«Dammene un'altra, grassie» Biascico, guardando il barista, con voce supplichevole.
«Hai bevuto troppo, ragazzino, sei sicuro di essere maggiorenne?»
Mi chiede lui, e osservo ridacchiando la sua testa pelata.
Mi ci posso quasi specchiare.«Non sono sicuro di nulla.» Ammetto, ridendo leggermente. Gli allungo altri cinque pound e lui mi guarda abbastanza male, e fa per darmi un altro bicchiere di quella strana roba gialla, che non ricordo più cos'è.
«Stiles! Cosa ci fai qui? Jerry, lascia stare.» Esclama un ragazzo, un altro barista, togliendomi dalle mani il bicchiere. Non credo di conoscerlo, ma non è niente male: capelli ricci castani e un fisico piuttosto pronunciato.
«Stiles chi?» Ribatto, notando che mi sta fissando. Il ragazzo scuote la testa, con uno sguardo preoccupato.
«Tu, Stiles. Sono Isaac, ricordi?»
Il nome Isaac non mi dice nulla al momento, e scuoto la testa, ridacchiando.
«Ti andrebbe di conoscerci meglio, Isaac?» Ho il coraggio di dire, con un tono malizioso, e protendendomi verso di lui. Mi guarda socchiudendo gli occhi:
«Derek mi ucciderebbe. Perché sei qui?»
Derek...
«Non...non voglio sentire parlare di lui!! Lo odio.» Mi scoppia la testa, e l'afferro tra le mani.
«Che stai blaterando Stiles? Adesso lo chiamo. Non dovresti stare qui» Mi ammonisce lui, afferrando il telefono.
Perchè non dovrei stare qui? Mi guardo bene intorno, credo di trovarmi un pub. Non ricordo come ci sono arrivato, ma sono quasi sicuro camminando. Sicuramente non volando sopra un unicorno...o forse sì.
Alla mia destra poco lontani ci sono due uomini che sembrano filtrare con delle donne poche vestite. Alla mia sinistra invece tre giocano a biliardo, fumando qualcosa di strano. Dietro di me invece un gruppo rischia di fare a botte.«Sembrano tutti brave personcine.» Rifletto, guardando Isaac, il quale sta parlando con qualcuno al telefono, dietro il bancone.
Sbaglio o aveva detto di chiamare Derek?«Ei tu, Isaac o come diavolo ti chiami, metti sssubito giù quell'attrezzo!!» Esclamo, cercando di prenderglielo dalle mani.
«Stiles, sono costretto a buttarti fuori da qui. Ordini superiori.» Mi informa lui. Forse intendeva ordini di uno stupido Sourwolf.
«Ma...io mi stavo divertendo.» Biascico, e cerco di oppormi invano a Isaac che mi trascina fuori, con poca grazia.
Una volta all'esterno mi guardo intorno, come se potessi ricordarmi improvvisamente dove poter andare. Dove dover andare. I lampioni illuminano fiaccamente la strada.
Mi incammino verso una stradina, barcollando leggermente, con un mal di testa insopportabile, e con lo stomaco che sembra andare in fiamme.
Mi ritrovo in poco tempo nel lungomare, e affondo i piedi nella sabbia, cadendo più volte. Il che mi porta a ridere. Noto una specie di scogliera, davvero larga, e decido di arrampicarmi lì.
Ci arrivo dopo una decina di minuti, anche se sono abbastanza convinto distanziasse pochi metri da dove mi trovavo prima.È così buio, e i miei piedi volteggiano nel vuoto. Guardo in alto, e vedo dei puntini luminosi. Sono così graziosi, e rimango imbambolato a guardarli per qualche secondo. Mi chiedo chi sono, e cosa faccio normalmente durante il giorno. Non riesco a rispondermi, ma ricordo esattamente da chi sto scappando.
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I hate u, I love u |STEREK|
FanfictionNon era affatto semplice. Ma come poteva esserlo? Io, un ragazzino logorroico, sarcastico con un dolore insopportabile dentro. Io, che ho sempre una risposta per tutto. Possibile che i tuoi occhi verdi mi facessero dimenticare addirittura il mio nom...