Capitolo 7 ✔

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Alex

Quattro giorni.

Quattro giorni di totale silenzio tra di noi. Quattro giorni di assenza. Quattro giorni di scuse accampate per non presentarsi al Sweet. Quattro giorni di torture mentali.

Dopo il suo appuntamento con Dante e quello che era accaduto al suo rientro non avevo avuto il coraggio di incontrarla per chiederle scusa, né lei aveva avuto la forza di affrontarmi nuovamente.

Avevo superato ogni limite, ne ero cosciente, e sarebbe stato facile fare mea culpa se non avessi avuto il terrore di vedermi respinto.

Ci era andata pesante con le parole, Mia, non che io fossi stato da meno, ma era abissale la differenza tra le mie e le sue affermazioni. Era chiaro che io non pensassi nulla di quel che avevo detto, tantomeno avrei permesso al primo passante di scoparsela; ma era stato così anche per lei? quelle parole erano figlie della rabbia o pensieri a cui credeva davvero?

Non riuscivo a darmela una risposta e l'idea di scoprirla era terrificante.

«Alex, sveglia! Stai facendo un casino.» La voce Piero, un cliente, mi riportò al presente e solo allora mi resi conto che la birra era traboccata dal boccale e stava cadendo a fiumi sul pavimento.

«Merda!» Giò mi avrebbe ammazzato, fortunatamente non era presente e io mi sbrigai a ripulire il tutto.

«Hai la testa tra le nuvole tipica degli innamorati, amico. Non dirmi che finalmente sei capitolato anche tu?!» Mi stava prendendo per il culo perché non sapeva che prima di allora mi ero già stato innamorato.

Aveva conosciuto l'Alex post Giulia, quello che aveva sempre una ragazza diversa attaccata al braccio ed era assurdo per lui pensare di vedermi preso da qualcuna, tanto da dimenticare chi sono e cosa sto facendo.

«Tieni, doppio malto. Offre la casa.»

Gli passai il boccale e mi sorrise. Con un cenno della testa mi ringraziò per poi portare il bicchiere alle labbra e buttare giù una lunga sorsata. «Non mi hai risposto però... dalle mie parti si dice: "chi tace, acconsente"»

«Taccio per non mandarti a fanculo, sei pur sempre un cliente!»

Piero scosse il capo e rise, il tonfo del bicchiere sul bancone mi rimbombò nella testa nonostante la musica alta e il vociare delle persone ai tavoli. Mi puntò il dito contro e mi indicò diverse volte prima di parlare. «Le tue parole non sono altro che ulteriori conferme...»

Sbuffai dal naso e roteai gli occhi. «Se lo dici tu...» tenevo le braccia legate all'altezza del petto e lo straccio incastrato tra di esse. Non volevo dargli corda, eppure non mi spostavo di un passo da lì. Era come se sapessi che avesse ancora qualcosa da dirmi e malgrado non volessi ascoltarlo ero curioso di sentire cosa.

«Oh, suvvia... io e te non siamo certo amici ma vengo qui quasi tutte le sere, un po' ho imparato a conoscerti... non perdevi tempo a guardarti in giro, a fare la selezione mentale di chi meritasse di passare una notte con te...»

«E quindi?»

Arcuò un sopracciglio e mi guardò stranito dal fatto che non capissi dove volesse andare a parare, ma doveva esserci abituato visto che erano poche le volte che riuscivo a stargli dietro. «Beh... sono entrate almeno tre tipe da dieci pieno e tu neanche le hai viste!»

Me le indicò con la testa e, sebbene una fosse un nove scarso, le altre due meritavano davvero. Aveva ragione, avrei dovuto notarle.

«Argh, fanculo Piero!» lanciai la pezza sul bancone.

«Avete discusso?»

«Cosa sei, un fottuto psicologo?»

«No, un buon osservatore...» ribatté ridendo. Ingollò l'ultimo sorso di birra e mi fece cenno di riempirgli un altro boccale. Il piccolo, stavolta. «Lasciati dire una cosa da chi ha almeno dieci anni più di te... io berrò quest'altro bicchiere di birra e poi me ne tornerò a casa abbastanza stordito da riuscire a sopportare una donna che non amo più ma che non ho le palle di lasciare quando, invece, vorrei correre dall'altra parte della città dove c'è una ragazza, un'adorabile ragazza, che farebbe carte false per stare con me.»

Hug Me - Ciò Che Rimane Di Noi #2 (Completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora