"Allora ragazzi" disse la prof di matematica "venerdì 9 verifica sulla trigonometria, vi darò alcuni problemi e poi dovrete scrivermi alcune regole."
Alzai la mano "Prof io non potrò esserci perché ho una gara!"
"E le gare sono più importanti della scuola? Fai quello che vuoi, ma sappi che se non vieni ti metto cinque."
Mi feci piccola sulla sedia. A scuola sono sempre andata bene e prendere cinque per me è una cosa inammissibile; dovrò parlare con mia mamma e vedere cosa fare, ma non posso non partecipare alla mia prima gara. Uscendo da scuola vengo raggiunta da Anna. "Cosa pensi di fare per la verifica?"
"Andrò alla gara e vaffanculo la verifica e la prof."
"Ma come puoi dire una cosa simile, la scuola è importante, se prendi cinque rischi di non riuscire a recuperare!"
"Senti Anna, la cosa più importante della mia vita è il nuoto e non ho intenzione di rinunciare a questa gara!" dico urlando. Odio la gente che non capisce quello che provo per questo sport e ultimamente Anna è diventata davvero insopportabile solo perché a nuoto frequento altre persone che non sono lei.
"Quindi il nuoto è anche più importante di me?" mi dice anche lei urlando.
"Sì" le urlo prima di allontanarmi.
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"Ginevra sei distratta oggi, che hai?" mi chiede Michele quella sera notando che, per la seconda volta, non ho capito l'esercizio che mi ha detto di fare.
"Scusa Mick, ho un po' di problemi con la scuola per una verifica che mi hanno messo il giorno in cui dobbiamo partire per la Toscana. Ho litigato con una mia compagna solo perché le ho detto che il nuoto è la cosa più importante per me e sono arrabbiata e confusa contemporaneamente."
"Capisco, per l'arrabbiatura ti posso aiutare io se vuoi."
"Ah sì, e come?" chiedo curiosa.
"Vai in acqua e fatti 200 alla massima velocità pensando a chi ti ha fatto del male, a chi ti ha fatto soffrire. Non importa ve stile scegli, e neanche la precisione, l'importante è che tu sia veloce e che ti sfoghi."
Lo guardai un po' stupita e andai in acqua. Cominciai a nuotare. Dopo i 100 la stanchezza cominciò a farsi sentire e allora pensai ad Anna, a quello che ci eravamo dette e a quanto mi aveva fatto arrabbiare e ripresi velocità. Uscì dall'acqua senza fiato e guardai la faccia di Michele. Sorrideva e quando vide che lo guardavo annuì per poi passarmi l'asciugamano.
"Molto bene, per stasera basta così, ma ricordati che quando sei incazzata devi venire in piscina, vai a farti la doccia che poi ti do un passaggio."
Mi trattenni dal dargli un bacio sulla guancia solo perché c'erano ancora tutti i miei compagni, ma passandogli accanto gli diedi una spallata e gli sorrisi.
Amo stare ore sotto la doccia, soprattutto in piscina, dopo un allenamento molto faticoso, purtroppo quando mi porta a casa Michele non posso farlo perché a lui non piace aspettare.
Quando arrivo nell'atrio della piscina ci sono Monica e Michele che mi aspettano.
"Ginevra vuoi venire a dormire da noi questa notte visto che domani è sabato?" mi chiede Monica.
"Oh davvero potrei? Volentieri grazie, chiedo un attimo a mia mamma." A permesso ricevuto ci rechiamo tutti alla macchina.
"Potrai dormire nella camera di Francesca e per il pigiama ti presteremo qualcosa noi." mi dice Monica.
Sono un po' agitata per questo invito, non ho mai dormito da loro anche se ormai sono come una di famiglia. Certo, ne sono contenta, ma non posso fare a meno di essere un po' in ansia.
Arrivati a casa, Michele e Daniele mi accompagnano in camera e Daniele mi sussurra all'orecchio prima di uscire.
"Dopo cena aspetta che siano tutti a dormire poi vieni in camera nostra e vieni nel letto di Michele, noi saremo lì a chiacchierare, almeno stiamo tutti insieme. Poi vi lascerò soli" mi dice facendomi l'occhiolino. Cerci di tirargli una pedata in uno stinco cercando di non farmi vedere, ma purtroppo lo manco e allora gli mostro il mio bel dito medio prima di seguirli fuori dalla stanza.
Durante la cena parliamo tanto della gara che si terrà fra una ventina di giorni. È bello vedere come i ragazzi raccontano volentieri i fatti loro ai genitori, la loro giornata e i loro programmi.
"Ginevra bevi un goccio di vino?" mi chiede Carlo a fine pasto. Non sono ancora maggiorenne e alcool ne bevo poco, ma mi fa piacere che la gente me lo chieda, mi sento quasi adulta e visto che al tavolo stanno tutti bevendo vino io non mi tiro indietro.
"Piano Carlo, è comunque una bambina" dice Monica alzandosi e accarezzandomi la testa. Con loro mi sento veramente a casa, loro sono la mia seconda famiglia e voglio a tutti loro molto bene, certo, in modi diversi.
Finito di cenare vado in camera e mi metto una felpa di Michele che mi sta enorme e un paio di pantaloncini corti di Francesca.
Lascio la porta semiaperta e appena sento che Monica e Carlo vanno a dormire sgattaiolo nella camera dei ragazzi. Li trovo seduti sul letto di Michele intenti a parlare.
"Posso?" chiedo affacciandomi alla porta.
Mi lancio sul letto tra loro due quando ricevo il loro consenso e mi caccio sotto le coperte in mezzo al letto. Loro due mi seguono a ruota.
"Secondo voi cosa potrebbero pensare delle persone che non ci conoscono vedendoci così?" chiedo.
"O che siamo fratelli o che stiamo facendo cose sconce." dice Daniele "ma visto che io sono gay e lui e mio fratello direi che c'è poco da fare almeno per me."
Io e Michele diventiamo stra rossi e salutiamo addosso a Daniele facendogli il solletico. Lui cerca di difendersi e mi spinge via facendomi cadere addosso a Michele, faccia a faccia. Il cuore mi batte all'impazzata. Sento Daniele che dice:"vabbè io vado a dormire, buonanotte!"
Io e Michele siamo completamente bloccati. Mi tolgo da addosso a lui e mi sdraio su un fianco accanto a lui guardandolo negli occhi."Posso dormire con te stanotte?" chiedo facendogli gli occhioni dolci.
"Certo che sì, se hai paura dei mostri sotto il letto di Francesca. Ma sappi che qui ci sono io al posto dei mostri e sono molto peggio di loro."
Faccio la finta offesa e mi giro dall'altra sperando che lui mi abbracci, ma lui spegne la luce e nella stanza si fa tutto silenzioso.
Sento un braccio circondarmi la vita e mi giro di scatto trovandomi Michele a pochi centimetri di distanza. Mi avvicino di più e lui fa lo stesso. Le nostre labbra si incontrano in un bacio dolce, una dei più belli della mia vita. Il mio sogno si sta avverando e il mio cuore batte così forte che Michele si stacca dalle mie labbra e appoggia una mano sul mio cuore, sorridendo.
"È da tanto che voglio dirtelo Ginny, ti amo!"
Il mio cuore accelera ancora di più.
"Anche io ti amo Mick!"
Ci baciamo ancora e ancora fino ad addormentarci abbracciati in un abbraccio d'amore. So che alla mia età è presto dire Ti amo, ma io sento di amare veramente Michele.
Ehy!
Allora che ne pensate? Scusate ma non sono molto brava a scrivere queste cose... Ahahah
Fatemi sapere se vi piace. E ditemi cosa cambierà ora? Daniele sarà contento di questo rapporto tra Ginny e il fratello? Come vivrà ora la nostra Ginevra??
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Tutto quello che ho di te
General FictionGinevra, una ragazza di 17 anni che non sa cosa vuole dalla sua vita. Scopre che c'è qualcosa che le piace e nel quale può mettere anima e corpo. Michele, un semplice allenatore di nuoto, una vita apparentemente tranquilla, aiuterà Ginevra nel suo...