12. Finirà mai questa faida?

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Aprì lentamente gli occhi, svegliandomi. Sbadigliai e guardai in alto, verso il cielo, per capire che ora fosse. In realtà, lo si poteva capire dalla tenue luce che sfidava le ombre della notte. Era quasi l'alba. Forse le quattro e mezza del mattino o le cinque, poco importava.
Mi alzai e scossi la pelliccia per togliervi la polvere accumulata nelle poche ore di sonno.
Avevo ancora voglia di dormire, ma, soprattutto, avevo fame.
Il mio stomaco gorgogliò. Mi maledissi per essermi completamente dimenticata di fare cena prima di andare a dormire.
Camminai fino a casa.
Intanto, anche Seth si svegliò affamato. Il lupo dalla pelliccia color sabbia mi vide e, sbadigliando, mi salutò.
Ciao, Seth. Risposi trotterellando verso di lui.
«Secondo te, i Cullen ci daranno del cibo? Sto morendo di fame»
Ridacchiai. Anch'io... comunque sì, ci daranno sicuramente da mangiare. Soprattutto perché questa è anche casa mia, non potrebbero vietarmi di mangiare.
«Menomale. Beh, vado a vestirmi e arrivo»
Ok.
Seth trotterellò via. «Ah, Leah, com'è andato il giro? Tutto ok?» chiese.
«» rispose lei, continuando a correre sul sentiero che segnava il nostro territorio «Già che ci siete, controllate se Jacob sta bene»
«Si sarà solo addormento in forma umana, Leah...»
«Controllate comunque»
Seth ci mise pochissimo a tornare umano.
Camminai al suo fianco fino sul portico, dove mi trasformai.
Lui mi aprì la porta, facendomi segno di entrare per prima.
Ridacchiai «Grazie»
Salimmo le scale, raggiungendo gli altri.
La situazione era come la sera prima. Bella sul divano, che dormiva, con vicino Edward e Rosalie.
Notammo subito Jacob che dormiva appoggiato al muro a destra delle scale.
Feci un cenno con la testa a Seth, invitandolo a seguirmi in cucina. Sicuramente avremmo potuto trovare qualcosa da mangiare.
Edward si alzò dal divano e ci raggiunse in cucina.
«Se volete cucino io» si propose Edward, probabilmente per dimenticarsi per un attimo della situazione tesa di questo periodo.
«Oh, sì. Grazie!» esordì Seth.
«Ok, grazie, Edward» dissi tornando in salotto, seguita da Seth.
Mi sedetti su di una poltrona e Seth si sedette sull'altra, opposta a quella dove mi trovavo io.
Bella si svegliò infreddolita poco dopo il nostro arrivo e Seth si offrì di fare da "stufa umana" sedendosi di fianco a lei, dove prima si trovava Edward.
In poco tempo il vampiro che si era improvvisato cuoco portò quattro piatti contenenti ciascuno un omlette e un tornito alla cannella. Poteva sembrare un cameriere per come riusciva a far stare in equilibrio i piatti sulle mani e sugli avambracci. Ne diede uno a me, uno a Bella e due a Seth.
«Uno sarebbe per Leah, se ha voglia di mangiare del cibo cucinato da un vampiro» spiegò Edward a Seth.
«Vado immediatamente a portarglielo» rispose lui alzandosi in piedi e prendendo un piatto.
Era sicuramente una causa persa. Leah non avrebbe mai mangiato quel cibo.

Seth tornò dopo circa dieci minuti. «Non so se mangerà oppure no» ammise sedendosi al posto di prima e mettendo un braccio attorno alle spalle di Bella, per scaldarla.
Rosalie si alzò da terrra -era seduta vicino al divano- e corse di sopra, in camera sua. Tornò da noi con un cuscino che mise delicatamente sotto la testa di Jacob.
«Quello è il mio cuscino» si lamentò Emmett, senza che nessuno lo ascoltasse.
Il gesto di Rosalie poteva sembrare una cosa gentile, ma lei lo aveva fatto per dare fastidio a Jake.
Infatti, il licantropo si svegliò di soprassalto, tossendo e starnutendo.
Rosalie si rimise al posto di prima, sorridendo soddisfatta.
Anche Alice era seduta per terra, con Jasper che le stava vicino. Emmett si era appena seduto sulle scale che portavano alle camere da letto e allo studio di Carlisle. Esme e Carlisle erano in piedi vicino al divano, così come Edward.
«Ehi, Jake è tornato fra noi!» squittì Seth.
Jacob era abbastanza confuso.
«Era venuto a cercarti» gli spiegò Edward nel mentre che lui si alzava da terra.
«Sì, Jake. Volevo solo vedere se era tutto apposto. Dato che non ti eri ritrasformato. Leah si stava preoccupando. Le ho detto che probabilmente eri crollato dal sonno mentre eri ancora umano, ma sai com'è fatta. Comunque, avevano tutto questo cibo e, cavolo» si rivolse a Edward «Amico, tu sì che sai cucinare»
Seth aveva ragione, Edward cucinava molto bene per essere un vampiro.
«Grazie» mormorò Edward.
Jacob notò subito il braccio di Seth attorno alle spalle di Bella.
«Bella aveva freddo» spiegò Edward.
Seth intuì che a Jacob dava fastidio quell' "atteggiamento" e decise che per mangiare aveva bisogno di entrambe le mani.
Jake si avvicinò al divano, ancora un po' stordito per il brusco risveglio.
«Leah è di ronda?»
«Sì» rispose Seth «È tutto sotto controllo. Tranquillo. Se succede qualcosa ci avverte ululando. Ci siamo dati il cambio verso mezzanotte. Io e Chiara abbiamo corso per dodici ore» rispose orgoglioso.
«Mezzanotte? Aspetta un attimo... che ora è?» chiese Jacob.
«L'alba, più o meno» rispose Seth guardando fuori dalla finestra.
«Merda. Scusatemi. Avreste dovuto svegliarmi a calci» si scusò per averci fatto allungare notevolmente il nostro turno.
«Nah, avevi bisogno di dormire» rispose Seth «Da quand'è che non ti prendevi una pausa? Dall'ultima notte in cui sei stato di ronda per Sam? Tipo quaranta ore? Cinquanta? Non sei una macchina, Jake. E poi, non ti sei perso niente»
Jacob lanciò un'occhiata a Bella e lei gli sorrise.
«Come va la costola?» chiese lui.
«Fasciata per bene. Neanche la sento»
Jake alzò gli occhi al cielo ed Edward drigrignò i denti. Entrambi erano infastiditi dal vizio di Bella di minimizzare qualsiasi cosa.
«Cosa c'è per colazione?» chiese Jacob sarcastico «0 negativo oppure AB positivo?»
Bella gli fece la linguaccia «Omlette» rispose, ma lanciò un'occhiata al bicchiere di sangue.
«Vai a fare colazione, Jake» gli disse Seth «In cucina c'è di tutto. Devi essere affamato»
«Cos'ha avuto Leah, per colazione?» chiese critico.
«Ehi, le ho portato da mangiare prima di soddisfare la mia pancia» si difese Seth «Ha detto che avrebbe preferito mangiare una carcassa putrida. Ma, forse, ha ceduto. Questo tortino alla cannella...» non finì la frase ma io capì: era squisito.
«Allora vado a caccia con lei» disse Jacob voltandosi.
«Puoi aspettare un attimo, Jacob?» chiese Carlisle.
Jake si voltò verso di lui «Sì?»
Esme andò in cucina.
Carlisle si avvicinò a Jacob, rimanendo ad una distanza di poco superiore rispetto a quella che avrebbero tenuto due umani coinvolti in una conversazione; sapeva che il licantropo non apprezzava l'odore dei vampiri e non voleva dargli fastidio.
Jacob notò il gesto e apprezzò molto.
«A proposito di caccia» cominciò Carlisle con tono cupo «Per la mia famiglia inizia a diventare un problema»
Mi guardai intorno. In effetti, tutti i vampiri avevano il colore degli occhi tendente al nero e le occhiaie leggermente più marcate del normale.
«Mi rendo conto che, al momento, la tregua non è in vigore, perciò volevo il tuo parere. Sam ci darà la caccia fuori dal perimetro che avete creato? Non vogliamo correre il rischio di fare del male ad un vostro familiare, né di perdere qualcuno dei nostri. Se fossi nei miei panni, come procederesti?»
Jacob fu colto alla sprovvista. Non pensava che Carlisle potesse chiedergli una cosa del genere. "E cosa ne so io di com'è stare nei panni firmati di un succhiasangue?" si chiese "Però, in effetti, conosco Sam".
«È un rischio» rispose Jacob, cercando di ignorare tutti gli sguardi che aveva addosso e concentrarsi solo su Carlisle «Sam ha calmato gli animi, ma sono certo che nella sua testa il patto non vale più. Finché sarà convinto che la tribù, o qualsiasi altro essere umano, è in pericolo, non si farà tanti scrupoli, non so se mi spiego. Però, tutto sommato, la sua priorità resta La Push. E, in realtà, non sono abbastanza numerosi per vigilare come si deve sulla gente e contemporaneamente organizzare battute di caccia troppo pericolose. Credo che non si allontanerà molto»
Carlisle annuì pensiero.
«Perciò, se posso dire la mia, uscite tutti assieme, non si sa mai. E magari di giorno perché io, e credo anche gli altri, aspetterei il calare della notte. Classiche cose da vampiri. Siete veloci: vi basta superare le montagne e cacciare lontano. È improbabile che mandi qualcuno fin laggiù»
«E Bella? Resterà da sola? Indifesa?»
Jacob grugnì «E noi che ci facciamo qui?»
Carlisle rise, ma tornò subito serio «Jacob, non potete combattere contro i vostri fratelli»
«Non dico che non sarà dura, ma se venissero per ucciderla sarei, saremmo, in grado di fermarli»
Carlisle scosse la testa, ansioso «No, non intendo dire che non sareste in grado. Ma sarebbe sbagliato. Non posso avere una cosa simile sulla coscienza»
«Non ce l'avresti tu, dottore, ce l'avrei io. E potrei sopportarlo»
«No, Jacob, agiremo in modo che non sia necessario» ci pensò su «Andremo tre alla volta. Probabilmente è la cosa migliore»
«Non lo so, dottore. Separarsi non è esattamente una strategia vincente»
«Useremo le nostre doti per bilanciare l'inferiorità numerica. Se Edward sarà uno dei tre, potrà garantirci la sicurezza nel raggio di qualche kilometro»
Guardammo Edward, la sua espressione costrinse Carlisle a rimangiarsi quanto aveva detto.
«Sono certo che ci siano anche altri modi, naturalmente» aggiunse Carlisle «Alice, immagino che tu possa vedere quali percorsi dovremmo evitare»
«Facile. Quelli che scompaiono» rispose lei.
Edward si rilassò sentendo che non era costretto a separarsi da Bella.
La ragazza umana guardò Alice, ansiosa. Non aveva ancora capito che, per quanto fosse minuta, Alice era molto pericolosa in battaglia. Certo, non poteva prevedere le mosse dei licantropi, ma sicuramente sarebbe riuscita ad utilizzare anche questo a suo vantaggio.
«Bene, allora» disse Jacob «È tutto sistemato. Io mi rimetto in marcia. Seth, Chiara, vi aspetto al crepuscolo, quindi schiacciate un pisolino, ok?»
Annuì «Ok»
«Certo, Jake» rispose Seth «Mi ritrasformo appena finisco, a meno che...» guardò Bella «Hai bisogno di me?»
«Ha le coperte» sbottò Jacob.
«Sto bene, grazie, Seth» rispose prontamente Bella.
Esme tornò dalla cucina con un piatto colmo di cibo che porse a Jacob «So che per te è poco appetitosa l'idea di mangiare qui, per via dell'odore. Ma mi sentirei meglio se portassi con te un po' di cibo. So che non puoi tornare a casa e la colpa è nostra. Per favore... allevia il mio rimorso, almeno in parte. Prendi qualcosa da mangiare»
«Certo, certo» farfugliò Jacob prendendo il cibo «Mi sa... forse Leah ha ancora fame. "Lo lascerò sotto ad un albero" pensò. Poi si ricordò di me e di Edward "Non ditele niente! Fatele credere che l'ho mangiato!"
Stupido... commentai in modo che mi sentisse anche lui.
«Grazie, Jacob» disse Esme sorridendo.
«Ehm... grazie a te» rispose arrossendo.
«Torni più tardi, Jake?» gli chiese Bella.
«Uhm, non lo so»
Bella trattenne un sorriso «Dai... potrei avere freddo»
«Hai le coperte, no?» commentai utilizzando la frase di Jacob.
Jacob fece un profondo respiro e fece una smorfia per via dell'odore «Forse» rispose.
«Jacob?» lo chiamò Esme «Ho lasciato una cesta di vestiti in veranda. Sono per Leah. Sono appena lavati, ho cercato di toccarli il meno possibile. Ti dispiace portarglieli?»
«Pure» bofonchiò Jacob e uscì in fretta dalla casa per evitare che qualcun'altro gli chiedesse qualche favore.
Finì in fretta di mangiare e uscì fuori anch'io, seguita da Seth. Mi trasformai e mi diressi al fiume.
Mi sdragliai sulla sponda del fiume.
Jacob si era già trasformato e si era unito a Leah nel giro di ronda. Seth, invece, stava cercando di dormire. Leah, ovviamente, aveva rifiutato i vestiti, ma non mi ero minimamente stupita del suo rifiuto.

Lasciai vagare liberamente i miei pensieri, finché non si soffermarono su di un argomento abbastanza importante: Andrea.
«E poi rompete a me quando penso a Sam» si lamentò Leah.
Ringhiai e mi spostai nella mia "mente privata", tornando a pensare al ragazzo umano.
Chissà cosa stava facendo. Cosa pensava su di me? Visto che non mi facevo vedere da qualche giorno.
Dovevo ammettere che mi mancava un po'. Mi mancavano le sue carezze, i suoi abbracci, i suoi baci, il suo profumo e il suo romanticismo che si trasformava in sdolcinatezza.
Sospirai puntando lo sguardo nell'acqua cristallina che rifletteva l'arancione del cielo. Il sole stava sorgendo, era un altro giorno.
Finirà mai questa stupida lotta fra noi e il branco di Sam? E, soprattutto, rivedrò mai Andrea? In questo periodo siamo in pericolo di morte continuamente...
Chiusi gli occhi cercando di addormentarmi, ma questi pensieri continuavano a ronzarmi in testa come delle api. No, magari non api, meglio dire calabroni. Le api muoiono quando ti pungono, i calabroni no.

§§§§§§Nota dell'autrice§§§§§§
Continuerà ancora questa lotta?
E Andrea? Cosa farà?
Lo scoprirete nel prossimo capitolo ^.~

I Cullen e i Quileutes 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora