Capitolo 27 ✔

5.8K 274 161
                                    

Alex

Mi trovavo parcheggiato davanti al cancello di casa di Sara mentre attendevo il suo arrivo. Erano le undici passate da qualche minuto e mi stava facendo aspettare da circa un quarto d'ora.

Sbuffai cercando una posizione più comoda sul sedile, ma sembrava proprio che avrei vissuto l'intera giornata con la sensazione di avere degli spilli sotto al culo. La radio passava James Arthur: chitarra, timbro struggente e dichiarazioni che avrei fatto anche io se solo ne avessi avuto l'occasione, o meglio se non avessi sprecato l'unica che avevo.

Non stavo bene e non ero tranquillo, mi sentivo come se quell'uscita non avrei dovuto farla, come se stessi mancando di rispetto a Mia. E lo sapevo che tutto ciò non aveva un senso, l'avevo vista solo la sera prima baciarsi con Matteo e immaginavo che a lei quel mio stesso pensiero non le avesse neanche sfiorato la mente, eppure non riuscivo a liberarmi di quel senso di oppressione che mi stringeva la gola.

Mi sentivo come se la stessi tradendo per la seconda volta e questo non faceva altro che provocarmi una costante nausea.

Sono fedele a una ragazza che ha scelto un altro? mi chiesi silenziosamente e annuii con forza, con vigore e certezza. Non ero fedele a Mia, ero rispettoso del sentimento che provavo per lei e andare in giro con Sara, per quanto avessi messo in chiaro che non ci sarebbe mai stato più nulla tra di noi, non mi faceva stare sereno.

Ero forse uscito di testa? Sì, da quando quella ragazzina con lo sguardo imbronciato e gli occhi da cerbiatta era entrata nella mia vita.

«Buongiorno!» Sara si palesò con il suo tono sempre allegro, entrò in auto e mi sorrise liberando il viso dalle bionde ciocche che le si erano appiccicate al lucidalabbra a causa del leggero venticello che aveva iniziato a tirare.

Tentai di mettere da parte tutte le mie pippe mentali su quanto fosse sbagliato trovarmi lì con lei e, salutandola, riacquistai una parvenza di calma. Ero sempre stato bravo a schermarmi dietro strati d'indifferenza e farlo era come andare in bicicletta: una volta imparata la tecnica mica la si dimentica così.

«Allora, dove vuoi andare?» le chiesi mettendo in moto.

«Nel mio posto preferito...» m'informò storcendo la bocca in una buffa espressione compiaciuta, come se le avesse fatto piacere che avessi lasciato a lei il potere decisionale.

Non era stata una cosa intenzionale in realtà, non avevo idea di dove portarla perché fondamentalmente non avevo interesse ad andare da nessuna parte. Sperai solo che Piazza di Spagna non fosse anche il suo luogo preferito.

«Il Colosseo!»

«E Colosseo sia!»

Fu Sara a intrattenere la conversazione durante tutto il viaggio, mi aveva raccontato delle ultime case affidate all'agenzia e descritto una mega villa a Castel Gandolfo dove avevano anche girato alcune scene di una serie TV.

Io annuivo, le sorridevo e accennavo qualche breve risposta giusto per non darle l'idea di parlare da sola, giusto per non farle capire che della villa a Castel Gandolfo non me ne fregava una sega. Era strano a dirsi ma avevo come l'impressione di vivere un rapporto stantio, logorato dal tempo e dalla noia.

Ci conoscevamo da poco, era una ragazza simpatica e di compagnia, insomma, me le sceglievo bene le tizie con cui dividere il letto, eppure non c'era interesse nell'andare oltre, nel conoscerla meglio, nel capire chi avessi a fianco.

Non era colpa sua, ero io che non ci stavo con la testa, che mi sentivo nel posto sbagliato con la persona sbagliata.

Sara non avrebbe mai riempito il vuoto che sentivo dentro, non avrebbe mai dissipato la coltre di confusione in cui mi ero inabissato. Le ero grato perché stava tentando di darmi una via d'uscita, perché stava investendo del tempo con me anche se nessuno glielo aveva chiesto, perché in qualche modo strano e contorto pensava valessi la pena di essere aiutato.

Hug Me - Ciò Che Rimane Di Noi #2 (Completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora