Capitolo 3 ✔

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Alex

Dire di essere frastornato era un eufemismo, io non ci stavo capendo più un cazzo di niente!

Era stato un attimo, un semplice attimo di distrazione e me l'ero trovata davanti, così, senza preavviso, senza uno stupido indizio che mi desse il tempo di prepararmi a quell'incontro.

Non mi ero neanche alzato per salutarla, non ero corso da lei come avevano fatto tutti gli altri, no. Ero rimasto pietrificato sullo sgabello di questa stupida cucina rosa e la guardavo stringere in un abbraccio ogni persona presente in quella stanza anelando quelle braccia intorno alla mia di vita ma non facendo nulla per guadagnarmelo.

Ero terrorizzato. Temevo che, avvicinandomi, avrei ritrovato lo stesso biasimo nel suo sguardo, quello che mi aveva riservato solo un mese e mezzo prima, quello che avevo tutti i giorni davanti agli occhi. E, invece, contro ogni aspettativa, fu lei a venire da me e io, come il coglione che ero, non avevo saputo mettere in fila uno straccio di parole sensate per farla rimanere, per scusarmi almeno.

Dopo più di un'ora, ero ancora seduto su quel dannato sgabello. Non mi ero alzato neanche per andare a pisciare e dire che, con tutta la birra bevuta, l'esigenza era impellente. Ma avevo paura di fare danno anche solo mettendo un piede a terra, se restavo immobile, invece, se tentavo di essere invisibile, magari la serata sarebbe proceduta senza intoppi.

A quanto pareva, ci stavo riuscendo bene... Mia non aveva più volto il suo sguardo nella mia direzione, neanche per sbaglio, neanche seguendo Serena che era venuta a chiedermi se andasse tutto bene. Mi bava le spalle da quando si era seduta e così era rimasta.

«È tornata, fratello...» Giò, dopo l'ennesima partita a bowling virtuale, si sedette accanto a me dandomi una pacca sulle spalle e poggiando la schiena al piano in marmo.

Lo guardai di sottecchi, passando la lattina vuota di cola da una mano all'altra, e piegai un angolo della bocca. «Eh, già...» quello che proseguì fu un lungo sospiro, qualcosa che aveva al suo interno tutta la mia frustrazione e parte di quella sofferenza che avevo tentato di mascherare soprattutto negli ultimi giorni ma che, sapevo, non essere mai sfuggita allo sguardo attento del mio amico.

«Ti sei spento, Alex. Lo sei da quando tutto è successo ma ora... beh, ora non provi neanche a nasconderlo...»

Risposi con un'alzata di spalle e poi mi decisi a guardarlo. «Cosa dovrei fare, Giò?! Questa è casa sua, io sono una sorta d'intruso, cerco solo di non dare fastidio...»

«Sai, amico, mi aspettavo un incontro del tutto diverso...»

«Del tipo?» Il mio sconcerto era visibile, io non mi aspettavo neanche che mi salutasse.

«Credevo che avresti fatto di tutto per parlarle, per spiegarle le ragioni che non hai, per chiederle scusa... e, invece, sei rimasto seduto qui senza tentare di fare nulla, con la paura anche di essere scorto tra gli altri... hai già perso, Alex, hai perso senza neanche tentare.»

Sorrisi. Un incurvamento teso delle labbra che mostrava tutto il mio malcontento, tutta l'inadeguatezza che mi sentivo addosso trovandomi lì. «Sai come avevo immaginato il nostro primo incontro?» Scosse la testa e arricciò le sopracciglia ramate all'attaccatura del naso. «Immaginavo di essere scorto da lontano, che con lo sguardo mi intimasse di non avvicinarmi e, se questo non mi fosse bastato, me lo avrebbe detto a parole di non voler più avere nulla a che fare con me. invece è venuta lei a salutarmi, mi ha sorriso... mi ha sorriso, Giò, ti rendi conto?! E poi mi ha anche detto che spera che io stia bene...»

«E quindi?»

Ma davvero non capiva? Davvero il suo quadro non era chiaro quanto il mio?

Sospirai e mi girai completamente verso di lui, lasci la lattina sul piano della penisola senza curarmi che rimanesse dritta e tentai di spiegargli la mia visione della cosa. «Lei è andata avanti... è riuscita a mettere da parte quello che eravamo. Guarda, amico, sta bene, si è ripresa, è felice... che diritto ho io di riaprire una cicatrice ormai guarita?»

Hug Me - Ciò Che Rimane Di Noi #2 (Completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora