CAPITOLO 37

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-TREVOR-

Porca puttana combino sempre guai. E adesso? Come la risolverò questa cosa? Perché ho dato quelle fottute chiavi a Martah? Sono un idiota. Porto le mani nei capelli strattonandoli mentre faccio avanti e indietro nel salotto. Devo seguirla, seguirla e fermarla prima che sia tardi. Stava riuscendo a perdonarmi e adesso siamo di nuovo punto è a capo. Fanculo. Prendo di fretta la giacca e mi precipito fuori al freddo di prima mattina. -Megan!- urlo non vedendola. Se ne è andata. Tirò un pugno alla porta alle mie spalle. - Merda! Merda!- grido poggiando la fronte e chiudendo gli occhi.

-MEGAN-

Appena esco mi siedo sul marciapiedi davanti casa sua, nascosta dietro una macchina. Devo riprendere fiato, calmarmi e asciugare queste lacrime. Devo farmi forza e non starmene sempre a piangere come una bambina. Stavo per concedergli una seconda opportunità come una sciocca, ma ora ho capito che non si meritava nemmeno la prima. Come una scheggia lo vedo uscire di casa e urlare il mio nome. Tira un forte pugno alla porta ormai chiusa e sobbalzo sul posto. Odio quando usa la violenza. Si tocca la mano poi appoggia la testa al portone -Merda!- urla per poi rientrare. Scoppio di nuovo s piangere. Mi faccio coraggio e mi alzo correndo fino a casa. Mi farò una doccia, mi metterò vestiti puliti e andrò a scuola. Forse riesco a distrarmi e non pensare alle sue braccia che mi avvolgono riscaldandomi mentre dormiamo, ne ai suoi baci tra i capelli. Indosso dei semplici jeans e un maglione bianco e riparto cercando di arrivare in orario a scuola. Entro in classe anche se con qualche minuti di ritardo e mi siedo accanto a una mia compagna . Una mattinata intera senza vederlo. Non è venuto a scuola e a parer mio ha fatto bene. Mangio la mia barretta al cioccolato mentre cammino per i corridoi aspettando che la ricreazione finisca e possa tornare in classe fin quando qualcuno mi strattona per un polso e entrando nel bagno. Entra in una delle cabine e chiude la porta facendomi appoggiare su di essa -ssh- mi sussurra Trevor tenendomi stretta per i fianchi. La rabbia mi ribolle nel sangue. -cosa vuoi da me?- cerco di rimanere calma -parlarti, chiarire- mi guarda con quelle pizze verdi intensamente. -io non voglio chiarire proprio niente.

Mentre risolvi con me stai con un altra! E penso sia anche più importante visto che ha anche le chiavi di casa!- sbraito. -Megan c'è un motivo se ha quelle maledette chiavi- dice calmo -lo so anche io il motivo senza che stiamo qui a dirlo- incrocio le braccia indispettita. Suona la campanella -fammi uscire- continuo. -Megan cazzo devi ascoltarmi!- dice poggiando una mano con forza sulla porta accanto alla mia testa per non farmi passare. -comincio a urlare - lo minaccio togliendo la mano dal mio fianco. La posa subito sulla mia bocca -mmmh- urlo regalandogli un'occhiataccia. - Martah... la ragazza che è entrata stamattina....- comincia a dire. Martah, eh? La ragazza che sicuramente si porta a letto, non è così? Gli mordo il palmo della mano e lui la ritira subito stringendo i denti per il dolore e io ne approfitto per uscire da quel lurido bagno e siccome non ho voglia di rientrare in classe e subirmi un ore di matematica esco anche da scuola.

***

Ho sentito da alcuni miei compagni che hanno organizzato una festa per l'inizio del nuovo anno anche se ormai è febbraio ma ho deciso di andarci e mi sto preparando con Lucy, come al solito. Mentre lei indossa dei pantaloncini neri, calzamaglie nere, maglia cotta rossa scura e tacchi sempre neri, io ho messo una gonna di nera non molto lunga abbinata ad una maglia corta bianca senza spalline. Anche io delle scarpe con il tacco nere.

Prendo il telefono e la giacca e usciamo salutando i miei genitori. -Mamma, prendo la tua macchina, va bene?- grido prendendo le chiavi. -Marmocchio stai attenta o non ti farò andare neanche a piedi!- risponde di rimando papà urlando dal piano di sopra. Sogghigno. -grazie papino!- lo saluto. Sfrecciamo verso il locale e in qualche minuto arriviamo. La musica è ancora bassa, non ci sono molte persone, sono ancora tutti seduti sui divanetti, qualcuno chiacchiera ballando un po' sul posto. Ben presto le persone aumentano, e già non si respira. Parte quella solita musica che ti rompe i timpani, che ti fa ballare mentre non capisci più niente. Bevo un bicchiere dopo l'altro e non mi ricordo nemmeno se sono a sei o sette. Con il mio bicchiere di vodka tra le mani mentre sculetto insieme a Lucy, vado a sbattere contro qualcuno. Scoppio a ridere. È bello sentirsi leggera, senza niente per la testa.

Il ragazzo dietro di me puzza di alcool e mi cinge la vita con le braccia, mi attira verso di lui, ha le braccia forti. Mi gira la testa e so che potrei fare assurdità.Poi sotto strati di quella fastidiosa puzza sento il suo profumo. Porto la mano libera all'indietro e la poso dietro il suo collo. Mi giro incrociando il suo sguardo, a qualche centimetro di distanza dalle sue labbra. Mentre la musica si calma lui comincia a parlare -Megan non ti lascio finché non ti avrò detto ciò che ho da dirti. Non me ne vado finché non mi avrai ascoltato fino alla fine, cazzo.- deglutisce barcollando un po'. Poso il bicchiere ormai vuoto per terra e porto anche l'altro braccio dietro la sua testa.-non voglio ascolartiii- urlo ridendo. - quella Martah non è altro che la ragazza a cui sto vendendo la mia casa. La sto vendendo perché non riuscivo a sopportare il tuo profumo mischiato a tutte le lenzuola, sul divano, in cucina mentre mangiavamo. Vedo sempre le tue labbra sulle mie anche quando non ci sono, è un incubo, un incubo che non riesco a trasformare in un bellissimo sogno.

Lei l'ho conosciuta quAlche giorno fa e le ho dato la copia delle mie chiavi perché sarebbe dovuta venire questa mattina e io pensavo di non farmi trovare li. E invece tu hai dormito da me.- mi spiega. -non mi importa, sarà sicuramente un'altra delle tue bugieeee- se fossi sobria gli crederei e mi butterei tra le sue braccia.ora mi sto sentendo in colpa perché forse è vero, e io non mi sono neanche preoccupata di ascoltarlo sul serio perché sono troppo ubriaca-sono serio, Meg. Credimi- sussurra. Mi avvicino lentamente a lui. Non so cosa sto facendo. Forse è tutto l'alcool che circola dentro di me che non mi fa pensare una seconda volta ma lo bacio. Le nostre lingue danzano, i nostri corpi si scaldano e ben presto diventa più che un semplice bacio. Mi stacco barcollando. Ho bisogno di lui. Mi manca troppo. -ho bisogno d'aria- balbetto. Mi prende per mano e mi tira un po' -dove, andiamo?-domando ingenua. Sorride malizioso -a casa mia-.

***

Apre la porta di casa e la spalanca con un calcio per poi chiuderla. Mi butto sopra di lui sul letto. Tenta di respingermi con le mani delicatamente. Ma io mi struscio su di lui ancora di più. Lo sento pronto, preme sulla mia coscia. Non penso più a niente. Mi manca,mi manca così tanto che non posso resistere un momento in più. Forse domani farò la colpa all'alcool ma ora non ci voglio pensare. Ora ci siamo solo io e lui. -Megan fermati, basta- dice con poca convinzione alzandosi dal letto. - o mi scopi o me ne vado, decidi tu!- dico. Oddio, che cosa ho detto? -non puoi farmi questo, sai che non ti resisto-dice con voce traboccante di desiderio.E va bene vuole giocare? Giochiamo. Mi levo la maglia e tolgo le scarpe. Sfilo velocemente la gonna e tolgo il reggiseno. Mi sembra di rivivere una situazione simile, è successo qualche mese fa, ero ubriaca e l'ho costretto io(relativamente), soltanto che quella volta abbiamo chiarito e siamo stati insieme. Ora anche se volessi, non succederà.

Mi giro di spalle. -bhe allora buonanotte- mi abbasso un secondo a terra e sono sicura che abbia visto tutto il mio sedere. Lo sento trasalire. In un secondo me lo ritrovo sopra. Mi bacia con foga e gli tolgo la maglietta. -domani ce l'avrai a morte con me, sarai arrabbiatissima!-dice tra un bacio e l'altro.Lo spoglio del tutto e percorro il suo petto muscoloso con i polpastrelli fino ad arrivare all' inguine. -tanto già lo sono, sei uno stronzo, egoista- Dico mugolando. O mio Dio che cosa sto facendo? Si stacca un po' da me per ammirarmi e non posso fare altro che arrossire. -sei bellissima, mi sei mancata- dice abbassando lo sguardo. - ti prego muoviti-mugolo. Mi guarda pieno di passione e poi veloce, mi penetra facendomi inarcare la schiena. Mi spingo verso di lui e lui continua con più forza e molto più velocemente. Mi bacia le labbra, mi succhia il collo mentre mi tiene ferma per le gambe. -Megan... guardami, apri gli occhi!- dice. Subito rapisce il mio sguardo. Comincia a sudare e i capelli si attaccano alla fronte mentre il petto si alza e si abbassa irregolarmente.-Ti amo, con tutto me stesso- e prima che possa rispondere mi bacia. Intrecciamo le mani e spinge più veloce. Non l'avevamo mai fatto così. Mi si ribalta lo stomaco è così travolgente.

Ci guardiamo mentre mugolo più volte il suo nome poi esce e viene subito dopo di me. Comincio a muovermi sotto di lui, sorrido mentre sospira e chiude gli occhi. Le palpebre fremono mentre si stringe il labbro inferiore trattenendo il respiro. Si lascia andare sdraiandosi accanto a me. Mi accarezza i capelli sparsi su tutto il cuscino e mi lascia un bacio a fior di labbra. Guardo le sue gambe tra le mie, i nostri corpi incastrati nudi, i nostri respiri che vanno all''unisono, mentre mi abbraccia con entrambe le braccia.

Ho un enorme mal di testa ma sono incredibilmente rilassata, mi sono goduta ogni secondo di questa notte. -mi sei mancato-gli bisbiglio all'orecchio senza pensare.

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BUON ANNO!!!
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Al prossimo capitolo e.....
Nothing more💕

Se l'amore non esiste, facciamolo. (COMPLETA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora