Perché proprio a me

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Aprì gli occhi di scatto! Vedo tutto sfocato e intorno a me c'è solo silenzio. Richiudo gli occhi e cerco di ricordare: mi sono fatta male in piscina e poi?
La porta si apre ed entra un medico.
"Allora sei sveglia! Come ti senti?"
"Un po' confusa, mi può dire cos'è successo e dove sono?"
"Sei in ospedale, sei svenuta dal male durante un allenamento di nuoto e il tuo allenatore ti ha portato qui. È qui fuori, vuoi che lo faccia entrare?"
"Si grazie, ma prima mi dica che cosa mi sono fatta alla gamba." 

"Alla gamba niente di grave, era solo un crampo molto forte e probabilmente anche quando ti alzerai ti farà ancora un po' male. Più che altro sei svenuta per il dolore, per fortuna eri seduta e quindi, visto che non sei caduta, non ci sono state altre conseguenze."

"Perfetto grazie." In realtà non c'è niente di perfetto,adesso sono preoccupata per la mia gamba, e se non mi lasceranno partecipare alla gara?

Il dottore lascia entrare Michele e purtroppo anche mia madre. Il mio ragazzo rimane in disparte e lascia che lei si fiondi su di me.

"Oh mio Dio tesoro, che ti sei fatta? Stai bene ora? Lo sapevo che prima o poi sarebbe successo qualcosa ed è tutta colpa sua!" urla alla fine mia madre indicando Michele e guardandolo in modo truce. Lui non si difende e abbassa lo sguardo, c'entra qualcosa con il mio incidente?

"Mamma lasciaci soli per favore!" ultimamente la sopporto molto poco ed ora che sta accusando il mio ragazzo mi da ancora più noia, ma voglio vederci chiaro in tutto questo.

"Che cosa c'è?" chiedo sospettosa.
"Devo chiederti scusa, non avrei dovuto lasciarti nuotare questa sera e ti racconto perché. Questo ultimo allenamento si fa sempre prima di qualsiasi gara, l'ultimo allenamento nella propria piscina è importante. Da anni succede che qualcuno a cui tengo davvero si faccia male proprio durante questo allenamento. Che sia io, mio fratello o altre persone a cui voglio bene. Avevo paura che ti sarebbe successo qualcosa e infatti.." le lacrime scorrono sul volto di Michele, ma io non provo nessuna pietà perché la mia testa è altrove.
"Non mi interessa questo, o almeno non più di tanto, voglio sapere se posso gareggiare."
"So che tu vorresti scendere in acqua, ma io non posso permettertelo, non ti farai male un'altra volta. Quando ti sarai ripresa potrai gareggiare."

Io avevo lavorato tanto per questa gara e lui ora molto tranquillamente mi diceva che non avrei gareggiare. Non ribatto, tanto mia mamma sarà dalla stessa parte di Michele.
"Sparisci dalla mia vista Michele, io non ti voglio vedere mai più."
"Ma Ginevra io lo faccio per te."
"Certo, tutto quello che fate lo fate per me" dico urlando "Vattene dalla mia vita, tu e questo sport di merda!!!"

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