Capitolo 7 ✔

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Alex

«La smetti di guardarla così? Finirà che me la sciupi...» Serena era seduta sul divano con Maya in braccio attaccata al seno e io non riuscivo a far altro che osservarla da quando avevo messo piede all'interno del mio vecchio appartamento, neanche fossi uno studioso e avessi scoperto una nuova, magnifica creatura vivente.

«La tetta o la bimba?» ribattei ridendo mentre la mia amica sollevò lo sguardo al cielo con fare scocciato ma senza riuscire a trattenere la smorfia divertita.

«Sei davvero un cretino, lo sai sì?» Aveva i capelli arruffati, il pigiama verde con i gatti e gli occhiali dalla montatura nera un po' storti sul naso, era stanca perché a quanto ne sapevo la nuova arrivata non dormiva per più di un'ora consecutiva, eppure non smetteva di sorridere quando i suoi occhi cadevano su di lei. Era rapita quanto me da quel piccolo fagotto bisognoso di cure e nonostante fosse nata solo da sei giorni era diventato impossibile pensare ai miei amici senza di lei, come se in qualche strano modo Maya c'era sempre stata.

Quella bambina era di una bellezza inaudita, le labbra disegnavano un cuore perfetto e il nasino era piccolo, uguale a quello della mamma, mentre i colori li aveva presi tutti da Gio. Conoscevo il detto "nove mesi, nove visi" eppure ero certo che qualsiasi mutamento dei lineamenti l'avrebbe resa solo più bella.

«Ci credi che non riesco a smettere, ci provo a spostare lo sguardo su altro ma poi torno sempre su di lei... calamita l'attenzione meglio di me.»

Serena rise poggiando la testa sul morbido schienale del divano, poi tentò di riavviare un po' i capelli. «Qualcosa dallo zio doveva pur prenderla, no? Vorrà dire che farà stage di cuori quando sarà grande... non è vero, piccolina?» commentò divertita mentre con il polpastrello le solleticava il naso.

«Come fai a scherzare sul qualcosa del genere? Ci pensi a quanti ragazzi le gireranno intorno?»

«Ah, io spero tantissimi e spero pure che si diverta... sempre con la testa sulle spalle, ovviamente, ma quello ci penserà la mamma a insegnarglielo...»

Scossi il viso con fare frustrato e un ciuffo di capelli mi ricadde sugli occhi. «Devo parlare con Gio di questa cosa... non mi piace come vuoi crescere questa anima innocente.»

«Peccato che io sono quella che ci passerà più tempo insieme» ribatté socchiudendo le palpebre per guardarmi con sfida, come a dire "provaci a cambiare le cose" e io avrei tentato davvero, peccato che lo sapessi benissimo che non potevo competere contro di lei.

Serena era l'unica che, in un modo o nell'altro, mi aveva sempre schiacciato. Per questo eravamo diventati amici, lei era immune al mio fascino e riusciva a vedere al di là della facciata; era stata l'unica a scorgere il ragazzino pieno di timori dietro all'adolescente sbruffone e vanitoso.

Pensarla come una mamma, vederla con sua figlia in braccio mi faceva bene e male al contempo. Bene perché non c'era visione più bella di quella che avevo davanti, male perché sapevo che avrei dovuto lasciarla andare ancora un po' e vedere i miei amici allontanarsi da me mi faceva sentire più solo di quello che ero in realtà.

«Cos'hai?» mi chiese notando come mi ero immalinconito tutt'assieme, ma non volevo rovinare quel momento di gioco tra di noi così mi ritrovai a scuotere la testa e sorriderle. «Dai, vieni qui e prendila in braccio che in tre giorni che sono uscita dall'ospedale ancora non l'hai fatto...»

«No! ho paura di romperla e non è che poi possiamo portarla in assistenza!» affermai perentorio. Era troppo delicata per delle manone come le mie, avevo paura mi scivolasse o di stringerla troppo e soffocarla, preferivo ammirarla da lontano, accarezzarla con lo sguardo.

Hug Me - Ciò Che Rimane Di Noi #2 (Completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora