Capitolo 5 ✔

6.7K 299 154
                                    

Alex

Nell'ufficio c'era un caos di fatture, bollette e busta-paghe che dovevo consegnare ai miei dipendenti, ci sarebbe voluto l'intero pomeriggio per sistemare ogni cosa e la presenza di Sara non mi stava affatto aiutando.

Mi trovavo in sua compagnia da circa un'ora, era passata per informarmi che i proprietari dell'appartamento a cui ero interessato avevano accettato di vendere la casa al prezzo che gli avevo proposto. Era molto più euforica di me e, ci avrei giocato la testa, quella visita di persona nascondeva una voglia di festeggiare ben diversa da quella comune.

Ci ero andato a letto solo il giorno prima, lo avrei rifatto anche in quel momento se solo l'incontro con Mia non avesse atrofizzato ogni muscolo del mio corpo... uno su tutti in realtà.

Sara era rimasta a chiacchierare, abile nel fingersi disinteressata mentre attendeva un passo da parte mia, ma io ero più bravo di lei in quel gioco, avrei solo dovuto darle corda fino al prossimo appuntamento in agenda e, da ciò che mi aveva detto, non mancava molto.

«Quindi come procediamo adesso?»

«L'agenzia preparerà le carte per il compromesso, dove saranno specificati tutti gli accordi presi fra le parti, firmare quei fogli vincola entrambi a portare a termine l'acquisto o la vendita. Poi ci sarà la firma del rogito e la casa diventerà tua. Siamo sotto Natale, molto probabilmente slitterà tutto alla metà di gennaio...»

«Non vado di fretta...» Mi limitai a rispondere con un'alzata di spalle.

Avevo ancora sei mesi prima di lasciare la mia stanza al nuovo componente della famiglia Moretti e me lo sarei preso tutto quel tempo. Sarebbe stato faticoso lasciare i miei amici, sarebbe stato ancor più difficile chiudermi in una casa completamente vuota e immaginarci Mia al suo interno per poi aprire gli occhi e ritrovarmi avvolto da una fredda solitudine.

Non mi sarei tirato indietro però, avevo bisogno di una casa e quella, tutto sommato, era perfetta sotto ogni punto di vista.

Sara guardò l'orologio e scattò in piedi. «Cavolo, si sta facendo tardi!» recuperò la sua cartella da terra e si avviò alla porta. «Mi faccio sentire... oh, ciao!» Si bloccò sotto l'uscio, coprendomi totalmente la visuale su chi avesse davanti e mi ritrovai a raggiungerla un attimo dopo.

Era impossibile che fosse entrato qualcuno, i miei amici erano a lavoro e Giò e Serena non sarebbero arrivati prima del tardo pomeriggio.

Sara, senza nascondere una nota perplessa nel suo sguardo, m'indico la sagoma della ragazza che si stava allontanando e nonostante la stanza fosse quasi completamente buia non feci fatica a riconoscerla.

Aveva usato la porta sul retro, quella principale non l'avevo ancora sbloccata e già mi immaginai cosa quella testolina aveva concluso trovandomi chiuso nel mio ufficio con una ragazza. «Merda! Sara, ci sentiamo, grazie di tutto...» l'accompagnai di fretta all'uscita, chiusi la porta a chiave e la lasciai lì, senza preoccuparmi di salutarla con le dovute maniere, il mio pensiero era già proiettato su tutt'altro.

Iniziai a correre dietro a Mia, la quale aveva già raggiunto la fine della strada, la chiamai e malgrado ero sicuro che mi sentisse continuava a tirare dritto senza neanche tentare di voltarsi.

La fortuna voleva che io fossi allenato mentre lei, invece, no. La raggiunsi in un batter d'occhi e fermai la sua fuga afferrandola per il polso.

«Si può sapere che stai facendo?» Eravamo a un palmo di distanza, il mio e il suo respiro s'incontravano a metà strada e il freddo di dicembre li colorava della sfumatura delle nuvole.

Era tornata da sole dodici ore ed era già la seconda volta che mi ritrovavo a frenare i miei istinti. Perché, sì, l'avrei baciata in quello stesso momento anche se neanche tentava di celarlo il livore nel suo sguardo, anche se gli angoli delle labbra precipitavano inesorabilmente, anche se avrebbe messo nuovamente una distanza chilometrica tra di noi.

Hug Me - Ciò Che Rimane Di Noi #2 (Completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora