Capitolo 66. Indecenza.

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Mi sveglio di soprassalto e mi rendo conto di essermi addormentata nella sala d'attesa.

Ormai siamo rimasti in pochi ad aspettare notizie. Inutile dire che siamo tutti molto stanchi, sia fisicamente che psicologicamente.

Mi manca terribilmente, di già. E sapere che potrebbe non farcela non mi dà la spinta giusta per andare avanti.

Perché tutte le cose peggiori succedono a me? Perché se lassù c'è qualcuno, non mi dà un po' di tregua? Sono davvero stanca di combattere e soffrire.

-Tesoro- alzo la testa sentendo la voce di mia suocera.

Le rivolgo un debole sorriso e lei mi accarezza dolcemente i capelli.

-Perché non vai a casa a riposare un po'?-, scuoto la testa in segno di negazione e mi mordo il labbro per non piangere.

Non voglio andare via, voglio essere qua in qualsiasi momento, per qualsiasi evenienza.

- Grazie, ma preferisco stare qua... Non voglio stare lontana da lui- annuisce comprensiva, mi sorride debolmente e torna a sedersi dov'era prima.

Non riesco a immaginare come sarebbe la mia vita ora, se non mi fossi innamorata di lui. Molto probabilmente starei ancora a casa con mio padre, sicuramente non sarei mai stata felice, perché solo Federico è riuscito a riportarmi a galla.

Prima di conoscere lui ero negli abissi più profondi, a causa della situazione familiare in cui vivevo, o meglio sopravvivevo, ogni giorno. Dopo di lui tutto è migliorato e non mi pento di un solo secondo passato insieme.

Mi ha salvata, fatta innamorare e mi ha fatto conoscere un mondo nuovo. Un mondo di dolcezza, amore, sincerità, comprensione, insomma tutto ciò che mi è stato strappato dai miei genitori.

Lui è tutto il mio mondo.

È quello che voglio accanto nei momenti di gioia, è quello che voglio accanto nei momenti di tristezza. Voglio condividere la mia vita con lui.

Perciò sì, si deve svegliare per forza. Perché tutto per me è legato a lui e senza di lui, senza di noi, io non saprei andare avanti, non più.

E pensare che tra poco più di una settimana sarà Natale. Il regalo più bello che io possa ricevere è che lui stia bene. Non desidero altro. Nessun oggetto costoso potrebbe sostituire la sensazione di gioia che proverei a guardare i suoi occhi.

*

Ormai è mattina inoltrata, finalmente è orario di visite, perciò possiamo entrare a vederlo.

Ancora non ha ripreso conoscenza e tra poco sapremo quale sarà la decisione dei medici. Spero con tutto il cuore che le cure stiamo facendo effetto e che non siano costretti a indurlo al coma farmacologico.

Morena esce dal reparto e raggiungo io la stanza del mio ragazzo.

Entro dentro e mi siedo nel suo letto. È inutile dire che questa stanza sembra minuscola, mi sembra di soffocare, mi sembra che le pareti mi stiano schiacciando. Tutto questo sembra un incubo.

Prendo la mano di Federico e la stringo tra le mie. Quanto vorrei che aprisse gli occhi.

-Dio, Fede perché ci stai facendo preoccupare in questo modo? Svegliati.-, mi mordo il labbro per trattenere un singhiozzo e improvvisamente sento la porta aprirsi.

Ti amo troppo forte- Federico Rossi|| Benji&Fede [#Wattys2017]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora