Capitolo 6 ✔

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Mia

«Ti ringrazio per la bella serata...» dissi prima di abbandonare il sedile del passeggero.

«Ma quale bella serata?!» rispose storcendo la bocca in un mezzo sorriso imbarazzato. «Ti ho costretta a stare chiusa in ufficio e abbiamo cenato con i panini del Mc Donald's dall'altra parte della strada che, tra l'altro, sei andata a prendere tu!»

Mi venne da ridere e appoggiai la testa sullo schienale del sedile di quella Golf dall'interno un po' disordinato. Dante mi guardava tenendo una mano sul volante, si era voltato completamente verso di me e da quella posizione non mi era più possibile intravedere, attraverso il dilatatore, la piccola croce tatuata dietro l'orecchio.

«Beh, io mi sono divertita a fingermi la tua segretaria...» Non sapevo come mai avevo sporcato di malizia quelle parole, non era mia intenzione farlo eppure ero stata decisamente eloquente.

Dante divenne improvvisamente serio, il sorriso gli era rimasto stampato sulle labbra ma gli occhi, quelli, avevano perso ogni tipo di giocosità. Il cioccolato dell'iride venne inghiottito dalla pupilla e la distanza che ci separava diminuì ad ogni secondo trascorso.

«Dante...» avevo il cuore in gola, le pulsazioni erano alle stelle e lui continuava la sua lenta corsa verso la meta.

«Mia...»

Ero certa di quel che stava per succedere, l'aria in quell'auto era cambiata in un battito di ciglia, quel che non sapevo era se lasciarmi andare fosse la cosa giusta da fare.

Avvertivo dentro di me una strana voglia di farlo, di tentare di andare oltre anche con i fatti e non solo con le parole. Qualcuno diceva che "chiodo schiaccia chiodo", magari anche io sarei riuscita a ricavare un qualche profitto da quella situazione.

Così lo feci, azzerai ogni distanza con una velocità disarmante, perché se mi fossi concessa il tempo di pensare forse mi sarei tirata indietro come tutte le volte precedenti. Premetti le mie labbra sulle sue, ma proprio non ce la feci a chiudere gli occhi.

Le nostre lingue giocarono per un po', le sue mani erano finite sue miei fianchi mentre le mie giacevano inermi sulle cosce. C'era un non so che di meccanico in quella situazione, sapevo cosa fare ma non c'era alcun tipo trasporto nei miei gesti, solo una gran voglia di provare a evadere da una gabbia dalla quale m'impedivo di uscire.

Dante, che era tutto fuorché un ingenuo, si distaccò poco dopo senza, però, allontanarsi, rimase a guardarmi mentre i nostri respiri continuavano a mischiarsi e non mi sfuggì il modo in cui si accarezzò con la lingua il labbro inferiore. Come se avvertisse ancora il mio sapore, come se già sapesse che non ci sarebbe stata una seconda occasione.

«Mi dispiace...» abbassai lo sguardo sulle mie dita intrecciate, rimproverandomi di quanto fosse inutile agire di pancia per una che ci aveva preso la residenza tra i mormorii dei suoi pensieri.

«Di cosa esattamente?» domandò tornando a sedersi comodamente sul suo sedile «Non dispiacerti per avere il cuore ancora occupato, Mia...»

«Io non ho...» non proseguii, la sua occhiata era stata così chiara da impedirmi di continuare. «Perché... perché mi hai baciata ugualmente?» in realtà non necessitavo di una risposta, non sapevo neanche perché glielo avevo chiesto. Il silenzio era mio nemico in quel momento, forse era quello il motivo.

«Perché, a volte, si decide di iniziare qualcosa anche sapendo già che avrà una fine. Almeno posso dire di averci provato...» si strinse nelle spalle e mi sorrise e apprezzai davvero quel suo garbo nel non farmi pesare quel rifiuto arrivato subito dopo un via libera. «Ci si vede in giro, dolcezza...» Si avvicinò nuovamente solo per lasciarmi un lieve bacio sulla guancia e la situazione cozzava davvero tanto se messa a paragone con ciò che era appena successo.

Hug Me - Ciò Che Rimane Di Noi #2 (Completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora