SHE 2 #WATTYS2017

~Capitolo Quaranta~

Quel viaggio fu sensazionale. Tra l'acqua cristallina e il sole tra i capelli. Non c'era niente al mondo che potesse modificare tali emozioni.

Un giorno in più era come un grido nel silenzio. Non sarebbe finito lì. L'uno senza l'altro era come non esistere. Questo cielo che grida gioia.

Il percorso in aereo non poteva finire. Una volta a Rimini, Paolo la invitò a Napoli.

Pelle d'oca e brividi sulla schiena. Videro il Vesuvio dall'altro. Tutto quello che non bastava. Era sotto di loro. Uno sguardo che si accendeva. Paolo pensava che quella vita insieme a Sylvia non gli bastava. Voleva vivere infinitamente. Cercava una risposta.

Non voleva dimenticare niente di quello che era stato. Voleva di più. Atterrarono con la bellezza del tramonto. Il sole stava per essere inghiottito dal golfo.

Trovò i suoi alberi, le sue foglie, i volti familiare della gente.

Camminavano mano nella mano tra quelle strade piene di scugnizzi.

Stavano lì, erano vivi.

Sylvia stava a casa di Paolo. Conobbe la sua famiglia. Erano tutti così cordiali e gentili. Molto simpatici. Non capiva tanto sua nonna. Parlava molto veloce e alcuni termini dialettali erano incomprensibili.

Dopo una cena interminabile tra ragù, salsicce e friarielli, peperoni sott'olio, melanzane a funghetti, carne alla brace frutta e babà.

Andarono in un luogo incantato. A Napoli lo chiamavano "cartolina". Era la terrazza di Posillipo.

Era notte fonda. La luna che si rispecchiava in quell'angolo di paradiso. Da quell'altezza si vedeva Mergellina, il Castel dell'Ovo e l'ombra del vulcano.

Quella terrazza le risultava magica.

Paolo era un pazzo che la voleva completamente. Il loro amore si perdeva in quell'orizzonte. Non trovavano sonno e nessuna pace. Baciarsi in quel momento risultava così naturale.

Uno sguardo che rompeva il silenzio.

Quella partenza senza mai un ritorno.

Tutto quello che non sapevano dire, lo avrebbe spiegato il mare.