capitolo 11

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Mia

«Mia, tesoro, cambio di programma...»

Den entrò nel bagno come una trottola impazzita tanto che l'eyeliner mi scappò di mano e mi ritrovai con la guancia segnata di nero.

Sospirai e portai gli occhi al soffitto già sapendo che avrei ripulito il viso e mi sarei accontentata del solito filo di matita nella rima interna dell'occhio. «Che succede ora?» domandai con un tono monocorde mentre la osservavo dal riflesso dello specchio.

Dovevamo raggiungere il centro commerciale per fare la spesa per la cena del primo dell'anno, cena che si sarebbe tenuta a casa nostra. Il trentuno lo avremmo passato al Sweet, Giò e Serena avevano organizzato una festa privata e ordinato cibo al buffet, così che nessuno avrebbe trascorso la serata a cucinare, e Ema si sarebbe occupato della musica.

«Non posso accompagnarti. Mi ha appena chiamato Edo e devo andare da lui a dargli una mano con gli scatoloni...»

«Tu?» la osservai con le palpebre spalancate che tradivano una genuina sorpresa.

Edo aveva rescisso il contratto d'affitto e stava organizzando il trasloco. Aveva trovato un piccolo bilocale dalle nostre parti, la quota mensile era quasi dimezzata, e non aveva perso tempo ad accalappiarselo. Immaginavo che Den non gli avesse chiesto di trasferirsi in pianta stabile da noi perché era ancora troppo presto per un'autentica convivenza, ma ero sicura che ormai non avrebbero più saltato neanche una notte insieme. Anzi, forse sarebbe stata lei a portare le sue cose da lui.

«Beh, che c'è?» rispose accigliata.

«Den... ti voglio bene ma sei davvero poco credibile. Li ho riempiti io gli scatoloni con le tue cose per venire a vivere qui perché a te non andava, e ora?»

«Ora il mio Edoardo ha bisogno di me...»

Spalancai la bocca e finsi un fastidio mai provato nei confronti di quel ragazzo. Non andava bene che per lui facesse di tutto e per me no, in fondo ero arrivata prima. «Quindi mi dovrò caricare duecento buste da sola?» chiesi mentre riprendevo a truccarmi.

«No, ho trovato al volo una persona che può venire con te. La lista l'abbiamo compilata insieme, dovrebbe essere facile anche senza di me...»

«Me la cavo benissimo anche da sola, sai?»

«Sì, sì... diciamo così...» mi rispose con quel tono condiscendente che sapeva infastidirmi e poi rise quando la occhieggiai in malo modo.

«Comunque, chi passo a prendere? Serena o Selly?»

«Ehm...» fece vagare gli occhi per l'intera stanza, teneva le mani dietro la schiena e le labbra strette nella morsa dei denti.

«Den?»

«Viene Alex tra dieci minuti, ciao!» afferrò al volo la giacca e la borsa, che la stronza si era già preparata in vista di quella confessione, e uscì di casa senza neanche darmi il tempo di metabolizzare l'informazione e urlarle contro.

Restai a osservare il mio riflesso allo specchio con la matita a mezz'aria e la mente in confusione per non so quanto tempo. Non ci volevo credere che avrei trascorso ancora del tempo con lui, ancora da soli, ancora con la possibilità di riaprire discorsi che stavo facendo di tutto per sotterrare, per dimenticare.

Avevo deciso di non chiudere completamente la porta in faccia ad Alex solo perché questo avrebbe significato mettere in difficoltà i nostri amici, ma avevo in mente una situazione completamente differente da quella che si stava creando. Immaginavo me e lui insieme solo al Sweet e ai lati opposti del locale, immaginavo un saluto veloce e l'equivalente di zero chiacchiere ma, invece, a quindici giorni dal mio rientro a Roma mi ero ritrovata fin troppe volte da sola con lui, senza contare che avevamo dovuto dividere il letto a casa dei miei. Non ci volevo neanche pensare a quelle due notti passate insonni avendocelo a fianco. Ora, di nuovo, mi ritrovavo nella stessa situazione.

Hug Me - Ciò Che Rimane Di Noi #2 (Completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora