Capitolo 25 ✔

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Mia

Era un sabato sera di metà marzo quello che mi vedeva, in pigiama, poggiata allo stipite della porta del bagno, intenta a osservare Den prepararsi per uscire. Eravamo entrambe in silenzio, lei concentrata a stendere l'eyeliner sulla palpebra, io assorta a rimuginare sulle mie cose.

Erano quasi venti giorni che mi vietavo di andare al Sweet, che m'impedivo di incontrare Alex; quasi venti giorni che lui non si faceva vivo e non me lo sapevo spiegare perché la sua lontananza, il suo silenzio, facesse così male. Avevo scelto di non concedergli una possibilità, lo avevo fatto senza proferire parola, eppure mi sentivo come se qualcuno mi avesse strappato di mano qualcosa di prezioso.

Ero stata io a non credere in noi, a non tentarci neanche, tuttavia avvertivo la sua mancanza come pioggia acida sulla pelle: pizzicava, bruciava, ustionava e lasciava i segni di una scelta che ancora non sapevo fosse giusta o meno.

Mi ci arrovellavo nei pensieri, io. Creavo tanti di quei dedali immaginari da non riuscire più neanche a ritrovare me stessa. Era la paura che mi fregava, era quella che m'impediva di spostare lo sguardo al futuro. Tenevo gli occhi piantati su quel che era successo agli inizi di novembre, a lui con Giulia in camera sua, a me chiusa in bagno che non riuscivo a far altro che guardarli.

Non ero una pazza, l'amore non bastava per superare una cosa del genere!

«Ti ricordi che giovedì è il mio compleanno?» Den ruppe il silenzio e, con quello, il groviglio di riflessioni del quale ero caduta.

«Certo che mi ricordo!» affermai un po' offesa, anche se sapevo che quella domanda faceva da spartiacque a un'altra.

«Verrai alla mia festa, non è vero?»

Mi sfuggì un sorrisetto compiaciuto, nessuno la conosceva meglio di me, e sapevo anche che l'indifferenza ostentata nella voce non era altri che il suo modo di nascondere il timore di un mio rifiuto.

Mi stavo preparando psicologicamente da giorni al suo compleanno, perché non avevo mai neanche preso in considerazione l'idea di non andare. Era il giorno speciale della mia migliore amica e non me lo sarei perduto per nulla al mondo, pure se questo voleva dire rivedere Alex e non sapere come avrei reagito all'incontro.

«Den... non mancherei per nessuna ragione al mondo» dissi con un filo di voce, guardandola dal riflesso dello specchio.

«Non te lo avrei mai perdonato, infatti!» ribatté piccata.

«Non è per quello che lo faccio...»

«Ti stai isolando, Mia...»

«Lo so...» abbassai lo sguardo e andai a sedermi sulla tavola completamente abbassata del water.

«E questo non è giusto...» Aveva ragione. Al di là di tutto, al di là di Alex, mi stavo privando della compagnia dei miei amici e loro non c'entravano nulla con tutta quella faccenda.

Non potevo, non volevo pagare lo scotto di non vederli solo per restare lontana dai luoghi in cui l'avrei incontrato.

«Devo solo abituarmi all'idea di vederlo sotto un'altra veste...» mormorai stanca di una lotta contro me stessa già persa in partenza.

Il fatto era che lo avevo capito quanto io e Alex fossimo male assortiti. Non ci eravamo mai incontrati a metà strada noi, sempre a scappare, sempre a rincorrerci.

Quanto poteva esserci di sano in una storia così? Quanto altro male dovevamo ancora farci prima di stare bene? Quando avremmo davvero capito che non c'era futuro per noi? E quando, questo, avrebbe smesso di pungolarmi il cuore?

Hug Me - Ciò Che Rimane Di Noi #2 (Completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora