Mi svegliai confusa. Non mi ero assolutamente accorta di essermi addormenta.
Dalle grandi finestre trapelava la luce del giorno ed io ero ancora sul divano bianco panna del salotto.
Da quanto tempo stavo dormendo?
Mi stropicciai gli occhi, ancora leggermente assonnata.
«Oh, finalmente il cane si è degnato di svegliarsi» bofonchiò Rosalie. Era seduta su una sedia con Renesmee in braccio.
Notai subito -e con piacere- che il sangue della notte prima era stato ripulito.
«Rose, quando capirai che sono anche un vampiro?» le chiesi mettendomi a sedere.
Carlisle mi si avvicinò «Come va?» mi chiese.
«Mh, bene. Il morso di Brady si è richiuso» risposi.
«Le costole?»
Provai a fare un respiro profondo, cosa che il giorno prima non riuscivo a fare senza provare un intenso dolore. Constatai che non mi faceva male.
«Bene» dissi «Non mi fa più male, però sento quella parte indolenzita»
«È normale, le ossa ci mettono più tempo a guarire. Cerca di non fare movimenti bruschi durante la giornata e, soprattutto, non trasformarti almeno fino a questo pomeriggio»
Annuì «Ok» non ero per niente entusiasta della situazione, era difficile non trasformarsi e non fare movimenti bruschi. «Posso togliere la fasciatura?» era veramente scomoda.
«Sì, purché tu stia attenta»
«Tranquillo» dissi a Carlisle «Non farò il minimo sforzo»«Bella come sta?» chiesi poco dopo. Sentivo ancora il battito accelerato del cuore in trasformazione, ma volevo sapere se c'erano notizie più precise.
«Abbastanza bene» rispose Carlisle «La trasformazione sta avvenendo. Ancora due giorni, o forse un po' meno, e sarà una vampira»
Annuì pensierosa. Jake non sarebbe stato molto contento di vederla tramutata in un vampiro.
«Una domanda: che ora è?» chiesi.
«L'ora di ieri a quest'ora» rispose Rosalie acidamente.
«Le sette e mezza» rispose Carlisle nel mentre che si dirigeva verso le scale.
Andrea sarebbe arrivato alle 7.40. Perfetto, ero pure in ritardo...
Mi alzai, andai in cucina il più in fretta possibile e presi tre biscotti: la mia colazione.
Tornai in salotto solo per salire le scale e andare in camera mia. Dovevo sbrigarmi, i minuti passavano velocemente e, a breve, Andrea sarebbe arrivato.
Mi cambiai in fretta la maglia e i pantaloni, soprattutto perché erano sporchi di terra e sangue. Finalmente potei togliere la benda che Carlisle mi aveva avvolto sopra le costole, doveva essere stretta per permettere la "riparazione" delle ossa e questo la rendeva terribilmente fastidiosa.
Scelsi -completamente a caso- un paio di pantaloni del classico colore blu che avevano i jeans ed una maglia a maniche corte verde e li indossai, poi andai in bagno per potermi lavare i denti e pettinare i capelli lievemente lunghi che si spettinavano sempre da soli.
Presi la cartella, stranamente leggera, e scesi le scale, sentendo il rumore della moto di Andrea nel giardino.
Corsi fuori e lo raggiunsi.
«Ciao» dissi fingendo di avere il respiro affaticato per la breve corsa. Avevo una resistenza fin troppo maggiore rispetto agli umani e spesso mi toccava fingere su questi minimi dettagli.
«Ciao» mi rispose. Era davanti alla moto e sorrideva. Teneva le mani dietro la schiena e ciò mi incuriosì.
Mi avvicinai a lui e provai a sporgermi a destra per guardare cosa mi stesse nascondendo.
«Ehi!» disse ridendo e spostandosi leggermente, in modo da non farmi cosa c'era.
Lo guardai confusa. Avrei potuto leggere nei suoi pensieri cosa nascondeva, è vero, ma non volevo entrare nella sua mente.
«È una sorpresa» mi spiegò «E come tale deve rimanere nascosta finché lo decido io»
«Una sorpresa? Per chi?»
Sospirò rassegnato «Per te...»
Ero ufficialmente confusa.
Vedendo che non ci stavo capendo nulla continuò come avrebbe fatto senza le mie interruzioni: «Buon compleanno!» disse porgendomi un regalo che nascondeva dietro la schiena.
Compleanno? Era il 12 di settembre? Con tutti gli avvenimenti che erano accaduti avevo perso la cognizione del tempo.
Era molto strano che nessuno e soprattutto Alice non mi avesse fatto gli auguri. Era strano e preoccupante il fatto che Alice non avesse fatto una festa. Molto preoccupante. Lei faceva feste per tutto, adorava organizzarle.
«Non dovevi...» mormorai imbarazzata.
«Non discutere. Apri il regalo. Scommetto che ti piacerà»
Ridacchiai e presi il pacchetto. Era "molle" quindi era sicuramente un qualcosa da indossare.
Il "regalo misterioso" era dentro ad una busta di uno strano rosso scuro che rifletteva i raggi del sole, come uno specchio. Anche l'interno faceva "effetto specchio", però era argentato.
«Questa è una carta con i colori di Natale» constatai.
«Non badare ai colori e guarda il regalo» rispose fingendosi scocciato.
«Che cos'è?» gli chiesi curiosa.
«Aprilo e vedrai. È qualcosa che, in questo momento, ti serve»
Lo guardai confusa.
Cosa mi serve? Mi chiesi.
Decisi di aprire il pacchetto. All'interno della busta c'era una felpa di un azzurro tenue ripiegata con cura. La tirai fuori.
«Wow è bellissima» dissi seriamente stupita.
Mi accorsi in quel momento di essermi dimenticata di prendere una felpa o una giacca. Quella mattina di settembre era lievemente fredda per gli umani.
La felpa -a maniche lunghe e con il cappuccio- era di un tenue azzurro e, al centro, vi era un disegno che conoscevo bene: i quattro lupi che avevo fatto il mio primo giorno di scuola di quell'anno scolastico.
I quattro lupi avevano i colori corrispondenti a quelli del nostro piccolo branco e ululavano. Quello rossiccio era su di una roccia ed era lievemente più grande rispetto agli altri. Poi c'erano due lupi affiancati, uno color sabbia e l'altra con la pelliccia argentea. Infine, la lupa più piccola era quella che possedeva il miscuglio di colori che assumeva la mia pelliccia quando mi trasformavo.
Fra i lupi scorreva un fiumiciattolo, era notte e, attorno a loro, vi erano dei pini né troppo alti, né troppo bassi.
«Questo disegno mi ricorda qualcosa...» dissi fingendo di osservarlo meglio.
Andrea si mise a ridere «Sì, è tuo. Sai che io i disegni a mano libera li faccio peggio di una capra. Mi serviva un bel disegno da mettere e, visto che ti piacciono i lupi e che sei un fenomeno a disegnare, ho preso in prestito il tuo bellissimo disegno. Se vuoi te lo restituisco, ce l'ho in cartella»
«Nah, tienilo pure, non mi serve. In camera ho fin troppi disegni»
«Davvero?»
Annuì «Se lo vuoi, tienilo»
«Grazie!»
Indossai la felpa per vedere come mi stava. Era perfetta: calda e comoda.
«Allora? Ti piace?» mi chiese curioso.
«Mi chiedi se mi piace? È stupenda!» esclamai avvicinandomi per abbracciarlo.
«Alt, alt, alt» disse alzando le braccia per fermarmi.
Lo guardai confusa.
«Guarda nelle tasche. Mi ringrazierai dopo»
Misi le mani nelle tasche della felpa e trovai un biglietto piegato accuratamente in quattro. Lo aprì e lessi ciò che c'era scritto.
STAI LEGGENDO
I Cullen e i Quileutes 3
FanfictionMolte cose sono rimaste in sospeso dopo il secondo libro. Jacob tornerà a casa? Chiara avrà rivelato qualcosa ad Andrea? Se sì, cosa? Cosa farà Chiara quando Bella rimarrà incinta e dovrà decidere se stare con il branco e combattere i vampiri che l'...