~Capitolo Ventisei~

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Arrivata a casa. Dispiaciuta e amareggiata, si preparò per non pranzare. Cosa era successo. Perché Paolo era scappato via. Il cellulare non squillava più. Era tutto così strano.

Decise di telefonare a Giulia per raccontarle tutto. Ma la ragazza rese opportuno andare da lei per poter parlare della misteriosa figura di questo ragazzo.

Ebbe solo il tempo di cambiarsi le scarpe, indossando un paio di all stars e sciolse i capelli per stare più comoda. Prese le chiavi di casa e andò via.

Giulia l'attendeva al solito bar. Non era da sola, ma con quel ficcanaso del cameriere.

Con dolcezza si sedette accanto a lei. E salutandola con due baci entrambe le guance incominciò a raccontare la vicenza.

-Giù non sai cosa mi è successo. Stamattina sono stata a Milano con Paolo, ma mentre stavamo al Duomo ha ricevuto una telefonata. Tutto ad un tratto la sua espressione è cambiata. Era preoccupato. È dovuto partire. Ma non so per dove. Sono molto preoccupata.- narrava mentre sorseggiava un caffè ordinato da lei prima che arrivasse.

-Non capisco Sylvia, perché non gli hai telefonato? Come può sparire di nuovo. Sei stata solo due giorni e una notte.- domandò mentre cercava di capirci qualcosa.

-Io credo che lui abbia un'altra!- scoppiò in lacrime. Giulia la prese tra le sue braccia per cercare di calmarla.

-Tesoro, non fare così. Shh. Io ti sono vicina. Shh.-

-Non puoi capire come mi sento. Dall'espressione del suo viso percepivo qualcosa di brutto. Io credo che questa presunta donna abbia scoperto la sua tresca con me!- disse singhiozzando e ingoiando le lacrime in gola.

-Non credo. Da quanto ho capito lui ti ama tantissimo. Ti ha rispettato. Non ha abusato di te quella notte.- affermò rassicurandola.

-Lo so! Ma perché ogni volta che va via non mi risponde più, stacca quel maledetto telefono. Non capisco.- ormai in disperazione più totale cercò di non perdere il controllo.

-Tesoro la prossima volta che vi vedrete, perché sono più che convinta che vi rivedrete, non perderti nelle emozioni, ma vai al sodo. Domanda se ha un'altra vita con un'altra donna, se ha una famiglia. Se ha un figlio-.

In quelle parole così semplici e mirate, Sylvia capì davvero che non poteva più perdersi nei suoi baci e nelle sue attenzioni. Doveva smettere di vivere solo una favola che durava poche ore. Ma doveva capire fino in fondo e conoscerlo davvero.

Continuarono a bere quel caffè, ormai freddo e si recò a casa.
Salutò Giulia con dispiacere, ma il dovere la chiamava. Doveva ancora finire di studiare e aveva perso già troppe ore a rimurginare su una questione delicata.

Aveva gli occhi gonfi e rossi. Ogni volta che sbatteva le palpebre sentiva bruciare così forte che decise di tagliare due fettine di zucchine e metterle su per qualche minuto. Magari quel gonfiore si sarebbe tolto. Monica preoccupata, le fece una tisana al mirtillo e le comprò i suoi biscotti preferii, i wafer.

Ma tutto questo non riuscì a tirarle su il morale. Tutta quella situazione era assurda.

Riprovò a chiamarlo più e più volte. Il cellulare risultava spento. Assurdo pensare al positivo, portava al negativo. Sophia aveva appena terminato di leggere quando si accostò a lei per abbracciarla e accarezzarle i capelli. Senza pronunciare nessuna parola. L'incomprensibilità di Paolo risultava, a dir poco, assurda.

Non si rese conto, ma con le carezze della sorella, si addormentò.

Era il cuore delle tenebre quando si svegliò di scatto. Aveva fatto un incubo terribile. Paolo tra la sua famiglia a festeggiare il Natale. Non aveva più lacrime e il sapore della tristezza più totale si era fatta sentire nuovamente. Il magone sullo stomaco pesava. Dopo aver spostato i capelli scompigliati dal viso, guardò l'ora sul cellulare. Un messaggio compariva sul display.

"Cuccioletta. Mi manchi. Scusa se sono andato via così. Sono a Budapest. Non posso parlare di nulla. Posso solo dire dove sono. Purtroppo questo cellulare è tenuto sotto controllo e, come già detto, solo quando sono in Italia lo attivo. Ma mi manchi talmente tanto che non ce l'ho fatta a resistere. Non ho avuto nemmeno tempo per dirti tutto. Per raccontarti della mia vita. Spero che il ricordo dei momenti, degli attimi trascorsi insieme li porti sempre con te. Soprattutto in questi momenti, quando sono lontano chilometri. Non sai quanto mi manca il tuo dolce profumo. Lo porto con me. Nel mio cuore. Ti amo."

Quelle parole rassicurarono solo per poco l'umore di Sylvia. Pei voleva sapere. Voleva solo scoprire quel mistero.

~Spazio Autore~

Ciao cari lettori. Voi al posto Sylvia cosa avreste fatto? Lasciatemi commenti e stelline. ❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤

SHE 2 #WATTYS2017 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora