Capitolo 2 ✔

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Alex

«Sei proprio sicuro di volerlo fare da solo? Un tocco femminile potrebbe esserti d'aiuto...» Ero al telefono con Sara mentre mi aggiravo nel Parco Commerciale Da Vinci alla ricerca di un parcheggio vicino al negozio di mobili.

«Grazie, ma è una cosa che preferisco fare da solo...» ammisi senza pormi troppi problemi. Lei non era una che se la prendeva facilmente, sapeva rispettare i limiti imposti e anche quando non era d'accordo, come in quel momento, non discuteva mai sulla faccenda a meno che non la riguardasse in prima persona.

«Come ti pare... farai un gran casino ma, ehi, la casa è tua!» Rispose con noncuranza provocandomi una risata genuina, di quelle che negli ultimi tempi difficilmente mi accadeva di avere. «Ci vediamo per pranzo?»

«Dove devo venire stavolta?» Era ormai diventata una routine quella di incontrarci per mangiare un boccone assieme, solitamente la raggiungevo nei pressi del suo ultimo appuntamento dato che la mattina ero abbastanza libero per potermi muovere come volevo, ma a volte capitava di vederci direttamente nel quartiere che ospitava l'agenzia per cui lavorava.

«Vengo io da te, fammi sapere quando ti manca una mezzora a finire così inizio a partire...»

Chiusi la chiamata dopo averla salutata e mi fermai a qualche passo dalla porta automatica dello store. Inspirai profondamente prima di entrare tentando di scacciare il peso sulla bocca dello stomaco che avevo iniziato a percepire una volta sceso dall'auto.

C'era un motivo per il quale avevo preferito non far venire Sara con me, un motivo stupido se ci si pensava bene, eppure, me lo sentivo radicato talmente nel profondo da non riuscire e ignorarlo. Quel giorno avrei voluto solo una donna al mio fianco per scegliere l'arredamento per la casa, la stessa per la quale avevo comprato l'appartamento senza pensaci troppo, la stessa che continuavo a sentire mia nonostante avessimo chiuso da quasi due mesi.

Non avrei mai desiderato avere ricordi di quel momento con accanto una persona diversa da Mia. L'unica che avrebbe potuto occupare il suo posto era Serena, perché il mio rapporto con lei era talmente puro da non creare equivoci, mi ero già bruciato la casa a Fregene per le mie cazzate, non volevo fare la medesima cosa con quella appena comprata. Peccato che la mia migliore amica era ormai diventata una piccola balenottera sempre spiaggiata sul divano e con la scusa che mancava solo un mese al parto non si alzava neanche per prendersi un bicchiere d'acqua.

Mi ero trasferito da un paio di settimane ormai, proprio per lasciargli il tempo di risistemare la stanza per l'arrivo della cicogna. Con Gio e gli altri ragazzi avevamo smontato la mia camera e rimontata nella stanza degli ospiti e, al momento, dormivo tra nuove mura ma nel mio vecchio letto.

Era arrivato però il tempo di fare le cose per bene, di sistemare ogni vano e dare una parvenza di normalità a quelle pareti ancora spoglie. Non volevo che l'appartamento rispecchiasse il mio stato d'animo, non volevo che anche quello fosse completo solo a metà.

«Serve una mano?» Una donna sulla quarantina si avvicinò, tra i seni appena visibili dallo scollo della camicetta ciondolava un badge che riportava il suo nome e la fototessera mi sorrideva in modo cordiale.

«A dire la verità, sì... necessito di un grande aiuto.» confessai grattandomi la nuca. Ero appena entrato in quel dedalo di mobili e già avevo perso la cognizione dello spazio.

«Cosa sta cercando di preciso?»

«Ehm... tutto direi...» Mi guardai intorno ma al momento non vedevo altro che cucine, troppe per capire quale fosse la più idonea al mio appartamento.

Lo sguardo le si illuminò davanti a quelle parole e il sorriso si fece più ampio, mi invitò a sedermi a una scrivania libera e prima di iniziare il tour all'interno del negozio si prese qualche appunto su quali fossero i miei gusti e sul budget che avevo a disposizione, per orientarsi e cercare di creare uno stile abbastanza lineare in tutte le stanze.

Hug Me - Ciò Che Rimane Di Noi #2 (Completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora