CAPITOLO 32

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-TREVOR-

Sono in macchina da solo. Sto andando a casa di mio padre, mi ha chiesto di andare lì. So già che mi farà una ramanzina per quando tre giorni fa ho dato un pugno a quell'imbecille. Suono il campanello, metto le mani in tasca e mi dondolo sui talloni in attesa che qualcuno venga ad aprirmi. Subito Isabelle mi sorride, abbozzo un piccolo cenno con il capo. Subito mio padre mi guarda con sguardo severo. -andiamo nel mio studio-dice. Eccoci ci siamo. Isabelle gli lascia un'occhiata furtiva .

Appena chiudo la porta inizia a parlare. -ho saputo cosa è successo a capodanno......- dice guardandomi negli occhi.

Poi il suo volto si illumina in un sorriso. -Ben fatto, quel ragazzo li è proprio uno sbruffone, non capisce mai che ciò che dice è inopportuno- dice ridendo. Rido con lui e sento il cuore un po più leggero.

Mi da una pacca sulla spalla. -Grazie papà, questo per me è importante- dico scostandomi dalla sua presa. -grazie a te, altrimenti sarei arrivato io alle mani- dice buttandola sul ridere. Non c'è più tensione e se è così lo devo a Megan e proprio in questo momento mi chiede di lei. -Dov'è Megan? Come sta?-mi domanda imbarazzato. -oh, lei sta bene è a casa sua ora, stasera viene da me-dico un po' fiero. -cosa provi per lei? Sul serio intendo. Dal primo giorno che ci siamo incontrati fino ad oggi ho visto un cambiamento radicale in te. - mi dice e subito rimango spiazzato da quello che mi chiede.

-io non lo so, non so cosa sto combinando, quando sto con lei mi sento bene, sento ricucirsi a poco a poco lo squarcio che ho nel petto da quando tu te ne sei andato- prendo una pausa per guardarlo negli occhi

. -E sento che potrei passare con lei tutto il resto della mia vita-finisco. -questo Trevor, fattelo insegnare,significa amare, tu la ami, sei soltanto un po' troppo codardo per dirglielo-. Non so cosa dire. È la verità. -si credo proprio sia così- dico in un sussurro. -a volte parto con l'idea di rivelarglielo ma le parole mi muoiono in gola- continuo. -So come ci si sente, ci sono passato anche io.... con tua madre- sorride. Faccio una smorfia. -so che non lo pensi, ma io ancora amo tua madre, la amerò per sempre ma con tutto il male che le ho fatto non riuscirò mai più ad avvicinarmi a lei, ma per una forma di rispetto, perché non si merita me- mi dice. Lo capisco, è strano ma riesco a capire ciò che dice. Una morsa mi stringe il petto e mi annebbia la vista.

E se anche io e Megan finissimo così dopo che ha scoperto la verità? Ho criticato mio padre per anni mentre io sono peggio di lui. Ora vorrei soltanto scaricare la colpa su di lui per avermi abbandonato e per avermi reso un verme, vorrei dare la colpa a Megan per essersi innamorata di me ma la colpa è solo mia. -io devo andare-dico in tono freddo a mio padre. -ti prego, torna.- mi dice con un velo di disperazione. -tornerò- dico prima di uscire dallo studio e poi dalla casa.

***

Entro in casa mia e mi svesto completamente. Vado in bagno ma prima che possa entrare nel box doccia suona il campanello. Metto un asciugamano in vita e mi appare il bel viso di Megan. La attiro a me e la abbraccio. Dio il profumo dei suoi capelli. -Entri in doccia con me?- le domando sperando in un si. -certo- mi risponde allegra. -mi ricordo la prima volta che abbiamo fatto la doccia insieme, hai voluto che restassimo in intimo-rido spontaneamente. -bhe oggi non lo faremo- mi dice con un piccolo sorriso imbarazzato. Si toglie lentamente i vestiti. Lo sta facendo apposta. Prima che possa afferrarla per i fianchi va dentro la doccia da cui esce una marea di vapore. Tolgo l'asciugamano che si è teso un po' e la seguo.

Ha il corpo imperlato di goccioline d'acqua i capelli tirati all'indietro. Mi mette le mani sul petto e io la stringo tra le mie braccia. Ci guardiamo negli occhi. Con le dita percorre tutto il torace e l'addome fino ad arrivare sul basso ventre. Caccio la testa all'indietro. Mi appoggio alle mattonelle fredde e la tengo ancora stretta a me per il sedere. Le sfioro i fianchi e traccio dei piccoli cerchi con i pollici. Appoggio la fronte sulla sua. Le soffio sulle labbra e poi le lascio un lieve bacio. Subito lo intensifico passando la lingua sul labbro inferiore. La prendo per il retro delle cosce e la sbatto sul muro.

Se l'amore non esiste, facciamolo. (COMPLETA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora