Capitolo 53

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Sono chiuso in camera mia, a chiave, con una bottiglia di vodka in mano.
Voglio trovare un modo per dimenticare di Derek, per cercare di non pensare a lui. E fino a che non accadrá continueró a bere, prima o poi dovrà succedere, dannazione.
Prima o poi dovró scordarmi tutto di lui, anche solo per qualche minuto...

Un'ora fa ha cercato di entrare in stanza, ma gli ho fatto capire che volevo essere lasciato in pace.

In questo momento vorrei solo accarezzare quel lupo color notte, così familiare, ma che non capisco dove posso aver giá visto in precedenza.
È tanto simile al pupazzo che Derek mi aveva regalato...

Sono seduto davanti alla scrivania, e mi porto la bottiglia alla bocca.
Finisco di bere l'ultimo sorso, e mi guardo allo specchio lì vicino, quasi non mi riconosco: ho delle occhiaie parecchio evidenti, e i miei capelli restano dritti per miracolo. Ho anche la carnagione più pallida del solito.

Lo stomaco mi brucia, e vorrei smettere davvero, ma non riesco.
Vorrei solo bere ancora, e ancora.
Che senso ha ora la mia vita?

Derek mi ha informato prima che mi rinchiudessi in camera che ha anticipato il volo, e partirà questo pomeriggio.

Forse è per questo che mi sto riducendo così, non ricordo bene, ma sono abbastanza sicuro sia andata così.

Forse prima o poi il bruciore dell'alcool sará in grado di sopraffare il dolore.
È solo questione di tempo.

E non mi interesso più del mio futuro, di quello che faró domani, perché lui non ci sará.

Ho spesso pensato che potrei benissimo farla finita, sto perdendo il mio amore. L'unica persona che mi aiutato a superare il dolore della perdita di Lydia, ora chi mi aiuterá a superare il dolore causata dalla sua, di perdita? Come andare avanti quando sai che l'amore della tua vita se ne andrà per sempre? Che non incontrerai mai nessun altro che ti fará provare le stesse emozioni, o che sarà semplicemente come lui? Come?

Perché lui mi ha coinvolto in tutti i sensi, in tutti i modi, e non ci può essere nulla di più profondo.

Butto la bottiglia a terra, che si rompe in mille pezzi, e mi prendo la testa fra le mani. Cercando una soluzione, una via di fuga, a tutto questo.
Ma purtroppo non ci sono.

Sento un bussare alla porta, e scatto subito in piedi:

«Vattene...vattene via D-Derek!» Urlo, con le lacrime che minacciano di uscire.

«Stiles...non sono Derek. Sono io, Scott.»

Il nome Scott non mi dice nulla.
Provo a pensare un attimo a chi possa appertenere quella voce.

«Non conosco...nessun Scott.» Mormoro, ma vado lo stesso ad aprire, per curiositá più che altro.
Barcollo, e ci metto un pò per aprire la porta, ridacchiando leggermente.

Un ragazzo moro e abbastanza alto mi guarda con occhi tristi e preoccupati.
Mi sembra vagamente familiare.

«Torniamo a Beacon Hills, da tuo padre.» Mi informa, prendendomi per un braccio. Lo guardo confuso. Beacon Hills? Cosa diavolo é, una marca di mutande?

«Io...con te...non vengo da nessuna parte...» Borbotto.

«Stiles, abbiamo il volo prenotato per domani. Adesso andiamo in hotel, vieni con me, da bravo.»
Ha una forza incredibile, e mi trascina giù per le scale.

I hate u, I love u |STEREK|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora