Capitolo 10 ✔

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Alex

Aprii gli occhi con lentezza, sbadigliai, poi battei le palpebre più e più volte ma erano ancora così pesanti da non riuscire a tenerle sollevate.

Avevamo fatto tardi per due giorni di seguito e per "tardi" intendevo partire alle cinque della mattina e andare a prendere i cornetti per quelli ancora svegli. Con il locale ero abituato a dormire poco, ma raramente mi era capitato di ridurmi a tre o quattro striminzite ore.

Con fatica allungai la mano sul comodino, a tentoni recuperai il mio telefono e lo accesi, un enorme dieci seguito da un trentadue componevano l'ora sul display, al di sotto refusi di messaggi d'auguri dei soliti ritardatari.

Mi sgranchii la schiena con un nuovo sbadiglio sulla bocca e sollevai il piumone fino al viso, come una sirena tentatrice mi chiedeva di non abbandonarlo e io, vile navigatore, stavo cedendo a quelle suppliche.

Che male ci sarebbe stato a dormire ancora un po'? d'altronde anche Mia era ancora nel mondo dei sogni, perché dovevo preoccuparmi?

Sì, io e Mia avevamo condiviso il letto. Den non aveva avuto alcuna intenzione di non dormire con Edo e l'aveva obbligata a spostarsi nella mia stanza. A volte non la capivo quella ragazza, pareva andar contro la sua migliore amica per delle sciocchezze, anche se dovevo ammettere che quel suo egoismo mi aveva fatto comodo.

Abbassai nuovamente le palpebre, quasi mi venne da sorridere per crogiolarmi nel tepore delle coperte, ma fu in quel momento che il cervello si mise in funzione e mi ritrovai a balzare fuori dal letto come una furia. «Cazzo, Mia, sono le dieci e trenta!» Alle undici doveva trovarsi in pasticceria e ci volevano un paio d'ore per tornare a Roma. Non sarebbe stato un problema, avrei avvisato mio zio, ma dovevamo darci una mossa.

Dall'altro lato del letto, però, non c'era nessuno, anzi, era anche stato riaggiustato alla meglio.

Mi guardai intorno, la valigia di Mia era ancora al suo posto anche se era stata riordinata e chiusa, mancava la sua borsa però.

Indossai la tuta che avevo portato come cambio d'abito, mi diedi una sciacquata al viso per rinvigorirlo un po' e mi diressi nella cucina della casa principale, lì dove avrei trovato la persona che avrebbe potuto fornirmi spiegazioni.

«Buongiorno, Mara...» entrai dalla porta finestra cercando di sistemare i capelli ancora arruffati.

Come immaginavo, la mamma di Mia si trovava nel lato della casa che preferiva, intenta a spolverare lì dove non c'era nulla da pulire. Ci teneva a tenere sempre tutto ordinato, in questo era il totale opposto della figlia.

«Oh, buongiorno, Alex... c'è del caffè caldo nel termos, siediti...» mi sorrise e io non potei che assecondare la sua richiesta.

Mi mise davanti di tutto: una tazza vuota, una brocca con il latte, un cartone di succo pesca e mango, un barattolo di marmellata ai frutti di bosco e uno di Nutella, un vassoio contenente diversi tipi di biscotti e buste monoporzione di fette biscottate. Neanche nel migliore degli hotel avrei ricevuto un servizio del genere e questo perché c'era amore nel suo prendersi cura delle persone.

«Dov'è Mia?» le domandai mentre ero intento a spalmare la crema di nocciole. Non l'avevo vista da nessuna parte ed era strano, non poteva aggirarsi nelle stanze superiori dato che i suoi parenti stavano ancora dormendo.

«Come, non lo sai?» mi parve sorpresa e mi ritrovai ad alzare la testa per guardarla. «Ha il turno in pasticceria questa mattina. Si è fatta accompagnare in stazione da Tommaso circa un'ora fa...»

«Sì... però, ecco... eravamo rimasti d'accordo che l'avrei accompagnata...» improvvisai e sperai che non si accorgesse della labile verità che si nascondeva dietro a quelle parole. Fui fortunato perché non fece altro che sorridermi.

Hug Me - Ciò Che Rimane Di Noi #2 (Completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora