CAPITOLO 23

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-TREVOR-

-sei pronto?- mi domanda Megan entrando in camera. Appena mi vede sussulta e si copre il viso con la felpa. Sogghigno. - che c'è?- domando ridendo.

-vestiti. Muoviti. Fra mezz'ora devi essere al ristorante e sei ancora.... Nudo!- arrossisce. - forse ci sto ripensando, Non voglio piu andarci. Non mi importa più niente di lui. - dico infilandomi i boxer. - Trevor, magari è pentito e vorrebbe solo riallacciare con te e magari con tua madre...- cerca di convincermi. Scoppio a ridere - mia madre? Mia madre? Anche se volesse, sarei io a impedirgli di vederla. Mia madre è cosi buona e non si merita tutto questo. - dico sbuffando. Mi ricordo tutto anche se sono passati piu di 10 anni. Non permetterei mai a mio padre di tornare in quella casa dopo averla lasciata, nelle mani di un bambino di 11 anni, malata.

Tutte le notti si dimenava nel letto perché non riusciva a respirare, soffriva e io non sapevo come comportarmi. Dovevo aiutarla in tutto: non aveva le forse per cucinare, pulire la casa o semplicemente andare da una stanza all altra. Quella maledetta malattia l'ha ridotta uno straccio.

. -Va bene, Ma per favore vacci, senti almeno cosa deve dirti-si siede sulle mie gambe e mi da un casto bacio. Istintivamente le mie mani vanno sul suo seno ma si sposta - Fermo! Devi vestirti ..- sussurra sulle mie labbra. -ma se sei tu che ti sei seduta sopra di me!- dico.

Mi metto i soliti pantaloni neri attillati e una maglia grigia. Non mi interessa vestirmi elegante. Dieci minuti dopo sono pronto. Riporto prima Megan a casa e subito dopo mi avvio verso il ristorante. Sono teso e nervoso. Avrei fatto meglio a portarla con me. Solo lei sa farmi stare bene e in questo momento ne ho davvero bisogno. Stringo forte il volante anche se le mani mi sudano e appena arrivo faccio un respiro profondo prima di scendere.

Mio dio... Qui dentro è tutto così elegante e sofisticato. Alzo la testa e un enorme lampadario illumina il lussuoso ingresso. - buonasera, ha già prenotato?- mi chiede uno dei camerieri perfettamente vestiti in bianco e nero. - si- rispondo calmo - a nome di Whitley - a quel nome subito risponde - a certo, come ho fatto a non riconoscerla. Il signore mi aveva detto che sareste venuto. Prego, si accomodi- dice andando verso uno dei tanti tavoli. Vedo che questo "signor Whitley " è ben conosciuto. Non mi stupisco.

Passando mi guardo allo specchio del bagno che ha la porta aperta, ho i capelli tutti spettinati, sono proprio un pesce fuor d'acqua in questo posto del cazzo. - prego- conclude poi allontanandosi. Immerso nei pensieri non mi ero neanche reso conto di essere impalato davanti a mio padre che appena mi vede si alza in piedi - Ehi, Sei venuto! Pensavo che avessi cambiato idea all'ultimo momento - mi saluta sorridendo. Mi sforzo di ricambiare il sorriso. Sposto lo sguardo all'altro lato del tavolo dove una donna un po imbarazzata cerca di non guardarmi negli occhi. Ha un lungo vestito rosso e dei tacchi vertiginosi. È giovane e anche molto carina.

- Ah Trevor... Lei è Isabelle - dice notando che la stavo fissando.

- Piacere - si presenta. Le faccio un cenno del capo e mi siedo. Che cosa c'entra questa donna.Non pensavo ci sarebbero state altre persone con noi. - Grazie davvero tante che sei venuto. Per me è molto averti qui dopo molto tempo. - dice cordiale. - mmh certo - dico, riempiendomi la bocca con la carne che è appena arrivata. Non ho nemmeno fatto in tempo ad ordinare che già mangio. Tossisce. - si... Ehm.. Non ti sei chiesto perche lei è qui?- mi domanda guardandola con occhi sognanti. Si me lo sono chiesto, ma sinceramente non mi interessa. - chi sarebbe?- domando senza degnarlo di uno sguardo.

- Bene Trevor... Dopo quello che ti dirò spero che non te ne andrai, ma che mi capirai ...- balbetta un po.

Faccio un lungo respiro. - come ti ho detto quella sera... Quando me ne andai per molto tempo ho pensato a tua madre. Io l'amavo, dio se l'amavo.- si ferma un istante e poggia una mano su quella di Isabelle. Dilato le narici, che cazzo sta succedendo? - sono passati tanti anni , ma poi ho conosciuto lei. È stata ed è ancora la mia segretaria ma da quel giorno che i nostri sguardi si sono incontrati, tutto è cambiato.

Se l'amore non esiste, facciamolo. (COMPLETA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora