti più pure, sincere e gentili che abbia mai percepito» mormorò Edward quando Seth fu scomparso «Siete fortunati a poter condividere i suoi pensieri»
«Lo so» grugnì Jacob.
Entrammo nella casa e tutti e tre sentimmo il rumore di qualcuno che beveva da una cannuccia.
Edward corse di sopra, seguito da Jacob. Io cercai di non vomitare e li seguì.
«Bella, amore, pensavo che stessi dormendo» disse Edward «Scusa, non avrei dovuto lasciarti»
«Non preoccuparti. Mi era solo venuta una gran sete... che mi ha svegliata. Questo bambino avrà bisogno di molto sangue quando uscirà di qua...»
«Sì, è vero» rispose Edward e lanciò un'occhiata a Jacob.
«Mi chiedo se non vorrá nient'altro» riflettè Bella.
«Immagino che lo scopriremo» rispose Edward.
«Jacob?» disse Carlisle avvicinandosi a lui «Dovremmo parlare...»
Capimmo tutti subito a cosa si riferiva.
Jake annuì e seguì Carlisle, facendomi segno di seguirlo.
Andai con loro in cucina.
Carlisle spostò di poco una sedia, invitando Jacob a sedercisi.
«No, grazie, preferisco stare in piedi» rispose lui.
«Jake, quale era il tuo "piano" per farli andare a caccia?» gli chiesi.
«Tu hai bisogno di cacciare?» mi chiese.
Scossi la testa «Non obbligatoriamente»
«Ok, perfetto. So cosa fare» rispose «Carlisle, sapete già i gruppi con i quali intendete andare?»
Lui annuì «Pensavo di fare due gruppi. Io, Esme ed Emmett e, l'altro, sarebbe formato da Alice, Jasper e Rosalie ed Edward -se intendono venire-»
«Edward vuole far partorire Bella appena torni» gli feci notare.
«Sì, lo so. Infatti il secondo gruppo potrebbe partire dopo o durante il parto. E se Edward e Rosalie non volessero lasciare Bella, Emmett potrebbe andare con loro»
«Perché Emm dovrebbe andare due volte?» chiesi.
"Perché sono il più forte in questa famiglia, Lupacchiotta" pensò lui. Era in salotto ma ci aveva sentiti comunque. "E perché quei lupi non mi farebbero nulla" aggiunse.
Ridacchiai «Ok, ho capito da sola»
«Ok» rispose Jacob con tono autoritario «Siete una famiglia unita, proprio come quella in cui sono cresciuto io, quindi non mi sembra la soluzione migliore separarsi ma ho un piano per farvi andare e tornare illesi. So cosa fare»

I Cullen e i Quileutes 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora