Capitolo 106. Pallonata.🐞

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Ho passato un bruttissimo fine settimana.

Dopo l'incontro con lui, alla discoteca, tutto il dolore che ho cercato di seppellire in me, in questi mesi, è riaffiorato.

È riuscito a riaccendere tutti i pensieri negativi.

Ho passato la notte di sabato e di domenica in dormiveglia, perché ogni volta che finivo per addormentarmi lo sognavo.

Non è assolutamente giusto.
Non è giusto che ancora decida come farmi sentire, non è giusto che mi tratti come se non fosse successo nulla, non è giusto che io soffra ancora così.

Sono stanca. Per la prima volta, sono stanca che lui interferisca con la mia vita, che ancora io dipenda da lui.

Ed è per questo che oggi mi sono svegliata, vestita decentemente e truccata. Dopo tempo, mi sono curata del mio aspetto e mi sono resa più carina.

Voglio prendere il controllo della mia vita, visto che non ci sono mai riuscita. Prima per colpa dei miei genitori e poi per colpa sua. Però ora, ripeto, sono stufa.

*

Entro nel cortile della scuola e Rosalie mi viene incontro immediatamente.

Ha l'aria preoccupata e sembra che non sappia cosa dirmi. Non sa come sto, visto che ho ignorato tutti in questi due giorni, perché avevo bisogno di tempo per raccogliere i cocci e rimetterli insieme, ancora una volta.

-Kristen- mi continua ad esaminare attentamente - è tutto ok? Sei sparita-.

Mi sistemo meglio lo zaino in spalla e annuisco con vigore.

-Sto bene, Rose- sorrido dolcemente, per rassicurarla -avevo bisogno di tempo, tempo per pensare. Ma ora eccomi qua, più forte di prima.-.

Non sembra essere convinta dalla mia risposta così fa ribattere, ma la campanella, che sancisce l'inizio delle lezioni, suona, così la trascino velocemente in aula e lei rimane in silenzio.

Sarà complicato prendere il controllo della mia vita con lui in classe, ma complicato non significa impossibile.

Se lui starà a debita distanza da me, io saprò superare l'anno scolastico senza spezzarmi ancora una volta.

In fin dei conti lui non prova nulla per me, da un pezzo, non vedo perché non dovrebbe starmi lontano.

*

Indosso la tuta sportiva ed esco dagli spogliatoi, mentre chiacchiero con Rosalie.

Se c'è una cosa che odio tanto quanto la matematica, quella è l'ora di ginnastica.

Odio fare ginnastica e soprattutto odio fare giochi di squadra con i miei compagni di classe. I giochi che il professore ci fa fare prevedono il cosiddetto "gioco di squadra" ed io ne sono sprovvista, visto che odio praticamente tutti i miei compagni.

Iniziamo un riscaldamento muscolare, facendo 3 giri di campo correndo, poi il professore fischia e ci fa mettere in riga, per spiegare le regole.

Inutile dire che le mie compagne più oche non smettono di osservare i miei compagni e fare apprezzamenti sui loro fisici. Questa situazione non mi darebbe nemmeno fastidio, se non fosse che sento che stanno parlando anche di lui.

Per carità, ho detto che non devo dipendere da lui, ma questo non significa che io possa smettere di amarlo improvvisamente e quindi di provare una forte gelosia nei suoi confronti.

Oscar, uno dei miei compagni, mi schiocca le dita davanti agli occhi e io torno così sulla terra.

Cavolo, devo ammettere che mi capita abbastanza spesso di perdermi nei miei pensieri.

Ti amo troppo forte- Federico Rossi|| Benji&Fede [#Wattys2017]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora