-MEGAN-
Sinceramente sono un po' agitata al pensiero di uscire soltanto io e Trevor. Sta per passare a prendermi. Sembra passata una vita da quando ci siamo lasciati. Mi guardo un'ultima volta allo specchio. Voglio essere il più naturale possibile, metto una ciocca di capelli dietro l'orecchio e aggiusto gli occhiali.
Gli piacevano tanto... ho un semplice vestito nero con le maniche in pizzo e dei tacchi bassi sempre dello stesso colore. Mi arriva un messaggio e subito esco di casa. Sta fumando è appoggiato alla macchina e mi guarda. Sembra che siamo tornati indietro nel tempo. Appena mi vede spegne subito la sigaretta, butta via il fumo dalle labbra e si aggiusta un po' la giacca nera. Lo guardo sorridendo di sottecchi. Mi prende per mano. -mi mancava vederti -dice con voce rauca. Sebbene sia passato abbastanza, sento il cervello in pappa. Ha un maglia a maniche corte grigia sotto. Entriamo in macchina. Dopo un po' di silenzio tendo la mano verso la radio e l'accendo. Tamburello le dita sulla coscia nuda e canticchio. Mi guarda e subito inizia a cantare urlando parole confuse e stonate.
Scoppio a ridere. -ma non sono le parole giuste! - dico ridendo a crepapelle. - non è colpa mia se la canzone sbaglia parole- mi risponde con noncuranza, come se avesse tutte le ragioni per affermarlo. - sei stonato- gli faccio presente - ssh sono bravissimo-e riprende a cantare in modo molto gutturale. Dopo dieci minuti arriviamo in questo posto. Il cameriere ci porta all'esterno su un tavolo in legno con tre lanterne e tante altre sparse ovunque nel prato. Molte coppie chiacchierano fa di loro, ma c'è pace, è tutto così tranquillo.
***
-TREVOR-
-quindi che università hai scelto?- le domando accorgendomi che sente un po' freddo. Prendo piano il mio giacchetto. -filosofia, fino a poco tempo fa ero un po' titubante ma ora sono convinta- sorrido compiaciuto. Mi alzo e le appoggio la giacca sulle spalle. Mi ringrazia con gli occhi. -e tu? Quale hai scelto?- mi chiede teneramente. -vediamo un po' se indovini..- la tengo sulle spine. È buffissima, ha una faccia corrucciata. - tutto tranne biologia- scoppia a ridere -ho scelto filosofia anche io...- le dico sperando in una reazione positiva. -ah sì?...sono contenta almeno non sarò sola-dopo essersi resa conto di ciò che ha detto porta una mano sul collo e abbassa leggermente lo sguardo.
-ehi tutto bene, ho intenzione di riconquistarti e ci riuscirò-dico sicuro. So che le fa paura quello che dico ma non mi importa. Annuisce leggermente mordendosi il labbro -Meg...-dico tranquillamente dopo alcuni discorsi. -si?- -ti va se... vedi... mi vuoi accompagnare al matrimonio di mio padre? Se non vuoi tranquilla, ma ho deciso di andarci. Grazie a te piano piano sono riuscito ad accettare mio padre e devo dire che Isabelle mi sta piuttosto simpatica, ma non dirlo a nessuno. Accompagnerò anche mia madre, quindi farebbe piacere anche a lei- dico aspirando il fumo dalla sigaretta. -si mi piacerebbe moltissimo-sorride -che ne dici di andare a casa e guardare un po' di TV?
Io sto veramente congelando- dice tremando sul posto . Anche se di giorno fa caldo la sera è rigido e lei non si è portata nemmeno una giacca. -Andiamo.- consento. Pochi minuti dopo siamo arrivati a casa di mio padre e scendiamo subito dalla macchina. -non fare rumore, staranno sicuramente dormendo. - dico aprendo piano la porta. Appena entra tira via le scarpe facendole cadere a terra con un tonfo
-Megan!- urlo sussurrando. -primo, mi stavano uccidendo lentamente le dita dei piedi e secondo avrei fatto troppo rumore nel salire le scale- si giustifica facendo le spallucce. Sorrido. Mi era mancato questo suo lato buffo e scherzoso.
È stato sempre il mio preferito e credo che non cambierà mai. - Trevor, è tutto buio accendi qualche luce- mi dice camminando aggrappata al mio braccio -se mi ci fai arrivare...- dico staccandomi da lei. Sussurra un "scusa" impercettibile. Sarà rossissima, fortuna che siamo al buio. Accendo la luce sulle scale e insieme saliamo. -ci sei?- le domando girandomi -si sì eccomi- dice inciampando su i suoi stessi passi. -attenta!- scoppio a ridere -ehi, non è divertente!- mi spintona rifugiandosi in camera mia. -vuoi restare qui stanotte?- le domando. Mi guarda perplessa.
Cazzo forse pensa che voglia scopare. -oddio non in quel senso, dormirò per terra- continuo. Mi guarda con sguardo dolce. -va tutto bene, mi piacerebbe restare e non voglio che tu dorma sul pavimento-finisce con un sorriso. -però.....-già ci ha ripensato? -però?- la esorto. -cosa mi... metto?- domanda ridandomi il giacchetto. Prendo una maglia a maniche lunghe dal cassetto e dei pantaloncini corti. -vanno bene?-
-benissimo- dice correndo in bagno. Sospiro buttandomi sul letto. È andato tutto per il meglio. Non l'ho fatta arrabbiare per una volta. Anche se con un po' di imbarazzo me la sono cavata piuttosto bene. Rientra stendendosi accanto a me -mi dispiace Trevor ma mi va più di guardare la TV, scusami-sbadiglia infilandosi sotto le coperte. -riposati- riesco a dire. Mi da le spalle rannicchiata su se stessa -buona notte- sussurra. Dopo alcuni minuti passati a fissare il soffitto mi affianco a lei circondandola con un braccio -Meg...- la chiamo -mh- apre gli occhi
-ti sei divertita?- domando con un po' di imbarazzo -si- dice sistemandosi i capelli da un lato. Sorrido. - 'notte anche a te- sospiro posandole un bacio sulla nuca.
***
Mi muovo nel letto e non sento nessuno affianco a me. Apro gli occhi. Sono le sei del mattino, è ancora tutto buio. Mi guardo in torno nella stanza e in piedi avvolta in una coperta a guardare fuori dalla finestra vedo Megan. Faccio piano e mi metto dietro di lei abbracciandola. - perché sei in piedi a quest'ora?-le domando. Ci mette un po' a rispondere -non lo so..io...io non posso restare.....- le trema la voce.
-che stai dicendo?-le chiedo. -io non ci riesco, mi sento male a sapere che sei qui e non possiamo fare nulla per quest orribile situazione - dice piano. -la giro verso di me, smettila di scappare Megan, ti prego smettila perché sai che ti cercherò e ti troverò sempre- le dico stringendola al mio petto. Mi prende la mano, la intreccia con la mia.
Mi porta verso il letto e ci rimettiamo sotto le coperte. Metto il volto sull'incavo del suo collo. -mi fai un solletico-ridacchia subito. Le è tornato il buon umore e mentre la guardo dormire di nuovo mi piace pensare che sia stato io a farglielo tornare.
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Ecco la scena tanto attesa del loro incontro al ristorante. Quanto durerà la loro "amicizia "?
Ci sarà mai un futuro per loro?
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Se l'amore non esiste, facciamolo. (COMPLETA)
Storie d'amoreAsher ed Alice ormai sono adulti e hanno due figli. Ora è il momento di raccontare la storia di Michael e Megan i due fratelli inseparabili. Michael con i lineamenti duri come il padre ma i capelli e gli occhi marroni come la madre. Ribelle, sfacci...