Capitolo 20 ✔

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Mia

Quello era un sabato diverso dagli altri passati in pasticceria, l'indomani ci sarebbe stato il matrimonio tra Giovanni e Serena e le minicake che stavo preparando, grazie anche all'aiuto di Stefano, erano quelle che sarebbero state consegnate ai miei amici il giorno successivo.

Ci mettevo sempre tanto amore nel mio lavoro, era una passione che mi portavo dietro da tempo e desideravo che ogni mia creazione riuscisse alla perfezione. Dovevo ammettere, però, che in quei dolcetti avevo messo più dedizione del solito.

«Stanno venendo veramente bene...» commentò il mio collega.

«Sì e in linea con la torta» aggiunsi soddisfatta.

Mi voltai a guardare la creazione a cinque piani confezionata da entrambi e m'incantai qualche secondo a studiarne i dettagli: i piani bianchi si alternavano a quelli blu notte sopra i quali avevamo fatto aderire uno strato di pizzo creato con l'apposita pasta alimentare e reso luminescente grazie alla spennellata di polvere bianco perla. In cima alla torna svettava il topper più bello mai visto prima, Stefano si era fatto consegnare una foto dei miei amici e aveva modellato la pasta di zucchero ricreando le loro copie in versione cartoon.

Era un genio nel suo lavoro, lo sapevo già ma ogni volta riusciva a sorprendermi con qualcosa di nuovo, e il bello era che non faceva mai sfoggio delle sue qualità, s'imbarazzava anche quando lo riempivo di complimenti.

Mi aveva imparato tante tecniche per modellare la pasta ed ero sicuramente migliorata al suo fianco, ma ero consapevole che ai suoi livelli non ci sarei mai arrivata. Stefano possedeva un talento innato oltre che la passione, io avevo più che altro la seconda.

«Verrete tu e Jordan alla serenata di stasera?» domandai mentre premevo sulla pasta di zucchero blu, che avrei usato per ricoprire la mia ultima minicake, lo stencil effetto trapunta il quale richiamava i piani bianchi della torta.

«Penso di sì... credo che andremo a cena fuori prima, per che ora dobbiamo essere lì?»

«L'idea è di iniziare per le ventidue...» parlai a rallentatore, troppo concentrata ad attaccare Swarovski commestibili su tutti i punti di giuntura delle linee appena create. «Non ci posso credere che sono già passati venti giorni da quando è arrivato...»

«Non dirlo a me! sembra ieri che mi avete fatto quella magnifica sorpresa... pensare che tra qualche giorno riparte non mi piace per nulla...» Sollevai la testa per guardarlo e nonostante fosse concentrato sulla sua di mini tortina era facile scorgere quel velo di tristezza nel fondo dell'occhio.

Jordan e Stefano si volevano davvero bene, se così non fosse stato i mesi lontani li avrebbero portati a chiudere qualsiasi cosa nata tra loro a Lione, invece avevano contrastato la lontananza e si erano goduti quei giorni come se non ci fosse un countdown sulle loro teste che li avrebbe condotti a una nuova separazione.

«Non c'è modo di farlo restare? Ovviamente non esiste che tu ti trasferisca in Francia!» Ero stata categorica nel parlare, cosciente che la mia parola contasse nulla su una sua decisione, ma comunque categorica. Mai avrei voluto separarmi dal mio compagno di lavoro.

Stefano rise e dovette poggiare il bisturi sul piano di lavoro per non rischiare di rovinare l'opera quasi ultimata. «Non è in programma un mio trasferimento, tranquilla...» affermò pacato per poi rimanere a osservarmi per un tempo decisamente troppo lungo per pensare che non volesse aggiungere null'altro. così, con un'occhiata, lo invitai a proseguire.

Stefano incamerò quanta più aria gli fosse possibile e poi scoppiò in una risata nervosa. «In realtà stavo pensando di chiedergli di restare... cioè, di tornare a Lione solo per prendere le sue cose e venire da me. Ho solo paura che sia troppo presto...»

Hug Me - Ciò Che Rimane Di Noi #2 (Completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora