CAPITOLO 29

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-TREVOR-

Sfioro il collo di Megan con le labbra mentre ci muoviamo ancora a tempo di musica, un po' goffamente. Mi sento un grandissimo calore al centro del petto, sento di essere il ragazzo più felice della terra in momenti come questi. Questa ragazza è la mia salvezza. -so di averlo già detto almeno un milione di volte ma questo panorama è bellissimo..- sussurra Meg al mio orecchio. -tu sei bellissima-ribatto spontaneamente.

Appoggia una guancia sul mio petto. -Trevor....io mi fido così tanto di te..-dice in un soffio. La sento respirare profondamente e subito mi assale il panico. -Megan guardami - dico cercando di essere il più tranquillo possibile. Alza lo sguardo. Quegli occhi così azzurri mi scrutano curiosi, -non lasciarmi mai, per favore, resta sempre con me, ti prego, perché con te sto benissimo- dico con voce un po' troppo disperata. -perché me lo dici ora? Così?- mi chiede preoccupata.

-non lo so, volevo dirtelo ora, avevo bisogno di dirtelo- dico cercando di convincerla. Se dovesse sfuggirmi, se dovesse andarsene il mio cuore cesserebbe di battere. Le guardo attentamente le labbra e prima che lo possa fare io, unisce le nostre labbra in un lento bacio passionale. La prendo forte per i fianchi, la alzo da terra e le faccio fare un giro. Ora sto baciando il suo sorriso e la sua fantastica risata è attutita dalla mie labbra. Ci stacchiamo e manda le testa all'indietro. -Penso che questo mio Natale sia iniziato benissimo- le dico all'orecchio. Fa un piccolo sbadiglio -sei stanca?- le chiedo sorridendo, sembra una bambina dolcissima con le labbra gonfie e le guance rosse.

Annuisce imbarazzata. Guardo l'ora, effettivamente sono le una e trenta del mattino. Il tempo vola quando sto con lei. Torniamo di sotto e chiudiamo tutto, inserisco l'allarme e piano piano torniamo alla macchina.

La guardo mentre dorme appoggiata al finestrino e sonnecchia con le labbra semi aperte. Cosa ho fatto per meritarmi una ragazza del genere? Siamo sotto casa sua -Meg, sveglia siamo a casa tua, devi andare- le dico scuotendola un po'. Porta le braccia dietro il mio collo e si aggrappa a me -no, sali, stai con me- mi chiede assonnata senza aprire gli occhi. Scendiamo dalla macchina e la prendo in braccio,-hai le chiavi di casa?- le sussurro, annuisce con la testa, merda ora dove sono? Inizio a cercare nel suo giacchetto ma non c'è nulla, metto le mani nelle tasche dei suoi jeans e finalmente le trovo ma prima che possa inserirle nella serratura la porta si apre. La madre di Megan compare sulla soglia sorridente, -ho sentito dei rumori e immaginavo fosse lei- dice tranquilla-stavo proprio per salire e andare a letto, entrate- continua.

Le sorrido anche io un po' imbarazzato. -la porto di sopra e poi me ne vado, Buon Natale signora-dico entrando in casa. -oh Trevor buon natale anche a te, mi sembra di averti già detto di chiamarmi Alice- dice gentilissima, ha il volto luminoso e dolce di sua figlia. Mi saluta con la mano e io le faccio un cenno del capo. Salgo le scale, non mi pesa affatto, è una piuma. Chiudo la porta. La poso piano sul letto e inizio a toglierle la giacca, le infilo il pigiama e appena sente le mie mani fredde a contatto con la sua schiena mentre le slaccio il reggiseno le vengono i brividi. Appena è sotto il letto le poso un delicato bacio all'angolo della bocca. -rimani un altro po' con me- mi chiede flebilmente. -solo dieci minuti- le sussurro ridendo.

Non ho intenzione di rimanere qui impalato e mi spoglio rimanendo con i boxer e una maglietta bianca a maniche lunghe. Mi infilo nelle coperte con lei e la stringo, non so quanti minuti passano, so soltanto che sento gli occhi pesanti e che mi addormento.

***

I capelli di Megan mi fanno il solletico sul collo. Sento aprirsi la porta e poi subito una piccola risata. Ma chi è a quest'ora in casa mia la mattina del 25 dicembre. Poi mi ricordo. Cazzo. Non siamo a casa mia. Subito Megan si alza a sedere e scoppia a ridere. -Ciao Mamma- dice. Mi alzo anche io. -Ciao Meg, ciao Trevor- ci saluta ridacchiando. -io signora.. em.. Alice , ieri sera mi sono addormentato e sono rimasto qui- dico imbarazzato, toccandomi la nuca. -non preoccuparti! Sei il benvenuto! Ascolta oggi allora resti a pranzo da noi, non accetto un no come risposta- dice subito allegra. Megan mi guarda sorridente, vuole sul serio che resti a pranzo? -io non potrei perché.....- inizio a dire ma vengo interrotto da Alice. -purtroppo mio figlio arriverà tardi, oggi pomeriggio perché era in viaggio con suo cugino David ,perciò mi manca un bel ragazzo che si prende cura della mia bambina- mi fa l'occhiolino.

Se l'amore non esiste, facciamolo. (COMPLETA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora