Capitolo 19 ✔

5.2K 292 260
                                    

Mia

Quel giorno ero euforica perché avevo convinto Alex a recarci in un Centro Commerciale per acquistare gli oggetti per la sua casa che, ovviamente, sarebbe stata arredata dalla sottoscritta.

Aveva rinviato per giorni e giorni dopo che avevamo finito di sistemare gli scatoloni e l'arrivo di Maurizio lo aveva tenuto occupato più di quanto credessi – non che gliene facessi una colpa, avevano quasi ventisei anni da recuperare e io ero ben lieta di vederli insieme – e quindi, alla fine, mi ero ritrovata a ricattarlo pur di farlo acconsentire a quella mia richiesta.

Non aveva utensili per la cucina, non aveva tende o un copridivano, non aveva neanche un cambio di lenzuola tanto che lavavo quelle usate e le rimettevo una volta asciutte. Erano cose che servivano, essenziali per la vita quotidiana. Erano cose che desideravo scegliessimo insieme perché se la nostra relazione fosse proseguita per il meglio non avrei voluto ritrovarmi a cambiare tutto l'arredamento una volta che avessi acconsentito alla sua richiesta di trasferirmi da lui.

Sarebbe stato un discorso affrontato più avanti, questo, era ancora troppo presto per fare un passo così grande. Volevo essere sicura, non dell'amore che provavo per lui ma della stabilità che avevamo come coppia. In quell'ultimo anno avevamo fatto di tutto tranne che rendere salda la nostra relazione e, dato che sarebbe stato un enorme cambiamento per tutti, volevo farlo con una ferma cognizione di causa.

«Allora sono pronto per questa tortura...» disse una volta occupato un posto nel parcheggio del Parco Commerciale Da Vinci. Avevamo – avevo – deciso di abbandonare Roma per arrivare nella vicina Fiumicino e approfittare per fare una passeggiata all'aperto mentre usufruivamo di tutti i negozi a nostra disposizione.

«Bene, anche perché non avevi altra scelta!» affermai con un sorrisetto smorfioso a sollevare gli zigomi.

«Tu lo sai che tutto questo ti costerà qualcosa in cambio, vero?» disse lui modulando la voce per farne uscire un sussurro roco.

«E chi ti dice che non l'abbia fatto di proposito?»

Alex spalancò le palpebre, ma poi sorrise, mi afferrò per un braccio e mi tirò a sé per baciarmi prima di scendere dall'auto. «Mi piaci così audace!» sussurrò al mio orecchio mentre una scarica di brividi mi percorse la schiena e una vampata di calore m'imporporò le guance.

Abbandonammo la Lancia e ci dirigemmo verso il negozio di articoli per la casa e appena entrammo notai immediatamente una cesta di cuscini che mi fece illuminare lo sguardo. Mollai la mano del mio ragazzo sulla soglia dell'entrata ascoltando vagamente il suo commento poco felice sul dovermi inseguire per l'intero punto vendita, afferrai uno dei cuscini e glielo mostrai con un gran sorriso a fare da cornice alla mia impazienza di comprarlo.

«Non si può guardare per quanto è brutto... oltre al fatto che se mi ci addormento sopra mi sveglierò con il segno di quei cosi sulla faccia...»

«Infatti non ci devi dormire, è per bellezza!» lo rimbrottai con le guance gonfie mentre accarezzavo le paillette color madreperla, cosa ne voleva sapere lui di decorare una casa con stile.

«Non mi interessa, non mi piacciono! E poi avevamo detto che prima davamo un'occhiata in giro per farci un'idea, quindi questo carrello non verrà riempito per un po'...» Sbuffai e gli feci una linguaccia in risposta prima di lasciare il cuscino nella sua cesta e promettergli che sarei passata a riprenderlo, che non lo avrei abbandonato in quel freddo luogo di commercio.

Trascorremmo la mezzora successiva a guardarci intorno passando da un reparto all'altro e confrontandoci sulle cose che avremmo dovuto acquistare, come i lampadari più consoni alle varie stanze, dato che aveva ancora le lampadine che penzolavano dal soffitto, o cosa fosse davvero utile in cucina.

Hug Me - Ciò Che Rimane Di Noi #2 (Completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora