Capitolo 1. Legami spezzati.

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Chiudo la porta della mia stanza a chiave e mi appoggio a essa con le spalle.

È sempre così, sempre la solita storia.

Mio padre beve, beve fino a non capire più nulla. Beve fino a che non diventa una furia, una persona piena di rabbia, che scarica tutta la frustrazione sulla sua famiglia.

Diventa un mostro.

So quanto può essere brutto dire queste parole, ma è la realtà.

Quel padre che mi è stato vicino nei primi anni della mia vita non esiste più; ha lasciato spazio a una persona totalmente sconosciuta a me.

Appena ha scoperto che mia madre lo tradiva, mentre lui era via nei lunghi viaggi di lavoro, è cambiato.

All'inizio è entrato in un periodo buio, di depressione, e poi è passato a uno stato ben peggiore. Ha iniziato a bere, ogni giorno, e questo l'ha portato alla cosa peggiore: a essere violento.

Diceva di aver perdonato la mamma per il suo enorme errore, ma la realtà è che non è così, lui non ha mai superato questo dolore, e queste scene, a cui assisto e che subisco in prima persona, praticamente ogni sera, ne sono la prova.

Avrei preferito che si separassero e che mamma andasse via, ma no, hanno preferito stare insieme, e fingere di stare bene.

Trasalisco sentendo un botto forte alla porta, a cui sono appoggiata, e le lacrime minacciano di scendere.

Non posso uscire dalla mia stanza, almeno fino a domani mattina, quando mio padre sarà a letto a smaltire i postumi della sbornia, o quando sarà già in un bar, a bere e bere, ancora.

Indosso la felpa e sussulto appena mi infilo la manica destra, ho un livido sul braccio.

La cosa che mi fa più male non è il dolore fisico, bensì il fatto che è stato fatto da mio padre, dall'uomo che dovrebbe proteggermi, e invece mi ferisce, fisicamente e psicologicamente.

Apro la finestra e mi calo giù, dalla grondaia.

Non voglio stare qua a sentire urla e pianti. Non voglio sentirli litigare ancora.

Ho bisogno di un po' di pace.

Ho bisogno di stare sola, in modo di trovare la forza di perdonarlo, ancora una volta, dopo anni.

Mi alzo il cappuccio della felpa e cammino velocemente fino al parco in cui vado tutte le sere, o quasi.

A volte capita che papà sia troppo ubriaco perfino per tornare a casa, e a volte sono felice succeda, perché per una sera posso stare tranquilla e so che non mi picchierà.

Mi stringo nella felpa sentendo il freddo solleticarmi il viso. Si gela, ed è solo ottobre.

Ogni giorno spero che questa tortura finisca, ma purtroppo credo sia solo un sogno irrealizzabile.

In questo momento potrei andare a casa della mia migliore amica, Rosalie. Lei è al corrente di tutta la mia situazione, è l'unica persona che lo sa. Si è raccomandata, più e più volte, che quando mi accadono queste cose devo correre a casa sua e stare lì, ma mica posso andarci ogni sera.

Non voglio coinvolgerla in questo casino, nemmeno un po', non voglio coinvolgere nessuno in questo casino.

Sento dei passi dietro di me e mi giro spaventata.

Ti amo troppo forte- Federico Rossi|| Benji&Fede [#Wattys2017]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora