Capitolo 14 ✔

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Alex

Camminavo avanti e indietro lungo il corridoio sul quale si affacciavano le stanze da letto tormentando di continuo i capelli e fuggendo allo sguardo da psicopatico del mio riflesso sullo specchio della scarpiera.

Mia era andata a casa di Matteo, mi aveva inviato un messaggio per avvisarmi che subito dopo sarebbe passata da me per raccontarmi cos'era successo e anche per vedere il mio appartamento dato che ancora non ci aveva messo piede. Quella casa l'avevo comprata pensando a lei e in un modo o nell'altro era stata causa del nostro ultimo allontanamento. Pensandoci mi augurai che quelle quattro mura non portassero nuovamente sfiga.

Non ero tranquillo, avrei preferito si sentissero per telefono o accompagnarla io stesso a quell'incontro, anche restando in macchina, non faceva differenza. Sapere che si trovava da sola con lui mi mandava il sangue al cervello; non era gelosia la mia, ma semplice paura che potesse farla ritornare sui suoi passi.

Ormai si era ripresa dalla sorpresa di dover condividere la stessa aria di chi l'aveva messa al mondo, quell'uomo lo avevamo lasciato alle nostre spalle quando, raccontandole della chiacchierata avuta la sera del matrimonio, aveva deciso di non incontrarlo, che apparteneva al passato e non c'era posto per lui nel suo presente. Ormai non aveva più la mente annebbiata dal panico e dal dolore e se Matteo avesse perduto del tempo a farla ragionare magari lei ci sarebbe ricaduta nei vecchi rancori, magari avrebbe lasciato nuovamente spazio alla sfiducia, perché quella mica se ne andava via così da un giorno all'altro.

Lo sapevo che non stavo elaborando bei pensieri nei suoi confronti, come sapevo che si sarebbe offesa se ne fosse venuta al corrente, ma era più forte di me cedere a quei timori, credere che ci fosse sempre una magagna dietro l'angolo a tenermela lontana. Forse perché ancora non mi capacitavo che me la stava concedendo davvero l'occasione di fare le cose per bene.

Entrai nella camera da letto e mi buttai sul materasso ancora privo di lenzuola, mi avevano consegnato i mobili due settimane prima, ma ancora non avevo sistemato nulla se non qualche scatola di tonno nella dispensa e diverse buste di pasta precotta nel freezer. Ero sempre stato pigro per certe cose, in quegli anni mi ero salvato solo grazie alle premure della mia migliore amica.

Avevo pensato di dare una ripulita, di far trovare qualcosa in ordire al suo arrivo, ma ero talmente in ansia che non avevo fatto altro che creare maggiore confusione. In certi casi era meglio stare fermo e attendere inerme il compimento del proprio destino.

Il telefono vibrò in quel momento e il nome di Mia splendeva in bella vista tra le altre notifiche. Mi aveva mandato un vocale di pochi secondi dove mi avvisava che stava arrivando.

La voce che aveva non mi rincuorò per nulla, sapevo che rompere con Matteo non sarebbe stato facile, quell'inflessione triste era probabilmente dipesa dalla discussione con lui, però il buco allo stomaco si allargò maggiormente non sentendo alcuna frase di rassicurazione nei miei confronti. Alla fine poteva stare così anche perché aveva deciso di chiudere con me e continuare con lui.

Non era mia indole piangermi addosso, solitamente mi sentivo più bello, più attraente e anche più intelligente di qualsiasi altro ragazzo con cui entravo in competizione. Conoscevo le mie qualità e avevo sempre saputo sfruttarle, la lunga lista delle mie conquiste ne era la prova, però quando c'era Mia di mezzo tutto mutava.

Me lo aveva dimostrato che poteva vivere senza di me, magari non sarebbe stata totalmente felice ma ce l'avrebbe fatta ugualmente, con lei le mie tattiche funzionavano ma fino a un certo punto poi ci dovevo mettere del mio e non ero così certo che quello le avevo dimostrato era bastato per farla rimanere ferma sulla decisione di ritentare con il sottoscritto.

Hug Me - Ciò Che Rimane Di Noi #2 (Completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora