Capitolo 23 ✔

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Mia

Mi ero chiusa in un ostello trovato per caso lungo il mio viaggio senza meta dopo essermi allontanata dal luogo dell'appuntamento di Alex con quella ragazza, Sara.

Avevo prenotato una stanza per la notte ma, prima di raggiungerla, avevo fatto un giro lungo il viale in cui era situato l'albergo bisognosa di un cambio d'abiti per il giorno seguente e di qualcosa da mettere sotto ai denti. Ero riuscita a trovare tutto senza allontanarmi troppo e mi ero rintanata nella mia camera portando con me la busta con i vestiti e l'intimo appena comprati e un'altra che conteneva una piadina ancora calda, una bibita gassata e una doppia porzione di torta Oreo che avrei ingurgitato senza alcun tipo di senso di colpa... almeno per quella sera.

Mi sentivo un po' infantile a non essere tornata a casa, a non aver detto neanche a Den dov'ero andata a rifugiarmi, ero cosciente che scappare dal problema non era mai la giusta soluzione, ma sapevo anche che in quell'appartamento non avrei avuto la privacy che andavo cercando.

Alex sarebbe arrivato dieci minuti dopo il mio rientro per elargire chissà quale spiegazione in merito a ciò che avevo visto e io non lo volevo ascoltare. Den, magari anche esortata da Edo, lo avrebbe fatto entrare in casa e non se ne sarebbe andato fin quando non avrei ceduto. Perché avrei ceduto, lo sapeva lui e lo sapevo io.

Non era successo nulla sotto ai miei occhi, si erano solamente abbracciati, e lui avrebbe calcato la mano proprio su quello. Ma a me chi me lo assicurava che nell'arco di tempo – mezzora buona – trascorso all'interno di quel palazzo non avessero fatto altro? Chi me lo diceva che Alex non avrebbe nascosto nuovamente la verità a favore di un egoismo che lo aveva sempre caratterizzato?

Era una situazione del tutto diversa da quella con Giulia, me ne rendevo conto; Alex non aveva alcun legame da rispettare, nessun vincolo che gli impedisse di intrattenersi con altre, eppure vederli aveva riaperto voragini di paura sotto un cielo pronto a scaricare una pioggia di livore acido.

Io non gli avevo ancora concesso il mio totale perdono, ancora non godeva della mia piena fiducia; erano passi che stavo compiendo a fatica quelli, andando contro il mio essere, contro i miei timori più grandi, contro tutto ciò a cui avevo sempre fatto fede.

La voglia di riprovarci, la voglia di credere ancora in quell'amore, non cancellava di netto il passato. Quello era sempre lì, gorgogliava sommesso ma presente e Alex non aveva fatto altro che risvegliare il vulcano dormiente dei miei dubbi.

Il lupo non cambia, non lo addomestichi, è un animale libero lui, istintivo. Non ci si può fare nulla, è la sua natura. È da illusi credere di riuscirci, affezionarsi quasi fosse un barboncino toy, non lo è!

Alex era il lupo della mia storia e io la stolta Cappuccetto Rosso che gli stava tendendo la mano per la seconda volta – la prima non mi era bastata!

Non volevo ascoltarlo perché sapevo che mi avrebbe convita ancora una volta, perché ero conscia che ci pendevo da quelle maledette labbra, che gli sarebbero bastate un paio di rassicurazioni a farmi ammansire. Il problema però non svaniva con la mia rabbia, quello restava dentro diventando il nucleo di un groviglio di pensieri mai facili da districare, un peso al centro dello stomaco che si sarebbe fatto sentire nelle sere in cui avrei faticato a prendere sonno. Il problema era che continuano a non fidarmi.

La paura è il peggior burattinaio esistente e mi sentivo proprio come una bambolina guidata dalle sue dita.

Finii di mangiare la torta raggomitolata sull'unica sedia presente nella stanza, mi ero riuscita a ritagliare un piccolo spazio sulla scrivania, che ospitava la tv, per appoggiarci il cibo e avevo fatto zapping fin quando non mi ero fermata su un canale che trasmetteva un gioco a premi distraendomi a rispondere anche io alle domande.

Hug Me - Ciò Che Rimane Di Noi #2 (Completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora