Capitolo 19 ✔

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Mia

Quella domenica avrei finito tardi in pasticceria. Il mio turno, così come avevo richiesto a Johnny, prevedeva che rimanessi fino all'ora di chiusura, affiancando Stefano alla decorazione per le torte dell'indomani.

L'avevo convinto a farsi una doccia veloce nel bagno degli spogliatoi, avevo comprato anche il suo shampoo preferito per non farmi dire di no, per poi venire al Sweet con me. Non era stato facile, era un pigro lui e dopo una giornata di lavoro preferiva di gran lunga poltrire tutta la sera sul divano, però la sorpresa sarebbe andata a monte se lui non mi avesse seguita.

Fortunatamente per me, sarà stato per via che mi considerava una sorta di sorella minore, difficilmente riusciva a dirmi di no se insistevo abbastanza sbattendo le ciglia con gli occhi da cerbiatta. Era una cosa che odiavo: sfiancare le persone fino a che non acconsentissero al mio volere, era più da Alex che da me, ma all'occorrenza sapevo giocare bene le mie carte.

«Vedrai che ci divertiremo!» dissi mentre mettevo in moto la Smart.

«Uh, certo... seduto su una scomoda sedia di legno con le luci basse e la musica a tutto volume... sai che gioia!» roteò gli occhi con fare annoiato ma tornò a guardarmi quando la mia mano si posò sulla sua gamba.

«Ti fidi di me, Ste'?» domandai seria e lui annuì studiandomi con attenzione. Stava cercando di capire cosa avessi in mente, perché quel giorno a differenza degli altri avevo insistito così tanto nel volerlo con me. Ero tranquilla però, non ci sarebbe mai arrivato.

«Sarà un serata che non dimenticherai!» dissi scoccandogli un bacio sulla guancia per poi rimettermi seduta composta e abbandonare il parcheggio già adocchiato da una macchina che aveva accostato dietro di noi.

«Non facciamo tardi, però... anche perché domani inizi le lezioni di pratica, non penso tu voglia presentarti simile a uno zombie di The Walking Dead...»

Scossi appena la testa e sorrisi, sempre con gli occhi puntati sulla strada. «Sono sicura che sarà solo questione di un'oretta... e no, non ho intenzione di sembrare uno zombie...»

Stefano rise e accese la radio ma la tenne bassa, aveva voglia di parlare. «E non vuoi perché devi essere sveglia per recepire la lezione o perché il bel tutor, vedendoti, potrebbe scappare a gambe levate?»

Mi mancò un battito quando fece accenno a Matteo, ma fu una sensazione strana, diversa dal piacevole formicolio che provavo quando mi era capitato di pensare a lui.

Dopo che Alex si era presentato a casa mia, dopo che aveva marcato un territorio che non gli apparteneva più da tempo ormai, dopo che mi aveva baciato in quel modo così prepotente, così intimo, così intenso, io non ci avevo capito più niente.

Quella settimana avevo tenuto Matteo a distanza per quel che mi era stato possibile; avevo continuato a parlarci, a scrivergli, ma tutto si era fermato al nostro rapporto professionale. Ci aveva provato un paio di volte ad aprire altri tipi di argomenti, aveva accennato a un'uscita, forse una cena, non lo sapevo con precisione perché ero stata abbastanza veloce da cambiare discorso nel momento in cui i miei campanelli d'allarme si erano attivati.

Storsi la bocca indispettita con me stessa perché quel ragazzo proprio non se lo meritava un trattamento del genere e Stefano se ne accorse subito. «Devi raccontarmi qualcosa, Mia? Ti ha trattata male e devo venire a dargli una lezione?»

Risi lanciandogli un'occhiata di sfuggita. «No, povero... è molto carino lui.» affermai, poi attivai la freccia scorgendo un parcheggio non molto distante dal locale e infilai la Smart tra una Mercedes e una Fiesta.

«E allora cosa c'è che non va?» domandò ancora mentre scendevamo dall'auto.

Sospirai mettendo la borsa sulla spalla e lo guardai mentre chiudevo la macchina. «Alex...» mi bastò nominarlo per vedere i suoi occhi schizzare al cielo e un rantolo di frustrazione fuoriuscire dalle sue labbra.

Hug Me - Ciò Che Rimane Di Noi #2 (Completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora