37. Scommettere nuoce gravemente alla salute

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Charlie rimase da noi per tanto, troppo tempo. Riuscì a leggere "Il libro della giungla" e il suo sequel e anche due libri di Sandokan. Tutti e quattro i romanzi me li aveva prestati Carlisle poiché aveva notato che mi stavo annoiando a morte.
Ero rimasta per tutto il tempo appollaiata su di una poltrona a leggere e ad ascoltare Edward che ad un certo punto si era messo a suonare. Intanto, speravo sia che Bella attaccasse Charlie -per movimentare un po' la giornata- ma anche che non lo facesse -non volevo che ci trasferissimo a causa sua-.
Alla fine l'umano, accompagnato da Carlisle fino alla porta, uscì dalla nostra casa.
«Wow» sussurrò Bella meravigliata.
Edward smise di suonare e l'abbracciò.
«Mi hai rubato le parole di bocca» disse il vampiro.
«Edward, ce l'ho fatta!».
«Non ce l'avevi già fatta ieri?» mormorai, ma nessuno mi diede retta.
«Sì, sei stata incredibile. Quelle paure da neonata... le hai saltate tutte a piè pari» disse Edward.
«Secondo me non è neanche una vampira, figuriamoci una neonata» esclamò Emmett «È troppo mansueta!».
Bella ringhiò fra i denti.
«Uh, che paura» rise Emmett.
Bella sibilò e Renesmee, fra le sue braccia, si mosse. Battè un paio di volte le palpebre e si guardò attorno confusa. Annusò l'aria, poi allungò una mano verso il viso della madre.
«Charlie torna domani» la rassicurò Bella.
«Ottimo» rise Emmett e a lui si unì anche Rosalie.
«Non è stata una gran bella idea, Emmett» disse Edward sprezzante prendendo Renesmee in braccio.
«Cosa intendi dire?» chiese Emmett.
«Non ti pare un po' azzardato sfidare il vampiro più forte di casa?».
Emmett buttò indietro la testa e scoppiò in una sonora risata gagliarda «Ma per piacere!».
«Bella» le sussurrò Edward nel mentre che io ed Emmett aguzzavamo le orecchie «Ti ricordi, qualche mese fa, quel favore che ti ho chiesto di farmi non appena fossi diventata immortale?».
«Oh!» rispose Bella dopo un attimo di riflessione.
Alice scoppiò a ridere e risi anch'io sentendo i suoi pensieri e quelli di Edward.
Jacob, per non perdersi tutto questo divertimento, fece capolino dalla cucina masticando a bocca piena.
«Cosa?» gorgogliò Emmett.
«Dici sul serio?» chiese Bella ad Edward.
«Fidati» rispose lui.
Bella respirò a fondo «Emmett, ti andrebbe una piccola scommessa?».
Balzò in piedi «Come no. Spara».
Bella esitò un istante.
«O hai paura?» la provocò Emmett.
«Tu. Io. A braccio di ferro. Sul tavolo della sala da pranzo. Adesso».
Emmett ghignò.
«Ehm, Bella» intervenne Alice «Esme ci tiene parecchio a quel tavolo. È un pezzo antico».
Le labbra di Esme mimarono un «grazie» silenzioso.
«No problem» ghignò di nuovo Emmett «Accomodati, prego» disse a Bella indicando la porta sul retro.
Seguimmo i due vampiri fuori, verso il garage sul retro. C'era un masso di granito in cima ad un mucchio di pietre, vicino al fiume.
Il vampiro puntò il gomito sul masso e invitò Bella a farsi sotto.
La vampira tentennò un attimo vedendo i muscoli di lui gonfiarsi. Sembrava quasi impossibile che lei potesse batterlo.
Sforzandosi di mantenere un'aria disinvolta, Bella appoggiò il gomito sulla superficie liscia della roccia e strinse la mano del vampiro.
«Ok, Emmett. Se vinco, non farai più un solo commento sulla mia vita intima, e questo vale anche per Rose. Basta allusioni, basta doppi sensi, basta... tutto».
Il vampiro socchiuse gli occhi «Ci sto. Se perdi, invece, non ti darò tregua».
Bella trattenne il respiro.
«Cos'è, sorellina, ci stai ripensando?» la schernì «Allora non sei veramente selvaggia... scommetto che la vostra casetta non ha nemmeno un graffio» scoppiò a ridere «Edward, te l'ho detto quante case abbiamo sfasciato io e Rose?».
Bella strinse la mascella e si preparò a giocare.
«Al mio tre!» esordì Jasper.
«Aspettate un attimo» intervenni io. Era la mia occasione per liberarmi di Emmett.
«Sì?» chiese Emmett.
«Se Bella vince, tu» dissi guardando il vampiro interessato «La smetterai di intrometterti nella mia relazione con Andrea. Ci penso io a lui».
«Ok» acconsentì Emmett «Ma se dovessi vincere io, sappi che non ti darò tregua e, magari, potrebbe sfuggirmi qualche aneddoto "non umano"».
Annuì «Ok».
Certo, Bella era molto meno muscolosa, ma ero abbastanza sicura che avrebbe vinto. Mi fidavo della forza dei neonati e, soprattutto, delle visioni di Alice.
«Qualcuno vuole dire altro?» chiese Jasper.
Nessuno rispose.
«Ok, allora al mio tre! Uno... due... tre!».
Non accadde nulla. Per quanto Emmett si sforzasse, Bella rimaneva immobile.
Il vampiro emise un grugnito; aggrottò la fronte e spinse contro la mano di Bella con più forza possibile.
Tutto rimase immobile.
Dopo qualche secondo, però, la vampira flesse il braccio ed Emmett perse un paio di centimetri.
Bella rise; Emmett, invece, ringhiò fra i denti serrati.
«Chiudi quella boccaccia» suggerì Bella, dopodiché abbattè il braccio di lui contro la pietra. Uno schianto assordante echeggiò fra gli alberi. Il masso tremò e un frammento, forse uno o due ottavi, si staccò da una faglia prima invisibile, precipitò rumorosamente a terra e colpì il piede di Emmett. Bella ridacchiò e così fecero anche Edward e Jacob.
Emmett calciò il lastrone oltre il fiume. Il frammento tranciò a metà un giovane acero e si fermò ai piedi di un grosso abete, il quale ondeggiò e si abbattè su un albero vicino.
«Rivincita. Domani».
«Non perderò le forze tanto presto» gli disse Bella «Fra un mesetto, magari».
Emmett ringhiò scoprendo i denti «Domani».
«Tutto pur di farti felice, fratellone».
Voltandosi per andarsene diede un pugno al granito, da cui staccò una valanga di polvere e schegge.
Ridacchiai. Non sapeva perdere.
Bella posò una mano sulla roccia, sbriciolando una parte di essa.
«Fico» mormorò e iniziò a distruggere il masso.
Alzai gli occhi al cielo e scossi la testa.
Una risata nuova, un ridacchiare acuto e argentino come di campanelli si unì alle risate dei Cullen e di Jacob.
«Sbaglio o ha riso?» disse Bella guardando Renesmee.
«Sì» rispose Edward.
«E chi non stava ridendo?» borbottò Jake alzando gli occhi al cielo.
«Dimmi che, la tua prima volta, non ti sei lasciato andare un pochino anche tu, cane» lo prese in giro Edward senza la benché minima nota di rivalità nella voce.
«È diverso» rispose Jacob sferrando un pugno amichevole alla spalla di Edward. «Bella è una donna adulta, moglie e madre. Dovrebbe avere un po' più di serietà».
Renesmee si accigliò e toccò il viso di Edward.
«Cosa vuole?» domandò Bella.
«Meno serietà» rispose Edward «Si stava divertendo a vedere come te la godevi, quasi quanto me».
«Sono buffa?» chiese Bella a Renesmee, avvicinandosi a lei e prendendola in braccio. «Vuoi provare?» le chiese porgendole un pezzetto di pietra.
La bambina sfoderò un sorriso scintillante e prese la pietra, stringendola tra le mani. La concentrazione le scavò una fossetta tra le sopracciglia.
Si udì un leggero suono di qualcosa che si sgretola e si intravide un po' di polvere. Renesmee aggrottò la fronte e diede il sasso a Bella.
«Ci penso io» disse la vampira riducendolo in sabbia fra pollice e indice.
Renesmee battè le mani e rise. Era così adorabile.
Il sole comparve all'improvviso fra le nuvole, proiettando lunghi raggi oro e rosso rubino su di noi. Tutti i vampiri iniziarono a brillare.
Renesmee accarezzò la pelle brillante della madre e accostò il suo braccino a quello di lei. La pelle della bambina brillava molto lievemente, probabilmente non sarebbe stata costretta a stare chiusa in casa durante le giornate soleggiate. Toccò il viso di Bella, contrariata da quella differenza.
«Sei più bella tu» la rassicurò la vampira.
«Non sono sicuro di potermi dichiarare d'accordo» disse Edward.
Jacob teneva una mano davanti alla faccia, fingendo di essere accecato da tutta quella luminosità. «L'assurda Bella» commentò.
«Che creatura affascinante» mormorò Edward in tono di conferma, come se le parole di Jacob fossero state un complimento.
«Guarda che è una vampira quanto te» commentai annoiata dalle parole del vampiro che mi sembra facessero trapelare un po' troppa sdolcinatezza.
Edward mi guardò e sorrise scuotendo la testa.
«Che c'è? È la verità» dissi.
«Ha ragione» mi sostenne Jacob.
«Non potete capire» rispose Edward guardando Bella.
«Oh, capisco eccome» rispose Jacob prendendo in braccio Renesmee che si stava sporgendo verso di lui.
Bella fulminò per un attimo il licantropo con lo sguardo, ma poi lasciò perdere.
Mi misi a ridere e raggiunsi Emmett che stava tornando verso casa insieme agli altri.
«Ehi» gli dissi.
«Che c'è».
«Hai perso contro Bella, dovrai smetterla di intrometterti nella mia vita con Andrea».
«Lo so».
Sorrisi. «Sai, scommettere nuoce gravemente alla salute».
«Ma falla finita» rispose fingendosi arrabbiato «Contro di te vincerei sicuramente».
«Ovvio, io non sono una vampira neonata».
Emmett, senza preavviso, provò a saltarmi addosso ringhiando.
Mi trasformai e gli ringhiai a mia volta.
Passammo così praticamente tutta la serata, con Alice, Jasper, Renesmee -che si divertiva da matti- e Jacob che ci guardavano.

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«Ragazzi, da oggi ci alleneremo per una gara che si terrà tra una settimana» ci annunciò la professoressa di palestra.
Un mormorio di disapprovazione si levò da alcuni di noi.
«Sì, molti non vorranno farla, ma dovranno allenarsi lo stesso insieme agli altri. L'impegno influirà comunque nella valutazione a fine anno».
Ci fu un altro mormorio di disapprovazione.
«Allora, ci saranno diverse discipline atletiche disponibile e potrete scegliere quella che preferite: quattrocento metri, mille metri, salto in lungo, salto in alto, cento metri, la staffetta quattro per cento, il lancio del peso e, anche se non c'entra molto, la corsa campestre. Vi lascio dieci minuti per decidere».
Alexis e Brian si avvicinarono a me ed Andrea.
«Ah, giusto, ancora un attimo!» urlò la professoressa cercando di superare il rumore «Potete fare fino a due attività».
«Facciamo la staffetta?» ci chiese Alexis «Siamo giusto in quattro».
Annuì «Ok...» mormorai annoiata.
«Non capisco perché non ti piaccia essere la migliore in palestra!» disse Alexis.
Alzai le spalle. Forse perché non mi piace essere la migliore solo perché non sono umana. Pensai fra me e me.
«Ci sto» rispose Andrea ad Alexis.
«Dai che vinciamo!» ci incitò Brian.
«Chiara, Andrea, Brian, Alexis e Thomas» ci chiamò la professoressa dopo cinque minuti «Voi siete i migliori, vorrei che non faceste solo una gara, ma due».
Noi annuimmo controvoglia e tornammo dove eravamo prima. Lanciai una veloce a quel Thomas. Non gli avevo mai parlato e non sapevo assolutamente che fosse uno dei migliori.
«Beh, io farò la campestre e la staffetta» disse Andrea.
«Anch'io» risposi.
«Io provo a fare salto in alto e, ovviamente, la staffetta» ci disse Alexis.
«Io credo che potrei provare il lancio del peso» disse Brian.
«E la staffetta?» gli chiese Alexis.
«Ovvio, anche quella, calma».
Alexis annuì «Bene».
Dopo i famosi dieci minuti nei quali dovevamo pensare a cosa fare, la professoressa ci richiamò e segnò su di un'agenda ciò che avevamo scelto.
Non avevo assolutamente voglia di partecipare a queste stupide gare ma, essendo fra i migliori, ero praticamente costretta.

«Ehi, sei stata col broncio per tutta l'ora di matematica, è tutto ok?» mi chiese Andrea nel mentre che ci dirigevamo verso la sua moto a fine giornata.
«Vorrei ucciderle».
«Chi?».
«Quelle due tipe».
«Ehm... chi?».
«Kate e Jennifer, o quello che sono».
«Perché?».
«Ma non hai visto come si sono comportate durante ginnastica?! Hanno detto che volevano fare i cento metri e il salto in alto e, appena hai detto cosa volevi fare tu, hanno subito cambiato idea! "No, no, prooof! Non vogliamo più fare quellooo! Ci metta nella campestre e nella staffettaaa!"» le imitai con una strana vocetta stridula.
Andrea si mise a ridere «Ti adoro quando sei gelosa, sei troppo divertente!».
«Non sono gelosa! Vorrei solo ucciderle!».
Andrea continuò a ridere.
L'umano mi accompagnò a casa e fortunatamente la presenza di Bella all'interno di essa non creò problemi. Anche se al mattino era andato tutto benissimo, ancora non mi fidavo pienamente di quella neo vampira.
«Allora, come va con Andrea?» mi chiese Emmett quando entrai in casa.
«Eh, no, caro! La scommessa, ricorda!» gli risposi «S-c-o-m-m-e-s-s-a».
«Non mi serve che tu mi faccia lo spelling della parola, so bene cosa significa e me la ricordo anche quella stupida scommessa» rispose fingendosi imbronciato.
Sorridendo allegramente salì le scale ed entrai in camera mia.
Un altro giorno era passato e, grazie a Bella, Emmett non avrebbe più potuto rompermi le scatole.
Devo dire che, anche se non mi sta simpaticissima, Bella si rende utile. Pensai subito prima di decidere di andare da Seth per passare il pomeriggio fra amici.

I Cullen e i Quileutes 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora