CAPITOLO 21

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-MEGAN-

Io e Trevor siamo in macchina, è silenzioso, ma non è uno di quei silenzi che promettono bene, ansi al contrario, promette una tempesta con tanto di tuoni e fulmini e io che non riesco a starmene zitta decido di parlare. -cosa succede? Perché sei così silenzioso?- domando nel panico.

Tiro le ginocchia al petto e appoggio la testa al finestrino. Serra la mascella. -non succede niente solo soltanto stanco Megan- dice freddamente. Perché deve rovinare sempre tutto? Non capisco. Annuisco ma voglio di più voglio sapere! -ho fatto schifo vero? Eh eh che tu non ...- non trovo nemmeno le parole, mi porto le mani tra i capelli.

-aspetta non è così.... io penso soltanto di aver sbagliato, non avrei dovuto...- dice con una voce strana. Oddio. Mi tappo la bocca con una mano e con l'altra mi nascondo il viso. Non voleva, lui non voleva sono stata ad averlo obbligato.

-beh allora la prossima volta non finirò a letto con te se è stato uno sbaglio per te- gli urlo con voce mozzata, non sto piangendo, però quando sarò sola, lo farò.

-ma mi ascolti?! Non sto dicendo questo- alza la voce anche lui stringendo il volante fino a fare diventare le nocche bianche. - sei stata fantastica, non farti paranoie- mi rassicura posando una mano sul mio ginocchio.

- allora mi spieghi perché sei cosi schivo e misterioso da quando... Insomma lo sai.- arrossisco distogliendo lo sguardo dalla sua mano grande.

-perche fai sempre tante domande, Megan. Sono solo stanco, ho busogno solo di dormire- mente. Ormai siamo davanti casa mia, mi slaccio la cintura ed esco fuori dalla macchina velocemente. Mi segue. -lasciami in pace! Non voglio parlarti ora!- gli urlo liberandomi dalla sua presa che mi stringeva il polso. Entro senza dargli ulteriori spiegazioni. So per certo che dietro quel muso lungo si nasconde qualcos'altro.

***

-TREVOR-

Sono nove giorni del cazzo che non parlo non Megan, porca puttana! Sono andato sotto casa sua tre volte e l'ho chiamata una decina. Non mi ha mai aperto, non mi ha nemmeno mai risposto. Ma alla fine ho deciso di lasciarla stare. Vuol dire che non gliene frega niente di ciò che è successo.

È solo una bambina viziata. Si una bambina viziata che mi da alla testa. Beh... È solo colpa mia. Se solo sapesse che quella sera ero strano perchè ripensavo alla cazzata che avevo fatta, scolandomela. Bevo un altro bicchiere di liquore, questa musica del cazzo mi fa male alle orecchie. Stringo i pugni e mi alzo dai divanetti dove sono stato con questi imbecilli dei "miei amici".

In questa merda di locale non mi diverto per un nulla. La mia testa vaga e finisce sempre a pensare a Megan. Finisco il liquido che ho nel bicchiere e afferro la prima ragazza che mi capita e la trascino a ballare. Non sono mai stato il tipo che le sbatte in una lurida discoteca, ma stasera sarei disposto a tutto pur di distrarmi.

La ragazza in questione mi sculetta sul bacino ma non provo nulla,anche se è una bella bruna, dagli occhi provocanti e le tette in bella vista. Provo a lasciarmi andare e le cingo i fianchi. Si schiaccia su di me, seguiamo il ritmo della musica, mi concentro solo su di lei, cerca di baciarmi il collo ma mi allontano. Dai cazzo però. Le palpo il seno e lei si spinge su di me. Distolgo lo sguardo mentre lascia il primo piccolo bacio sul mio collo e verso il centro della pista noto Megan che ride e barcolla un po'.

Mi stacco immediatamente e vado da lei. Lentamente mi avvicino al suo corpo accaldato. Percorrono le sue braccia fino ad arrivare alle manu. Ha capito chi sono. Le incastra con le mie e si volta verso di me.

Sorride e preme sulla mia bocca, sento sulla punta della sua lingua uno strano sapore dolce. Posa le mani sotto la mia camicia e fa un piccolo percorso con le dita. Fremo, probabilmente è ubriaca. Non è che io sia lucidissimo. La trascino con me verso il bancone e chiedo al barista tre bicchierini pieni di vodka. Li butto giù uno dopo l'altro.

Se l'amore non esiste, facciamolo. (COMPLETA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora