Capitolo 7

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La giornata stava passando tranquilla, quando a mensa successe qualcosa di insolito.

«Stiles, vuoi mangiare con noi?»
Mi giro per capire chi ha parlato, e trovo Erica guardarmi. Derek fissa un punto indefinito del tavolo, mentre gli altri aspettano una mia risposta.

Resto fermo con il vassoio in mano, senza sapere cosa rispondere. Mi giro verso Isaac, che mi incinta con un cenno ad accettare. Compresa Malia
Se a loro non importa posso fare questo cambio di programma.

L'unico posto libero è accanto a Erica, di fronte a Derek. Lui Indossa una maglia verde semplice, ma che risalta il suo fisico e i suoi capelli neri.

Erica mi guarda sorridendo, mentre Jackson e Boyd sembrano ignorarmi.

«Allora, Stiles, quindi sei il cugino messicano di Derek?» Mi chiede subito. Arranco, dovendo aspettarmi una domanda simile. Derek simula un attacco di tosse.

«Esattamente» Sorrido.

«Dicci qualcosa in spagnolo» Parla improvvisamente Jackson, con voce indifferente e uno sguardo strano, come se mi sfidasse.
Io non so niente dello spagnolo!

«Te quiero» Esclamo d'impulso, guardando Erica, e facendo esplodere tutti in un riso generale. Tutti tranne Derek, che sembra ancora più nervoso.

«Derek, dove ci nascondevi questo cugino?» Ridacchia la bionda, facendolo borbottare.

«Com'é essere suo cugino?» Mi domanda Boyd, mangiando l'insalata..

«Terribile» Scherzo, facendoli ridere. Derek invece sembra avere sempre quell'espressione corrucciata, se non fosse una cosa abituale potrei pensare di averlo offeso.

Tutto il resto del pranzo mi fanno domande generiche, e Erica si mostra una ragazza davvero simpatica e con senso dell'umorismo. Sembra quasi una sorella maggiore, perchè ovviamente lei ha la stessa età di Derek. Tutti in questo tavolo hanno la sua stessa età. Scopro che Erica è una delle cheerleder della squadra, ed è proprio così che ha conosciuto Derek. Non chiedo altri dettagli del loro rapporto, anche se sono davvero curioso.

«Andiamo, ragazzino» Proferisce Derek, appena abbiamo finito di mangiare. Con mio dispiacere saluto i suoi amici, che sembrano essersi giá affezionati alla mia parlantina, specialmente Erica, che mi dá un bacio sulla guancia.

Derek sembra ancora più impaziente, e non posso fare a meno di domandarmi se Erica non significasse qualcosa per lui. E oggi lei, vista la mia nuova presenza, l'ha completamente ignorato.

Senza parlare lo seguo, arrivando alla sua macchina. La cosa che mi ha dato fastidio é che continua a chiamarmi ragazzino, davanti ai suoi amici poi!
Mi fa sentire ancora più insignificante.

Appena arriviamo a casa decido di dirglielo una volta per tutte.

«Non sono un ragazzino» Parlo, mentre Derek si dirige verso il divano.

Si gira, alzando un sopracciglio.

«Sentiamo, dai. Cos'è che ti rende adulto? Che ti ha fatto crescere? Prendere un brutto voto?» Mentre proferisce queste parole si avvicina vistosamente, facendomi indietreggiare:
«Quando ti si è rotto il gioco della play? Stiles, tu non sai niente della vita. Hai solo diciotto anni, cazzo! Non pretendere di essere più grande di quello che sei. Ognuno ha la sua età, e a diciotto anni scommetto che penserai solo a divertirti!»
Mi grida, fissandomi negli occhi. Occhi che improvvisamente mi sembrano molto più maturi di quelli che sono. Vuoti. Come se avessero visto troppe cose. Mi accorgo che ha ragione.

Un normale diciottenne é appena entrato nel mondo degli adulti, ancora non è indipendente da tutti. Non sa cosa significa magari sacrificarsi per qualcosa, e non ha di certo vissuto certe esperienze, emozioni.

Appunto, un normale diciottene.

Io non sono nè ancora diciottene nè normale.

Da quando Scott è diventato un licantropo la mia vita è radicalmente cambiata. Combattere contro i nemici, cercare strategie per non veder morire i tuoi amici.

Che poi alla fine non servono a niente. Perchè comunque qualcuno é morto. È difficile superare la morte di una persona a noi cara, ma più di ogni altra cosa uscirne indenne. Senza rimpianti. Senza "se io avessi...". Dopo certe cose non sei più un ragazzino, no.
Tocco senza farmi vedere il braccialetto di Lydia. Derek mi fissa insistentemente, aspettando una mia reazione. Intanto ricordi mi assalgono, e porto le mani alla testa, come per scacciarli via.

Cerco di sorridere, ma ormai ci riesco sempre di meno. Così ne esce un sorriso forzato, triste. Pensavo potessimo diventare amici.

«Sai una cosa Derek? Si vede che tu non mi conosci affatto.»

È tutto quello che so dire. Io, ragazzino logorroico e con una parlatina infinita è tutto quello che so dire.
Non trovo altre parole, e questo mi spaventa. Com'è possibile? Credo si aspettasse anche lui un mio monologo lunghissimo, visto che mi guarda confuso.

Sento i miei occhi lucidi, e me ne devo immediatamente andare. Prima di voltarmi fisso di nuovo i suoi occhi verdi, e sembra destabilizzato.

Corro di sopra, chiudendomi in camera.

Come posso pretendere che mi conosca dopo poco tempo? E con il suo carattere schivo? Quindi non può permettersi di fare pregiudizi.

Mi fa ancora più rabbia che sto piangendo a causa sua. Perché dovrebbe importarmi? Perché?

Sento Derek salire le scale, per poi sentire dei passi davanti alla mia porta.
Le lacrime continuano a scendere, e i passi si fermano. Sembra come se non sapesse se entrare oppure lasciare perdere.

Entrare significherebbe scusarsi, anmettere i propri errori. Ma forse è anche troppo impegnativo, perché si ritroverebbe a mettere a nudo anche se stesso. Si ritroverebbe a doversi giustificare, a consolarmi, e a spiegare perché ha reagito in modo così aggressivo.

Nei momenti difficili si capisce davvero come sono le persone, e sicuramente Derek non ha reagito così per nulla. Gli dev'essere pur successo qualcosa.
Dio, quegli occhi vuoti. Come se dentro ci fosse un vuoto troppo profondo.

Forse è proprio per questo che sceglie la via più facile.

E quando risento i suoi passi capisco che ha lasciato perdere.

💜💜

Il primo litigio importante.
Stiles è talmente triste che si dimentica anche di mandare il solito messaggio giornaliero a Scott.
Volevo fare dei pov di Derek, ma non sono tanto sicura.
Facendoli potrei rivelare cose che vorrei si scoprissero più tardi! Al massimo potrei fare dei capitoli aggiuntivi alla fine della storia, con i punti di vista di Derek, ancora devo pensarci bene.

Come possiamo capire Derek non vuole che Stiles sia a conoscenza dei suoi lati più intimi, o di ciò che lo ha fatto diventare così, altrimenti sarebbe entrato.

I hate u, I love u |STEREK|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora