27. Una nuova vampira in casa Cullen

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Chiara's pov
Entrai in casa facendo meno rumore possibile, anche se ero molto sicura che i vampiri ed il licantropo presenti nella casa mi avrebbero sentita comunque.
Salì le scale ed entrai nel salotto.
Jacob era seduto sulla poltrona e dedussi dal suo respiro regolare e dai suoi occhi chiusi che stava dormendo. Rosalie era seduta sul divano e teneva Renesmee in braccio. Alice e Jasper erano seduti sulle scale e parlavano fra loro. Sentì anche che Carlisle, Esme ed Edward erano al piano di sopra.
«Ti sei divertita?» mi chiese Emmett che era intento a guardare una partita di baseball, seduto sul bracciolo del divano, vicino a Rosalie.
Annuì e mi sedetti anch'io sul divano.
«Trasmettono il baseball alle due di notte?» gli chiesi confusa.
Lui annuì e mi rispose senza staccare gli occhi dalla televisione «È una partitella di serie B, nulla di importante»
Alzai le spalle e guardai la bambina che Rosalie teneva in braccio.
La piccola mi lanciò un'occhiata veloce e poi si voltò a guardare Rosalie negli occhi, con uno sguardo concentrato, e le posò una piccola manina sulla guancia.
«Sì» disse la vampira bionda come se stesse rispondendo ad una domanda «Lei è Chiara, fa parte della famiglia. È tua zia»
La guardai un po' confusa e un po' divertita «Tu stai parlando con la bambina come se potesse già capirti?»
«In parte mi capisce. Non è una bambina umana, è più intelligente» rispose Rosalie.
«Non credo che possa capirti» risposi «È ancora troppo piccola per riuscirci»
«Avvicinati e ti dimostro che capisce qualcosa»
«Devo preoccuparmi? Sembra una minaccia»
Emmett si mise a ridere sentendo la mia affermazione e Rosalie sorrise leggermente.
Wow, ho fatto sorridere Rosalie! Pensai stupita.
«No» rispose la vampira bionda «Non è una minaccia»
Mi avvicinai lentamente a lei.
Renesmee mi guardò con gli occhi marron cioccolato e allungò una mano verso di me. Posò la manina calda sulla mia guancia e successe qualcosa di strano. Iniziai a vedere delle cose, come se stessi sognando, oppure come se fossi molto concentrata nell'ascoltare i pensieri di qualcuno, tanto da vedere ciò di cui stava parlando; però io ero sicura di non star facendo nessuna delle due cose.
Le immagini che vidi erano come dei piccoli flash. Mi sembrava di star vivendo in prima persona quelle situazioni, ma sapevo che non erano miei ricordi.

Faceva caldo perché il camino era acceso. Qualcuno di freddo mi teneva fra le braccia, il rumore scoppiettante del fuoco era nell'aria. Alzai lo sguardo e incrociai quello di Rosalie, che sorrise e mi tirò su con le braccia. Guardai oltre la sua spalla e vidi Jacob e me stessa che mi osservavano.
Poi la scena cambiò.
Ero fra le braccia di Edward e mi sentivo al sicuro, sapevo chi era, riconoscevo la sua voce. Gli volevo già bene.
«Cosa aspetti?!» urlò qualcuno.
Subito mi spaventò, poi, però capì che era solo preoccupato, forse per quella donna alla quale volevo già un'infinità di bene. Sapevo che colui che aveva urlato non era cattivo, anzi, mi piaceva tantissimo la sua voce e, anche se non lo avevo ancora visto, gli volevo già un mondo di bene.
«Prendi la bambina» sentì dire da Edward.
«Buttala dalla finestra» rispose la voce di prima, era sicuramente quella di Jacob.
«Chiara?» chiese Edward ansioso e vidi un lupo. Mi piaceva un sacco.
Aveva la pelliccia molto colorata: la testa e la coda erano di un intenso nero; le quattro zampe erano grigie, con la punta bianca; una parte di corpo era marron cioccolato; il collo, il petto e la testa erano di un giallo sabbia strano; il muso era bianco e gli occhi erano gialli. Ero io.
«Datela a me» disse una donna bionda, Rosalie, entrando nella stanza.
L'immagine cambiò di nuovo.
Ero portata in braccio da qualcuno, Rosalie, e vidi me stessa stesa sul divano con gli occhi chiusi. Stavo dormendo.
La scena mutò ancora una volta.
Ero in braccio a Rosalie, di nuovo davanti al camino. Lei aveva in mano un contenitore metallico dal quale veniva un odore che mi faceva venire fame. Era sangue. Qualcuno corse giù per le scale ed uscì fuori. Da sopra sentivo la voce di Edward che parlava. Poco dopo un ululato lugubre si fece largo nella stanza.
Per l'ultima volta l'immagine cambiò.
Stavo guardando Rosalie che disse: «Lei è Chiara. Fa parte della famiglia, è tua zia»

I Cullen e i Quileutes 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora