Capitolo 55

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TRE MESI DOPO (Il dopo sempre riferito a quando Derek lascia Los Angeles)

DEREK'S POV

Finisco di fare dei piegamenti sul salotto dell'appartamento che mi hanno affittato, quando sento il campanello suonare. Mi alzo, indossando veloce una maglia, ma rimanendo in boxer. Chi potrebbe essere alle otto di mattina? Nessuno é mai venuto a cercarmi qui...

Sento un odore familiare, e per un attimo mi assale un pensiero nella mente. Stiles? Possibile?
Corro alla porta, velocissimo, e quando la apro rimango deluso: non è lui.
Davvero mi aspettavo di trovarlo qua fuori? Che cosa ridicola...

«Posso entrare?» Mi domanda Caleb, cercando di sbirciare all'interno. I suoi occhi azzurri brillano leggermente, e ha i capelli biondi arruffati.
Annuisco, confuso. Ultimamente è vero che esco più spesso con loro, ma solo per le cene e in luoghi pubblici.

«Cosa c'é, Caleb?»

Lui si guarda intorno curioso, e tutta questa curiositá mi ricorda qualcuno.
Gli atteggiamenti di Caleb mi sembrano sempre così familiari, e sento una fitta al petto.

«Coach, sono stanco di essere sempre il più lento rispetto agli altri.» Brontola lui. Vuole migliorare.

«Puoi chiamarmi anche Derek.
Allora fammi vedere cosa sei in grado di fare.»

I suoi occhi azzurri diventano gialli in un attimo, e i suoi capelli biondi aumentano di volume, così i suoi peli.
Incrocio le braccia, e quando mi sferra un pugno lo evito con destrezza.
Non saró più un Alpha, ma so combattere come tale, dannazione.

Ringhia, e in pochi attimi mi ritrovo anche io trasformato, per il momento attenendomi ad evitare solo i suoi attacchi. Non è male, ma ha ragione, ha i movimenti lenti.

Ad un certo punto si ferma un secondo per sistemarsi i capelli, e quel gesto comincia a portare a galla una serie di ricordi, molto dolorosi.
Eccome se dolorosi...

Sferro un pugno sullo stomaco di Caleb, come se non fossi improvvisamente piú autore delle mie azioni.
Ringhio, scuotendo la testa, come per mandare via il ricordo di Stiles.
Ma non ci riesco, dannazione!
Ho solo voglia di uccidere qualcuno.
Caleb indietreggia sorpreso, e gli sferro un altro pugno.

«Derek...piano...!» Esclama lui, cercando di indietreggiare ancora di più. I suoi occhi sono spaventati.
Ululo, facendo tremare tutto, per poi tornare con tutte le mie forze piano piano normale.

Abbasso il volto, mortificato.

«Cos'era...successo?» Mi domanda lui, preoccupato e leggermente spaventato.

«Scusami...ho perso il controllo.»

Caleb si avvicina, sedendosi sul divano, e massaggiandosi la pancia.

«Chi è la tua ancora, Derek? La mia é mia madre, anche se sembrerá infantile, ma è morta quando ero più piccolo...ed è sempre stata una figura di riferimento per me.» Sorride lui, fissando il vuoto.

Anche sua madre è morta? Dio, quante somiglianze...

«Una volta per me era la...rabbia. Il dolore. Ma da quando... lui....» sospiro, e non riesco ad andare avanti.
Mi prendo la testa fra le mani.

I hate u, I love u |STEREK|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora