Hug Me - Ciò Che Rimane Di Noi #2 (Completa)

Capitolo 4 ✔

Mia

«Che c'è, pensi che non ne sia capace?»

Den arcuò un sopracciglio e rimase a fissarmi in silenzio, per quelli che, invece di secondi, a me parvero millenni.

Era stravaccata sul divano, con un piede a penzoloni sullo schienale, mentre io ero seduta sul tappeto con le gambe incrociate. Le stavo raccontando della conversazione avuta con Alex in camera mia, di quello che mi aveva detto e di come gli avevo risposto. Mi stava ascoltando con interesse, ma era ben visibile la nota perplessa nel suo guardo; era come se rimuginasse su qualcosa, peccato che non riuscissi a cogliere neanche un frammento dei suoi pensieri.

Venni aggredita da un senso d'inquietudine nell'essere studiata in quel modo e, dacché credevo di aver fatto la cosa giusta, ora iniziavo ad avere qualche dubbio.

«No, no... io sono convinta che tu ci riuscirai alla grande. Ti conosco abbastanza bene da sapere quanto sei brava a nascondere le apparenze, potresti scoppiare dentro eppure continueresti a sorridere tra la gente. Lo hai fatto ieri, salutandolo, e sarai in grado di farlo nelle nostre uscite future...»

«Ma?» Perché tanto lo sapevo che c'era un ma dietro l'angolo, quando Den arricciava le labbra in quel modo stava lottando contro delle riflessioni non ancora complete che non sapeva se esternare o meno, ma non poteva sfuggirmi ormai. Era in grado di leggermi dentro tanto quanto io sapevo fare con lei.

«Non sono poi così sicura che lui ne sia in grado» affermò con certezza tirandosi su e sedendosi meglio sull'angolo del divano che stava occupando.

«Beh, dovrà sforzarsi. Se non per me che lo faccia per i suoi amici...» Non volevo pensare che fosse talmente tanto egoista da non preoccuparsi della tranquillità di Serena e Giò, soprattutto dopo la lieta notizia che ci avevano comunicato la sera precedente, o da costringermi a mollare la presa e non farmi più vedere in sua presenza.

Certo, dopo quello a cui avevo assistito solo un mese e mezzo prima non mi avrebbe più sorpreso nulla se fatto da lui. Ma qui non si trattava di me, lo aveva chiarito molto bene quanto non fossi rilevante nella sua vita, qui si trattava dei nostri amici e lo aveva sempre dimostrato quanto loro fossero essenziali. Uno sforzo non gli sarebbe costato nulla.

Una risatina nervosa le sfuggì dalle labbra, scosse la testa tenendosi la fronte e spostò gli occhi su un punto indefinito del soffitto. «Sembra che tu non ricordi più come sia fatto... lascia che ti rinfreschi un po' la memoria, Mia: Alex è lo stesso ragazzo che, pur di farti dispetto, si è presentato alla pasticceria del padre, persona con la quale non ha un buon rapporto, quasi tutti i giorni; Alex è quel ragazzo che ti ha convinta a fare un tatuaggio al buio e che si è presentato a casa dei nostri genitori, dichiarando di essere il tuo fidanzato, quando tu non gli rispondevi al telefono. Insomma... lui è poca testa e molto, molto istinto. Potrà tenere botta e fare come vuoi per qualche sera, in fondo si sente in colpa e cercherà di accontentarti, ma non durerà tanto a lungo perché, anche se non vuoi sentirtelo dire, lui ci tiene a te... in un modo contorto e poco apprezzabile, ma ci tiene e arriverà il momento in cui non sarà più in grado di accettare questo distacco.»

«Non dirmi che ha comprato il tuo appoggio con la borsa di Vuitton che ho visto nell'armadio?» ribattei sarcastica e, dovetti ammetterlo, anche un pelino infastidita da quelle parole, soprattutto perché pronunciate da lei.

Alex non ci teneva a me, non ci aveva mai tenuto e la dimostrazione ce l'avevo avuta proprio quando stavo facendo qualcosa che dimostrasse quanto io tenessi a lui.

Non si fa del male a chi vuoi bene, non si manca di rispetto in quel modo. Alex mi aveva distrutta, smontata pezzo per pezzo ad ogni bacio, ad ogni carezza data a Giulia. Mi sentivo umiliata alla sola idea di tutte le volte che lei si era ritrovata a ridere di me, della poveretta quale ero a sperare in una storia a lieto fine con un ragazzo che il lieto fine lo voleva con un'altra.