Capitolo 61

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«Stiles! È da una settimana che non ti fai sentire, dove diavolo sei?» Allontano il telefono dall'orecchio, per non assordarmi con le urla di mio padre.

Mi alzo dal letto, indossando dei boxer qualsiasi.

«Uh, io e Derek ci siamo presi una pausa.» Gli spiego, mentre cerco una maglia, con il sole che filtra attraverso le tende.

«Sono contento di sapere che tra voi due è tutto chiarito, Stiles. Lo sapevo sarebbe tornato prima o poi. Ma dove siete? Tornati a Los Angeles?» Mi domanda, e stiracchiandomi mi sposto in cucina.

«Non proprio.» Borbotto, cercando un qualcosa da mangiare. Il frigo è vuoto, dannazione, e sto morendo di fame.

«E dove, siete ancora qua a Beacon?»

Metto il telefono in vivavoce, mentre ispeziono a fondo il frigorifero.
Non si sa mai.

Alla fine ho indossato una maglia di Derek, solo che mi sta enorme.

«A Londra...» Sussurro, chiudendo gli occhi, non pronto per la sua reazione.

«Dove? Non sento figliolo.» Parla mio padre.

«A LONDRA.» Esclamo, e sento un silenzio incredibile dall'altro capo.
Tre, due, uno...

«A Londra?! Come diavolo ci sei arrivato?! Stai scherzando, spero!»

Alzo le serrande della finestrella in cucina, facendo entrare una luce immensa.

«No, papà. Abbiamo solo preso il primo volo.» Gli spiego, con tono lento e calmo.

«Londra è così lontana, Dio! Fortuna tu che hai diciotto anni, altrimenti...»

Ridacchio alle sue minaccie.

«Com'è Londra, figliolo? Non ci sono mai stato.» Aggiunge dopo, e mi ritrovo ad arrossire.

«Diciamo che in questi giorni...io e Derek...non siamo usciti...molto.»

Mio padre tossisce, non sapendo cosa dire, e mi ritrovo con le guancie che vanno a fuoco.

«Emh, è normale che voi due...vogliate, insomma, recuperare del tempo...perso emh.» Borbotta, più in imbarazzo di me.

Eccome se abbiamo recuperato il tempo perso, papà.

Lo saluto, chiudendo la chiamata.
É strano che Derek non sia qui, di solito é ancora nel letto oppure a preparare la colazione.
Che sia andato a fare spesa?
Ce ne sarebbe davvero bisogno.

Non so in realtà tra quanto torneremo, e soprattutto dove, ma questo qua é uno degli appartamenti degli Hale.
Diciamo che eravamo così euforici nell'esserci ritrovati che abbiamo davvero preso il primo volo.
Ed eccoci qua, a Londra.

Riprendo il telefono, per comporre il numero di Derek, ma c'è subito la segreteria. Che strano, ragazzi!

Vado nell'ampio salotto, quando vedo un post-it giallo sopra al tavolino, vicino al divano. Confuso mi avvicino, prendendolo in mano.

"Io non le espressi il mio amore a parole; ma se gli sguardi hanno un linguaggio, il più grande idiota avrebbe capito che avevo perso la testa."
-Cime Tempestose."

Sorrido alle parole, riconoscendo la scrittura di Derek, mentre il mio cuore perde un battito.
Lo conosco quel libro.
Cosa vuol dire questo? Giro il foglietto, trovando un'altra scritta, con un indirizzo.

I hate u, I love u |STEREK|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora