Capitolo 103. Maledettissimi occhi.

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La campanella suona e tutti escono dall'aula, per la ricreazione.

Averlo in classe è più difficile di quanto immaginassi. Sentirlo ridere, sentire la sua voce... È tutto così snervante.

Erano mesi, ormai, che non passavo così tanto tempo con lui, nella stessa stanza.

-Kris- torno sulla terra sentendo Rose chiamarmi - andiamo a fare un giro?! Elia e Marcello passeranno a trovarci-.

Alzo gli occhi al cielo e scuoto la testa. Non ho assolutamente voglia di vedere Marcello, soprattutto dopo che ho avuto la notizia che dovrò passare un anno nella stessa classe di colui che mi ha spezzato il cuore.

-Rosalie, la giornata va già abbastanza male senza che Marcello sia in mezzo alle scatole- sputo nervosamente -vorrei restare qua, se non ti dispiace-.

Gli occhi cangianti di Rose scrutano attenti i miei, poi scrolla le spalle.

-Ok...- annuisce -come vuoi-.

Mi rivolge un debole sorriso ed esce dall'aula velocemente, lasciandomi sola con i miei pensieri.

Mi alzo di scatto dalla sedia e, senza nemmeno pensare, mi avvicino al banco davanti al mio, ossia quello che appartiene a lui.

Mi siedo lentalmente sulla sua sedia, prendo in mano la giacca che ha lasciato appoggiata sul banco, ed inizio ad accarezzarla piano piano, come se avessi in mano l'oggetto più costoso e prezioso del mondo.

La porto al naso e inalo il suo profumo. Sento il cuore battere veloce appena il suo odore mi si insinua nelle narici e la riappoggio, come se improvvisamente fosse diventata incandescente.

Quanto sono ridicola in questo momento?

Mi sento terribilmente stupida. Avevo quasi dimenticato il suo profumo... E avevo un assoluto bisogno di risentirlo, ancora una volta.

Quando è andato via pure dalle lenzuola, mi sono sentita morire. Era come se, quella, fosse l'ennesima dimostrazione che non saremmo mai tornati insieme e che quello che avevamo condiviso si stava dissolvendo.

Mi alzo dal suo banco e torno al mio, con gli occhi che mi pizzicano.

Forse è stato un grave errore avvicinarmi alle sue cose. Ma è come se fossi una tossicodipendente che sta provando a disintossicarsi... Come posso smettere di drogarmi, se mi viene offerta una dose su un piatto d'argento?

Ecco perché penso che sia un male che lui sia finito in classe con me. Non posso continuare con la mia solita stupida e noiosa vita abitudinaria, fingendo che lui non esista e che non mi abbia uccisa. Non posso farlo, non vedendolo ogni giorno.

Improvvisamente sento una risata stridula e dei bisbigli, così mi alzo dal mio banco, senza nemmeno sapere il perché.

Resto qualche secondo in silenzio, finché vedo entrare una coppia che si sta baciando in maniera poco decorosa.

Mi ci vuole un millesimo di secondo per capire che, però, lui non è un lui qualunque. Avanti, l'ho amato più della mia stessa vita, riesco a riconoscerlo pure di spalle. Riuscirei a riconoscerlo anche tra milioni di persone.

Il biondo sta baciando appassionatamente una ragazza dai lunghi capelli blu, e sembrano non essersi accorti che sono in compagnia.
Un singhiozzo scappa involontariamente dalle mie labbra, così la ragazza smette di baciare lui e punta i suoi occhi neri su di me.

Il biondino la guarda leggermente confuso, non capendo perché si sia fermata, ma poi, seguendo lo sguardo della sua "amica", capisce tutto.

I suoi occhi azzurri... Quei maledettissimi occhi azzurri, che ho sognato per tantissime notti, quelli che ho cercato, e continuo a cercare, negli altri, si scontrano con i miei.

Ti amo troppo forte- Federico Rossi|| Benji&Fede [#Wattys2017]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora