Capitolo 34

4.2K 209 14
                                    

-MEGAN-

Sono nervosa. Avevo giurato a me stessa di stare lontana da tutto ciò che mi ricorda Trevor. È passata una settimana e il mio cuore ancora è in frantumi. Sto per entrare nella casa di Spencer. Spero vivamente che lui non ci sia, spero che l'odio che nutre verso suo padre basti a non venire qui. Faccio un respiro profondo e busso alla porta con le mani gelide. Subito Isabelle mi accoglie con un sorriso molto caloroso e mi tira dentro la casa intrappolandomi tra le sue braccia minute in un abbraccio. . -come stai cara?-mi domanda dolcemente. -come ti sembro?-le domando a mia volta. -bhè hai un po' di occhiaie e hai il viso un po' più scavato del solito ma non si noterà nulla- dice gentile. Abbozzo un sorrisino . -speriamo-dico. -ascolta, tra un quarto d'ora arriveranno tutti gli invitati e tra mezz'ora Spencer sarà a casa! Ora è in giro con dei suoi colleghi a guardare una partita di calcio, non sospetta minimamente una festa a sorpresa! Quindi diamoci da fare!-dice entusiasta. -che dobbiamo finire di fare?- domando facendomi prendere da un po' di allegria. -dobbiamo sistemare tutti i vassoi nei piatti e assicurarci che siano tutti in orario!- mi spiega. -perfetto-dico. La domanda mi frulla nella testa e continuo a ripetermela mentalmente così non resisto e chiedo- LUI ci sarà?- Isabelle alza lo sguardo ha capito immediatamente di cosa sto guardando. -io bhe l'ho invitato ma mi ha detto soltanto che non lo sapeva, mi spiace-conclude. Cerco di trattenere le lacrime. Perché ho gli occhi lucidi anche a sentirlo nominare?

***

Siamo tutti nascosti dietro qualcosa. Le luci sono spente, ci sono soltanto due candele accese sopra un mobile. Isabelle ha la macchina fotografica tra le mani. Ci sono una marea di persone, quasi tutte quelle che c'erano a capodanno. Sono vestiti tutti in maniera molto elegante e mi sento un po' un pesce fuor d'acqua con la mia felpa e i mei jeans strappati sulle ginocchia. La maniglia della porta di casa scatta e Spencer entra ridendo con alcuni uomini. Appena accende la luce saltiamo fuori gridando -sorpresa!!!-, subito Spencer porta una mano alla bocca sorpreso e va subito ad abbracciare tutti. Quando mi vede lascia un gruppo di persone e mi abbraccia sorpreso. -Ciao Megan, dov'è Trevor?-mi domanda. Isabelle le bisbiglia qualcosa all'orecchio e la sua bocca si trasforma in una O e si avvicina. -mi dispiace tanto Megan, tu sei l'unica persona che riesce ad amarlo senza giudicarlo e sei lui non lo capisce allora è un grandissimo stupido- mi sorride allontanandosi. Vado in cucina e mi siedo al bancone. Mi guardo in torno, c'è chi sgranocchia il cibo, chi se ne abbuffa, chi ride e chi racconta aneddoti a voce un po' troppo alta. Poi improvvisamente mentre ho lo sguardo chino sento la sua voce. -scusate il ritardo ma sono rimasto imbottigliato nel traffico-. Panico. Si leva il giacchetto è il cappello scompigliandosi un po' i capelli. Perché ogni volta che lo vedo mi manca il respiro? - ciao Trevor, mi fa piacere che tu sia venuto- lo saluta il padre prima che venga trascinato dai suoi amici a bere altro champagne. Si guarda un po' intorno poi guarda me.

Sento il suo sguardo riscaldarmi anche se è lontano da me. Severo, duro e scostante mi da un ultima occhiata prima di abbassare lo sguardo e cominciare a chiacchierare con dei signori. Mi sento a disagio. La persona che più amo al mondo e che allo stesso tempo mi ha distrutto è qui, sotto lo stesso tetto. So che non potrei mai resistergli... neanche adesso mentre lo guardo sorridere.

Sbuffo sedendomi sul divano. È tutto così arredato bene, sul tavolino davanti alla televisione sono appoggiate due candele profumate e una piantina con i fiori rossi. Sulle mensole ai lati della libreria ci Sono molte fotografie. Una ritrae i bellissimi sorrisi di Isabelle e Spencer mentre bevono il caffè un un bar, si vede che li erano entrambi più giovani.
Poi una foto in bianco e nero con una donna che ha tra le mani sui figlio.. si, è proprio la madre di Trevor.
La mia mentre torna al giorno in cui L'ho conosciuta, ricordo che mi disse che ero l'unica ad averlo cambiato radicalmente . Tutti si sbagliavano. Io non ho mai cambiato nessuno. Non sono mai stata la ragazza giusta per lui ne tanto meno il suo punto di riferimento. Non sono mai stata niente per lui e ne ho la certezza. - ciao...- vengo scossa dalla sua voce profonda mentre si siede sul divano poco distante da me. Siccome non rispondo al suo saluto mi chiede - a cosa pensi?-

-a molte cose, troppe- rispondo secca.
Ancora non gli ho detto cosa ho da dire io, adesso. Non voglio dargliela vinta. Se mi mostro per quella che sono, triste e sola, avrà vinto, avrà ottenuto ciò per il quale a lottato fino ad ora.
-Meg...- sento la sua voce profonda tremare e con una mano sfiora la mia gamba. Mi alzo di scatto uscendo fuori. Mi dispiace per essermene andata così senza salutare nessuno ma non riesco a respirare con lui al mio fianco. -Megan!- urla spezzando ancora il silenzio della notte. Mi blocco all'istante. A passo svelto mi dirigo verso di lui dandogli un forte schiaffo - questo è quello che ti meriti fin dall'inizio. Pensi di averla vinta siccome sono triste e sconsolata per poi corrermi dietro e riconquistarmi? Io non sono triste. Non avrai mai la soddisfazione di vedermi piangere. Riderò così tanto da farti sentire un fallito.
D'altronde era solo un patto, no?- sorrido e entente mi giro per andarmene lasciandolo lì immobile.

Mi sento come più sollevata, so di aver fatto bene a dirgli quelle cose. Il problema è che appena svolto l'angolo e i suoi occhi non mi bruciano più la schiena scoppio in un pianto liberatorio.

-TREVOR-
Le sue parole mi hanno pervaso come un uragano stravolgendomi e portando via anche gli ultimi pezzi infranti del mio cuore. Sento che a mano a mano mi sta scivolando via e ho paura che non tornerà più. " d'altronde era solo un patto, no?"

Era solo una scommessa. Urlo tirando un pugno ad una macchina facendo partire l'allarme. Metto le mani nelle tasche dei jeans e ritorno alla festa. Ho paura che se la seguo o provo a riavvicinarmi, lei si allontana sempre di più e non va bene.

Cazzo, devo trovare una soluzione. Non voglio credere che non le sia mai importato nulla. Sono sicuro che lei in fondo mi ama come la amo io ma le ho fatto così male che il suo dolore è riuscito a sotterrare quella luce negli occhi e quel rossore sulle guancia che le provocavo solo sorridendole.

------------------------------

Speriamo vi piaccia anche se è un po' breve. BUON NATALE A TUTTI❤️❤️❤️❤️

Nothing more💕

Se l'amore non esiste, facciamolo. (COMPLETA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora