~Capitolo Ventisette~

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Paolo era ancora a Budapest, mentre Sylvia era ancora a Rimini attendendo che si facesse vivo.

Portando la mano alla fronte, si accorse di avere la febbre. Si era raffreddata. Per passare il tempo e per seguire il consiglio del suo ragazzo, incominciò a guardare un film. Decisa di vedere "La leggenda del Pianista sull'Oceano".

Tre ore di film intenso. Si divertiva a guardare il grande talento di Novecento. E il triste finale. Ma come tutti i film, le era rimasto un messaggio importantissimo. Non perdere mai la speranza.

Monica dalla cucina la chiamava per cenare. Le preparò un po' di pastina con un dado e della Philadelphia. Inghiottì un po' di bocconi. Poi non l'appetito sparì completamente.

Spera che capirà la voglia di rivederlo

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Spera che capirà la voglia di rivederlo. Rimarrà comunque un paradosso quello che stava succedendo.

Il suo petto duro come la roccia

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Il suo petto duro come la roccia. L'ardore nei suoi occhi. La forza di lasciarlo andare ogni volta e di rivederlo senza far domande.

Era un comportamento insolito per lei. Si rendeva conto che per lei era un amore maturo di quelli che non si ripetono. Nel suo cuore sapeva che era lui e che nessuno poteva farle cambiare idea.

Paolo era tutto, e lei lo sapeva. Era casa. Era il presente. Era futuro. Era ciò che stava cercando.

La stanza le girava intorno. La febbre saliva sempre di più. Prese coraggio e gli inviò un messaggio.

"Amore mio, oggi ho la febbre e credo che mi rimarrà per un po'. Ho pensato di fartelo sapere. Mi manchi. Sei nei miei pensieri e spero che lo sono anche io nei tuoi. Ti amo cucciolo".

La notte aveva preso il posto del crepuscolo. Tutto era diventato così buio. Dentro e fuori. La luna era era sempre più in alto, ma la stessa c'è l'aveva anche lui. Almeno quella. Il cuore lo sentiva sempre più pesante. E il respiro affannoso. Sophia i rese conto che qualcosa non andava, così chiamò con un urlo Monica.

-Mamma presto! Sylvia sta male!-  urlava mentre cercava di prenderla ed alzarla dal letto.

Incominciò a tossire. E uscì del sangue.

-Mamma!!! Papà!!! Sbrigatevi!- continuava ad urlare.

Monica e Mete accorsero nella stanza aprendo la porta di una velocità assurda.

-Santo Cielo! Tesoro! Cos'hai?- Urlarono all'unisono.

Sylvia sporcò il lenzuolo di sangue. I suoi occhi non avevano più controllo. Si spostarono all'insù e perse completamente i sensi.

-Sophia! Chiama un autoambulanza!- ordinò seccamente Mete. Mentre la prendeva in braccio. Fecero di tutto per rianimarla. Ma ogni gesto fu invano.

-Pronto! Dovete venire a casa! Mia sorella si è sentita male. Ha la febbre alta. Improvvisamente il suo respiro è diventato affannoso e con la tosse ha sporcato il letto di sangue. Dopodiché ha perso i sensi!- tremando con tono molto frettoloso si affrettava a raccontargli la dinamica al telefono.

-Non si preoccupi, corriamo da lei!- la centralinista dell'ospedale si prestava a rispondere.

Chiuse la telefonata. Quando si recò in camera, vide il delirio. Il pigiama sporco di sangue, Monica disperata piangeva, Mete tremando cercava di rivestirla con abiti puliti. Mentre il viso era rigato da lacrime.

Il suono del campanello interruppe quella frenetica scena. Sophia corse alla porta per far entrare i medici. Indicando la strada, li fece arrivare in camera.  
-Cos'ha mia figlia?- gli chiese Monica accasciata accanto al corpo della figlia priva di sensi.

Il medico fece scostare immediatamente Mete. Si chinò per toccarle il petto e per farla rianimare. Contando fino a cinque cercava di farle un massaggio cardiaco. Dopo qualche tentativo e nessun risultato diede segno agli altri medici di turno di portare una barella e di portarla in ospedale.

Adagiarono il corpo, privo di sensi e corsero via. Informarono i suoi genitori di andare al Gesù Bambino.

Mete e Monica si apprestarono a prendere un bagaglio per portare un pigiama di ricambio, un paio di ciabatte, asciugamani puliti e il telefonino lasciato sul comodino.
Sophia sì vestì di fretta e furia.

Mete mise in moto la macchina e raggiunsero l'ospedale più in fretta che poteva.

Quando arrivarono ebbero una notizia che portarono a svenire tutti dal dolore.

~Spazio Autore~

Ciao a tutti carissimi lettori. Ringrazio GiulioCesare1997 per le poesie. Vi consiglio di andarle a leggere. Fatemi sapere cosa ne pensate e lasciatemi una stellina. ❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤

SHE 2 #WATTYS2017 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora